(Fabrizio Dassano)
Siamo tutti… sotto applauso! Imperversa sovrano, quando meno te lo aspetti scatta l’applauso. Abbiamo passato giorni e giorni tra applausi. Il recente festival canoro nella città dei fiori ne è stato l’assoluta apoteosi.
Ma cos’è l’applauso? Secondo la Treccani il termine deriva dal latino “applausus” ed è la manifestazione di spontaneo, immediato consenso, espressa con battimani e spesso anche con parole di lode e d’incoraggiamento, per lo più rivolta dal pubblico a un attore o a un gruppo di attori, a un cantante, a un oratore.
Se ci chiediamo che caratteristica può avere l’applauso allora ci spiega che può essere “sincero, cordiale, contrastato”. Ampi sono gli esempi della fraseologia: “un coro, un uragano di applausi accolse le sue parole”; “l’atto della premiazione fu accompagnato da uno scoppio di applausi”. Nel dettaglio, va poi sottolineato che, particolarmente in teatro, possono esservi applausi “a fine d’atto” o addirittura applausi “a scena aperta” (quando gli spettatori interrompono la finzione scenica per applaudire), che è quello della vera piena approvazione: un consenso concorde e unanime, praticamente una lode e lì si va davvero repentinamente verso il plauso. Quello che personalmente mi piace di più è l’applauso “di sortita”, dedicato all’attore ben voluto dal pubblico al suo primo apparire sulla scena.
Anche il mio ex vicino si è premurato di farmi sapere che dopo aver visto l’epilogo romano alla Camera a cui è seguito il bombardamento a tappeto di tipo applauditorio di Sanremo ha preso anche lui ad applaudire come non mai prima. A parte quando una delle sue galline fa l’uovo… in quel caso, egli parte in picchiata e attraversando in diagonale il cortile, si pone davanti alla rete metallica del pollaio e prorompe in un vasto applauso appena coperto dai coccodè che annunciano al mondo che l’uovo c’è. Come se fosse davanti alla rete del campo di calcio in cui s’è fatto goal!
Non si è fermato a questo, dopo che 13.380.000 italiani hanno preso tutti gli applausi alla platea dell’Ariston, l’applauso sarà la nuova costante: quando la Penny Cane mangia tutto il cibo dalla ciotola, parte l’applauso a scena aperta. Anche quando è arrivato ieri l’uomo che legge i contatori dell’acqua e sussurra al cancello come fosse un cavallo, il mio ex vicino gli ha attribuito calorosi applausi sinceri quanto cordiali. L’altro giorno è andato in ferramenta a prendere quattordici viti da legno (così mi ha scritto) e dopo aver pagato alla cassa, ha applaudito la cassiera per ben quattordici volte.
E allora, applausi! Per tutti.