Tenuta Roletto
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domenica 14 Dicembre 2025

Reale mutua
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L'8 dicembre, Solennità dell'Immacolata Conezione della Beata Vergine Maria

FELETTO - La Madonna torna "in alto" dopo essere scesa tra il popolo: sempre devoto, sempre orante, sempre animato da amore filiale per la Madre di Dio, dell'umanità e della Chiesa - Santa Messa presieduta dal Card. Arrigo Miglio, concelebrata dal Parroco Don Stefano Teisa - 

Ampia sintesi dell'omelia dettata dal Cardinale -

(gabriella franzino – edy guglielmetti) – Lunedì 8 dicembre festa dell’Immacolata...

Incontro di formazione proposto dall'Ufficio Catechistico Diocesano

IVREA - Grande partecipazione all'incontro dei Catechisti diocesani per la formazione con Don Andrea Cavallini - Molto importante il tema trattato: "Il senso religioso del bambino - INTEGRALE IN VIDEO - La lezione di Don Cavallini, poi l'omelia di Mons. Daniele Salera e il conferimento del mandato ai Catechisti -

Come proporre la Fede ai bambini ed ai ragazzi in una società secolarizzata?

Un bellissimo clima di attesa e sorrisi di persone che si rivedevano tutte insieme dopo un bel po’ di tempo: ecco come abbiamo vissuto l’incontro dei Catechisti a Ivrea per un momento di formazione e per ricevere il Mandato da...

La Virgo Fidelis, festa istituita da Papa Pio XII l'11 novembre 1949

PONT CANAVESE - La Compagnia di Ivrea dell'Arma dei Carabinieri agli ordini del Capitano Armir Gjeci ospite della Parrocchia retta da Don Gian Paolo Bretti per la celebrazione della Festa dedicata alla loro Patrona - Ha presieduto Liturgia il Ten. Col. Don Diego Maritano, Cappellano Militare dei Carabinieri, Comando Legione Piemonte e Valle d'Aosta - IL VIDEO E LA GALLERY DI 40 IMMAGINI

Il 21 novembre si ricorda anche la Presentazione di Maria al tempio ed il sacrificio dei Carabinieri nella battaglia di Culqualber in Etiopia, nel 1941. 

(giancarlo guidetti) – Chiesa gremita presso la parrocchia di S. Costanzo di Pont Canavese per la celebrazione della festa della “Virgo Fidelis ” patrona dell’ Arma dei Carabinieri, sabato 22 novembre...

San Martino, il Vescovo che con il dono del mantello fece fiorire l'estate

VILLAREGGIA - Sempre viva la devozione a San Martino di Tours - Festa patronale di Fede, devozione, amicizia - Un po' di storia e poi la cronaca di giorni intensamente vissuti nella gioia e nella Speranza - La poesia a San Martino - VIDEO E GALLERY

Sempre numerosa la partecipazione di popolo alle iniziative proposte dal Parroco Don Alberto Carlevato

(Testo di Martina Acotto, immagini di  Lucia Carra, Gabriele Bisco, Martina Acotto, Sandro Frola, Claudio Frassà, Mirella Nigra, Paolo e Sara Iorio) –  San Martino di Tours è uno dei Santi più venerati in Occidente. Nato...

Alle giornate di studio quest'anno tenutesi a Torino dal 3 al 7 novembre hanno partecipato più di 150 rappresentanti di Santuari di cui è costellata la Penisola

VEROLENGO / LA MADONNINA - I Rettori ed Operatori dei Santuari italiani riuniti a Torino per il 59° Incontro Nazionale di riflessione e preghiera hanno visitato il Santuario che è punto di riferimento per la spiritualità di un territorio vasto, ai confini tra le Diocesi di Ivrea, Torino, Vercelli, Casale Monferrato - Il Vescovo di Ivrea Mons. Daniele Salera ha portato il saluto - IL VIDEO

Accolti dal Rettore del Santuario Don Valerio D'amico per la Liturgia presieduta da Mons. Domenico Sorrentino, Arcivescovo di Assisi e Foligno, concelebrante il Card. Enrico Feroci - 

Si è concluso venerdì 7 novembre il 59° incontro dei Rettori e Operatori dei Santuari italiani che fanno parte del “Collegamento dei Santuari Italiani”, quest’anno riunitisi a Torino, al Valdocco. L’appuntamento si è collocato...

Gli incontri proseguono fino al 13 maggio 2026

RIVAROLO CANAVESE - La vita in Cristo: i 10 Comandamenti - Ciclo di catechesi sul Decalogo mosaico: ancora una bella iniziativa per la formazione dei laici ideata dalle Parrocchie di San Giacomo Apostolo e San Michele Arcangelo 

Relatori dei primi tre incontri Mons. Gianmario Cuffia, Padre Alessandro Codeluppi C.O. e Don Massimiliano Marco

(Giulia Michela Demaria) – Le Parrocchie di San Giacomo e San Michele in Rivarolo Canavese...

DA BORGO REVEL A CRESCENTINO – Il coro parrocchiale di S.Anna per il Concerto di Natale: tutto esaurito

(elisabetta acide) – Da sempre la musica è “linguaggio universale”, attraversa la nostra vita, non ha “spazio” né “luogo”, eppure riesce ad essere il “linguaggio della vita”, con le sue note struggenti, allegre,...

Per saperne di più
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Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire

PAROLA DI DIO -  Letture dalla Liturgia nella II Domenica d'Avvento - «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!» - Commento a cura della Prof. Elisabetta Acide

con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo

Is 11, 1-10 Dal libro del profeta Isaìa In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,...

LA CHIESA È VICINA AI GIOVANI, AGLI ANZIANI, ALLE FAMIGLIE: SOSTENIAMOLA SU WWW.UNITINELDONO.IT

La comunicazione nella coppia cristiana

Tema del Campo Famiglie diocesano svoltosi a Torgnon col Vescovo Daniele

Che importanza dai a chi fa sentire gli anziani meno soli? A chi aiuta i ragazzi a prepararsi al...

VERCELLI – Il Sindaco Avv. Roberto Scheda visita i “Presepi ant ji süch” giunti nella Diocesi eusebiana

Sono arrivati a Vercelli soltanto questa mattina, 11 dicembre, ma già hanno avuto l’onore di una visita del Sindaco Avv. Roberto Scheda e del Vice Presidente del Consiglio Comunale, Cav. Gianni Marino.
I “Presepi Ant ji süch” erano, del resto attesi.
Già al termine della S.Messa nella Solennità dell’Immacolata concezione della Beata Vergine Maria, il parroco del Sacro Cuore al Belvedere li aveva annunciati, in un momento certo capace di suscitare l’attenzione più viva dei cuori: sappiamo come sia tradizione della parrocchia affidata ai Salesiani sin dai tempi di San Giovanni Bosco, al termine della S.Messa dell’8 dicembre, riunirsi nel grande cortile del compendio (che comprende anche il Centro di formazione professionale e l’oratorio), proprio di fronte alla sacra effige della Vergine, per pregare la preghiera dell’Ave Maria.
Così è stato anche quest’anno: i fedeli hanno composto un grande cerchio e, tenendosi per mano, hanno pregato con la preghiera che attinge le parole dal Vangelo di San Luca e secondo la formula definitiva che sarebbe poi stata consegnata al popolo di Dio da Papa San Pio V, nel 1568.
Prima della benedizione finale, il Parroco Don Claudio Giovannini ha annunciato l’imminente arrivo di questi singolari presepi, nati da un’intuizione di Piero Carrera (originario di Cuceglio, ma da tempo residente ad Agliè, in Canavese) e così, in questi giorni, in tanti hanno chiesto informazioni.
Informazioni che sono sintetizzate in questa presentazione:
Presepi ant ji süch – Presentazione
ma torneremo presto sull’argomento ed
è possibile visitare il sito dell’associazione
che da ormai 20 anni si cura di fare conoscere queste opere in tutta Italia ed ora, dopo l’esposizione di Cracovia, nel Mondo.
Anche il Santo Padre Francesco ha potuto ammirarli.

I presepi nei süch (nei ceppi) resteranno a Vercelli fino all’Epifania.
Perchè anche a Vercelli, dopo Arezzo, Roma, Cracovia, il Trentino, l’esposizione torinese in Maria Ausiliatrice?
Perchè a Cuceglio – sede dell’Associazione – hanno avuto un’idea di grande valore dal punto di vista spirituale, storico e pastorale: Cuceglio è una delle tre Parrocchie della Diocesi di Ivrea che sia intitolata a Sant’Eusebio (le altre sono Montalto Dora e Bollengo), sicchè si accarezza l’idea di promuovere sempre più, cogliendo questa sintonia, i legami (quasi un “gemellaggio”) tra i luoghi eusebiani.
Ne parlammo già qualche tempo fa
Oggi, si diceva, il Sindaco in persona, insieme al vice presidente del Consiglio Comunale, è riuscito a ritagliarsi uno spazio, pur nel corso di una mattinata densa di appuntamenti per una visita ed anche per un saluto cordiale a Don Claudio.

(il Parroco è al momento impedito alla deambulazione per motivi di salute)
L’iniziativa è stata possibile grazie a Piero Carrera ed alla sua gentile Signora.

Del Parroco – che ha accolto subito con disponibilità e generosità la proposta – si è già detto.
Prezioso l’aiuto del Sagrestano Giovanni Bergo; agli arredi ha pensato la Dott.ssa Silvia Colombano.
Grazie a tutti e “stay tuned” per i prossimi appuntamenti.

PAROLA DI DIO – “Sei tu colui che deve venire…”?

Is 35, 1-6. 8. 10
Dal libro del profeta Isaìa
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto. Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa. Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.
Sal. 145
RIT: Vieni, Signore, a salvarci.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
  RIT: Vieni, Signore, a salvarci.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
  RIT: Vieni, Signore, a salvarci.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
  RIT: Vieni, Signore, a salvarci.
Gc 5, 7-10
Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.
Mt 11, 2-11
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
Un brano che fa gioire, “rallegrare”, che parla di “fioritura” e di speranza.
Deserto e steppa fioriranno, canti di gioia si diffonderanno, il coraggio invaderà il mondo e strade appariranno tra occhi aperti e orecchie acute.
Fiorirà la vita… fiorirà ogni cosa…
Quei sentieri e quelle strade saranno percorsi, quegli occhi saranno aperti, quelle gambe saranno saltellanti, quelle orecchie udranno ogni suono…
Il Signore chiede di prepararsi e stringere i legami, perché nessuno sia “lasciato indietro” o “abbandonato”… comunità di uomini e donne che si sentono “responsabili” gli uni degli altri.
L’esultanza per l’imminente cammino, insieme, come quelle cerve saltellanti, come quei narcisi profumati e sbocciati. L’esultanza per un Dio che non è indifferente, che “ascolta” e apre occhi e orecchie, muove mani e gambe.
Il coraggio della fede che si “rinnova” che riemerge, che fa “cantare con gioia”.
Una “nuova” creazione, fatta di fioriture e gioia, di canti e di passi, di strade percorribili e cuori traboccanti e rinnovati.
Una “terra” trasformata come una foresta rigogliosa: Dio salva.
Dio viene.
Dio spianerà la strada per il ritorno… Gerusalemme.
La tristezza ed il pianto dell’esilio spariranno e la fede si rinnoverà.
I verbi all’imperativo: quelli che invitano a “vivere” nell’attesa… i verbi della comunità e del singolo, verbi di futuro: “si rallegrino, esulti e fiorisca, canti con gioia e con giubilo”, “perché vedranno la gloria”.
Verbi all’indicativo: “fatevi coraggio perché il Signore è qui”.
Verbi di futuro: Salterà ,  griderà …, ritorneranno.
Non è una “lezione di grammatica” quella del profeta Isaia, è la “lezione di Dio”.
La  “grammatica di Dio”, la “lezione” del coraggio che chiede di “vegliarsi” e “mettersi sui quei sentieri e su quelle strade”.
Incontreranno una foresta di cedri (a differenza di Israele il Libano è una regione verde con gli alberi di cedro svettanti), un giardino (carmelo si traduce dall’ebraico con giardino), perché dove c’è Dio c’è la terra “fiorita”, c’è un “giardino meraviglioso” di speranza e di pace.
Un Dio che invita a essere “promotori” di speranza: “Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio”.
Un Dio che “fa fiorire” deserto e steppa non può non portare speranza, non può non “portare salvezza”.
Siate costruttori di speranza… voi tutti, voi “popoli”.
Siate “contagiatori” e “divulgatori” di speranza per chi non spera più, per i muti ed i sordi, gli afflitti, gli increduli, per chi ha ginocchia vacillanti e mani fiacche, per chi ha il cuore smarrito…
Siate “spacciatori” di Dio.
Siate “parlatori” dopo aver ascoltato, come quei “canali” a cui è affidato il compito di “diffondere” la certezza della Presenza di Dio.
Non stancatevi (seconda lettura), attendete, siate pazienti;  l’apostolo usa il verbo per tre volte: makrothyméo, “sentiate in grande”.
“Guardate l’agricoltore”…getta il seme ed attende le piogge.
Conosce la natura, le stagioni, la vita, conosce la semina ed il tempo della maturazione.
Dio viene.
“Non lamentatevi”… pazienza e sopportazione, sincerità e compassione, misericordia.
No, non arriverà quel “giudice” severo e punitivo, ma un “giudice onniabbracciante”, un “giudice onniamante”, un “giudice onnimisericordiante”. (non bellissimi questi “neologismi” , ma rendono benissimo il volto di Dio non solo onnipotente).
Un Dio che lascia “zattere” e invita a essere “profeti”, che vivono con “pienezza”, perché sanno che “Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri” (salmo).
E “la voce” è in carcere…
Ma anche lì è “cercato” e “trovato”.
“Andate a dire”…
La voce deve “sapere”.
Ha annunciato, ha gridato nel deserto, ha ammonito…ha “preparato”, ha “battezzato”, ha “visto” ed “indicato” l’Agnello… è stato catturato…ha pensato, si è interrogato, ha chiesto…
Conversione.
Urgente bisogno.
“Andate a dire…”
Ma dite ciò che “udite e vedete”, non ciò che “avreste voluto vedere o udire”.
Andate, scendete vicino al mar Morto, nella fortezza di Macheronte.
In quella prigione, Giovanni, quello che “battezzava”, sente il bisogno di “chiedere”, sente il bisogno di “inviare”…si affida alla risposta di Gesù.
Giovanni è “profeta” di domande. Giovanni sa che Dio è Parola e si affida alla Parola.
Uomo grande perché si “affida alle domande”, non al vento.
Uomo grande che accoglie Dio.
Non importa se lui, Giovanni aspettava “altro”, quello che ha visto e udito lo hanno visto e udito anche altri.
Gesù non dirà “sono io”, riserverà quel “sono io” per il momento della cattura, per quelli che ancora “non hanno conosciuto”, per Giovanni ha altre parole, le parole del profeta Isaia:
“Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo.”.
Quello che avete udito e visto… quelle parole profetiche di Isaia sono Qui.
Giovanni capirà, anche dal buio di quella prigione.
Uomo che si interroga, uomo libero che “lascia spazio” a Dio perché lo “riempia” delle sue risposte.
“Andate”… il Vangelo è questo: vivere e annunciare.
“Vivere e annunciare”.
“Ascoltare e annunciare”
“Ascoltare, andare, annunciare, vivere”.
Giovanni capirà: non solo un Dio che “purifica”, ma un Dio che salva.
Un Dio che si incarna per essere uomo, per stare con l’uomo, per salvare l’uomo, per essere Dio con l’uomo.
Non un Dio “a nostra immagine”, ma un “uomo a sua immagine”.
L’uomo davanti a Dio, nella sua “somiglianza”, nella bellezza dell’immagine del creatore.
L’uomo davanti a Dio come Giovanni Battista, il profeta “che domanda”, che “chiede”, che “vede” davanti a sé Colui che con la sua Parola gli dà la sua Identità.
Quell’uomo vestito di tunica con peli di cammello, con la cintura, con i sandali, con il suo cibo del deserto, si “riconosce”…
Uomo che pone domande, che attende risposte e accoglie la Parola e vive la riconciliazione.
E in quel Dio si “riconosce”.
In quel Dio si riconosce profeta: profeta che porta la Parola, Parola presente.
Solo il profeta conosce e riconosce il Dio che viene.
Parola che salva il mondo.
 
 

NOTIZIE DAI VIGILI DEL FUOCO – Incidente autonomo sulla A5 nel territorio di Alice Castello

Nel primo pomeriggio di oggi, sabato 13 dicembre,  intorno alle 13:30 le squadre dei Vigili del Fuoco provenienti dai distaccamenti di Livorno Ferraris e quello Volontario di Santhià sono intervenute sull’autostrada A5 nel territorio di Alice Castello al km 21+800 per un incidente stradale avvenuto in modo autonomo dove la vettura ha terminato il suo percorso fuori dalla sede stradale.
All’arrivo dei Vigili del Fuoco il conducente era già fuori dal veicolo e alle cure dei sanitari che lo hanno successivamente trasportato in ospedale per le cure del caso.
I Vigili del Fuoco hanno provveduto alla messa in sicurezza della vettura e dell’ area interessata.
Presenti sul posto anche Polizia stradale di Settimo Torinese, Croce Rossa di Cavaglià e viabilità autostradale.
Redazione Web
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BORGO REVEL – Giornate di formazione: la Parabola del grano e della zizzania

(elisabetta acide) – Si è concluso nella Parrocchia di “S.Anna” a Borgo Revel, l’itinerario di formazione che fa da sfondo al “tema” scelto per questo anno di azioni parrocchiali: la parabola del grano e della zizzania di Mt 13,24-30 e Mt 13,
Due incontri per “inquadrare” il tema, ed offrire spunti di riflessione alla comunità ed ai singoli: uno che si è tenuto il giorno 10 novembre 2025 ed uno il giorno 10 dicembre 2025. La parabola ha avuto una “spiegazione” esegetica ed una spirituale.
Una “parabola” che “apre al futuro”, della quale sono state analizzate le diverse possibili interpretazioni alla luce della stessa spiegazione offerta da Gesù agli apostoli in Mt 13,43-46, per rispondere alla domanda degli stessi apostoli: “Spiegaci la parabola della zizzania nel campo”.
La parabola, tipica di Matteo, contenuta in quel capitolo 13 che costituisce il terzo dei “cinque discorsi” di Matteo, ci offre elementi importanti e suscita molte domande.
Durante gli incontri, attraverso la conversazione ed il dialogo tra i presenti, si sono aperte prospettive di riflessione a partire dalle diverse interpretazioni che nel corso del tempo esegeti, teologi, Pontefici, Catechismo della Chiesa Cattolica, commentatori… hanno dato a questi versetti.
Il “problema del male”, la Chiesa, il “nemico”, il “campo del mondo”, il “cuore di ciascuno”, la “chiesa”, la comunità nella quale convivono grano e zizzania… ma anche Dio e la sua pazienza, il suo “sguardo” che sa di futuro, che “vede” già le spighe mature dove i servi vedono solo  le spighe di zizzania, la “separazione” alla fine, prima della mietitura, quel “granaio”…
Tanti “temi”, ma soprattutto un momento ricco di stimoli e spunti per l’arricchimento della vita spirituale e l’itinerario di fede, per riflettere sul cammino di ciascuno e su quello della comunità.
Interessanti le domande e le osservazioni su quella “richiesta” dei servi “vuoi che…”, la “tentazione” dell’uomo di “togliere” subito.
Il peggior male lo si fa per “strappare il male”, volendo strappare il male si farebbe peggio, si farebbe violenza all’uomo, gli si toglierebbe la libertà, si sarebbe senza misericordia, implacabili, cioè il contrario di Dio il cui nome è misericordia e la misericordia è l’essenza di Dio come Amore gratuito e grazia.
L’esegesi ha fornito un “quadro” ed i riferimenti di comprensione hanno suscitato un itinerario fatto di “passaggi” e di domande ed interrogativi: comprendiamo e leggiamo la parabola come discepoli ai quali Gesù sta parlando, e proprio perchè i discepoli cercano il bene  si “scontrano” col male, ma chi fa il male sceglie?  Non si accorge? 
Il discepolo che cerca il bene prima “vede” che c’è del male fuori, all’esterno, poi quando pensa di essersi ben “premunito” dal male fuori, dice: Ma come, c’è anche nel mio fratello? Ma come, c’è anche in me? Questo è il grosso problema.
Ogni parola della parabola ha fornito spunti e riflessioni e la condivisione ha aiutato quell’operazione di “discernimento” che ognuno poi potrà fare per la propria “crescita” personale e comunitaria.
 L’ uomo ha seminato del seme “bello” nel suo campo, buono, abbondante…. E quel padrone dice… “lasciate crescere insieme”… abbiate pazienza, guardate al futuro, aspettate vigilanti (l’immagine del sonno della notte come momento di “poca vigilanza” può offrire molte riflessioni anche in questo tempo liturgico di avvento).
***
Una “parabola” forse difficile ma estremamente “aperta”, “profonda”, ricca come solo le parole di Gesù sanno offrirci dal Vangelo, perché il Vangelo chiede “adesione”, non tiepido consenso.
Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparvero anche le zizzanie: Perché si accorgono dopo?
Perché prima non ci si può accorgere, sono simili le piante (la zizzania o loglio viene anche chiamata “grano cattivo”) il bene e il male sono molto simili, la menzogna e la verità sono molto simili, perché la menzogna per “ingannare” deve essere verosimile se no, non è una menzogna, le notizie false per essere tali e credute, devono essere almeno “credibili”, quindi verosimili.
Ma quel padrone ha pazienza, insegna ad aspettare, ad avere cura, a “dare tempo”, a “far crescere”… il superamento del “perfezionismo”, ma anche la ricchezza della “correzione fraterna” nella comunità, l’importanza dell’ “esame di coscienza” perché come ci dice la traduzione “zizzania” è sempre plurale, zizzanie; mentre grano è sempre al singolare.
Perché il bene è unico e vario, con infiniti “gusti” e bellezze, come il frutto dello Spirito che è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, libertà.
Molte le prospettive lasciate alla riflessione dei singoli:la tentazione e la sapienza, il “guardare” ed il “curare”, l’ “attesa vigilante” e la “fretta”, lo sguardo su di sé e sugli altri, il “giudizio” che è di Dio, non dell’uomo, la misericordia…
Interessanti anche le prospettive della possibile riflessione comunitaria, sollecitata dalle domande: la “casa” del Verbo sono le relazioni intratrinitarie dell’Amore eterno, perciò anche ni siamo chiamati nella “casa-parrocchia” a vedere le “relazioni” non limitate a quei “mattoni”. ma ai rapporti santi e positivi che si dovrebbero intessere in essa.
Risuonano le parole di Paolo nella lettera a Timoteo:
“Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina“ e quelle della lettera ai Galati 6,1-5:
“Fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione. Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo. Se infatti uno pensa di essere qualcosa mentre non è nulla, inganna se stesso. Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora solo in se stesso e non negli altri troverà motivo di vanto: ciascuno infatti porterà il proprio fardello”, eco di quel brano di Mt 18,15-17, che può aiutarci ancora di più a proseguire la personale riflessione sulla parabola che costituisce lo “sfondo” del cammino pastorale comunitario, nell’ottica del cammino pastorale diocesano.
L’immagine del campo seminato di buon seme, dove il nemico di notte, ha seminato la zizzania, ci aiuta a pensare a noi stessi, al mondo, alla Chiesa, alla nostra comunità parrocchiale, che “comprende nel suo seno i peccatori, santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo rinnovamento. Tutti i membri della Chiesa, compresi i suoi ministri, devono riconoscersi peccatori. In tutti, sino alla fine dei tempi, la zizzania del peccato si trova ancora mescolata al buon grano del Vangelo. La Chiesa raduna dunque dei peccatori raggiunti dalla salvezza di Cristo, ma sempre in via di santificazione” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 827).
La meditazione viene arricchita dal Discorso 73/A di S. Agostino che nella spiegazione della parabola fornisce una “lettura” rispetto al “suo tempo”.
Tempo che è dato anche a noi, per riflettere come sia difficile “conoscere” e comprendere”: quando si passa dal “peccato” al “peccatore”, la prudenza e la pazienza, come quelle di quel “padrone del campo” (Dio), diventano qualità indispensabili. Abbiamo le radici del bene molto vicine e talvolta “intrecciate” con quelle del male e “non sappiamo mai, in primavera, quali delusioni ci riserva l’estate” (J.-B. Dumortier).
Proseguirà il cammino parrocchiale con altre iniziative che saranno programmate in linea con le riflessioni fino ad ora emerse, le attività condotte, i percorsi effettuati, per continuare a provare a “camminare insieme”.

Verso Natale: riscoprire l’attesa, vivere la speranza, coltivare l’esultanza – Il Vangelo dell’Avvento

La Parola di questa domenica ci conduce nel buio di un carcere, dove Giovanni Battista, il profeta del deserto, l’uomo che aveva additato Gesù come l’Agnello di Dio, manda i suoi discepoli a chiedere: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?“, quasi ad avere una sicura conferma.
Ed ecco il punto più sorprendente del Vangelo di oggi: Giovanni dubita. Lui, il forte profeta del deserto, in carcere incominciò a dubitare. Si aspettava un Messia diverso, vestito di gloria e potere, non di povertà e debolezza. Anche i più grandi, anche i santi, attraversano la notte oscura del dubbio.
In questo cammino di Avvento, riconosciamo la nostra povertà di spirito: quante volte capita anche a noi di dubitare? Dubitiamo dell’amore di Dio quando soffriamo o vediamo soffrire i nostri cari, dubitiamo quando non riceviamo quello che chiediamo, dubitiamo della nostra missione quando non vediamo i frutti sperati, quando la gente preferisce le parole del mondo a quelle del Vangelo.
In quest’ora, in cui la luce del Natale inizia a mostrarsi all’orizzonte, chiediamoci con sincerità quando il buio del dubbio ci avvolge. E adesso che faccio? Mi arrendo o, come Giovanni, continuo a cercare, a domandare, a rimanere fedele anche senza capire tutto?
Gesù non rimprovera Giovanni per il suo dubbio. Con tenerezza infinita risponde: “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete…”. Gesù risponde con i fatti, non con le parole. Risponde mostrando che il Regno di Dio non è fatto di troni e potere, ma di vita restituita, di dignità ridonata, di speranza riaccesa nei cuori dei più piccoli.
Gesù elogia Giovanni, e aggiunge qualcosa di sconcertante: “Ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui“. Cosa significa questo? Che la grandezza secondo Dio non si misura con i nostri criteri. Giovanni era grande perché preparava la via, ma chi accoglie il Regno diventa ancora più grande, perché vive già nella logica nuova dell’amore. La vera grandezza sta nel farsi piccoli, nell’accogliere la debolezza di Dio come forza, nel non scandalizzarsi di un Dio che sceglie la croce invece del potere.
E noi, nel nostro quotidiano, cerchiamo la grandezza secondo il mondo o secondo il Vangelo? Siamo disposti a farci piccoli per entrare nel Regno? Chiediamo oggi al Signore la grazia di Giovanni: il coraggio di dire sempre la verità e la forza di rimanere fedeli anche nel buio del dubbio. Non scoraggiamoci, il Signore è davanti a noi!
Mt 11,2-11
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

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