Tenuta Roletto
Risvegliopopolare.it
Reale mutua

domenica 8 Settembre 2024

Ha concelebrato Don Sergio Noascone

PRASCONDU' 2024  / 2 - "Dobbiamo chiedere al Signore di aiutarci a capire che per fare la pace dobbiamo sederci attorno ad un tavolo" - Mons. Pier Giorgio Debernardi presiede la Celebrazione di domenica 1 settembre con un'ampia partecipazione di popolo - IL VIDEO - 

Secondo giorno di preghiera, dopo quello dell'anniversario dell'apparizione della Madonna a Giovannino Berardi, lo scorso 27 agosto -

(elio blessent) – Domenica 1 settembre numerosi fedeli sono saliti al santuario di Prascondù per la seconda festa dell’apparizione. (leggi cliccando qui il primo articolo messo a repertorio martedì 27 agosto) La bella...

Parrocchie di Agliè, Cuceglio, Ozegna, San Giorgio Canavese e Cortereggio

SAN GIORGIO CANAVESE - ”Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” - I trent'anni dall'Ordinazione presbiterale di Don Luca Meinardi, occasione per riflettere sul dono dell'unità e della concordia - VIDEO E GALLERY DI 70 IMMAGINI

Hanno concelebrato il Card. Arrigo Miglio, dal Vescovo di Biella, Mons. Roberto Farinella e Don Marco Marchiando, Don Antonio Luca Parisi, Don Valerio D’Amico, Don Geofrey Mulangwua, Padre Enrico e Padre Mario, della comunità Missionari Oblati di Maria Immacolata.

Pomeriggio di autentica comunione nella fede, quello di martedì 3 settembre scorso a San Giorgio Canavese. Comunione e condivisione di esperienze, percorsi, vissuti, che si intrecciano e convergono in un momento alto,...

Mons. Roberto Repole: “Mostrate la serietà della preghiera nella Chiesa

ORDO VIRGINUM - Concluso il Convegno Nazionale. Giornate intense, vissute pienamente riflettendo sul tema annuale: la relazionalità, che apre all’urgenza della missione nella Chiesa e nel mondo

Ha assicurato la propria presenza anche il Delegato diocesano di Ivrea all' Ordo Virginum, Padre Andrea Plichero 

(elisa moro). “Mostrate la serietà della preghiera nella Chiesa”: questa la conclusione del denso...

Su invito del Parroco Don Raffaele Roffino ha presieduto la Liturgia Don Davide Damiano, presenti i Sacerdoti Don Antonio Luca Parisi, Don Davide Mazza, Don Davide Kamal - 

RIVAROLO CANAVESE - San Rocco, Compatrono della città, un Santo che ha ancora molto da dire all'uomo ed alla donna di oggi - Grande partecipazione di popolo, nonostante il giorno feriale, in occasione della Celebrazione e della processione - VIDEO e GALLERY

Molto apprezzato l'impegno delle Priore, Giulia Michela Demaria e Laura Tonso - In appendice a questo servizio, anche una biografia del Santo, a cura di Elisa Moro - 

Compatrono di Rivarolo Canavese, San Rocco ispira la pietà popolare da quasi 700 anni e, così come sono scarne le notizie sulla sua biografia, è viva ed ancora oggi diffusa la devozione per questo Testimone che illustra – lo...

Il video con il discorso di commemorazione pronunciato da Don Alberto Carlevato, che ne ha raccolto il testimone - 

CHIESANUOVA - Ad un anno dalla nascita al Cielo di Don Sandro Giovannone, le comunità di cui fu per 40 anni Parroco lo ricorda con affetto - Animano la Liturgia i suoi cantori, che ne ricordano la capacità di rendere la musica efficace strumento pastorale -

posta una lapide marmorea commemorativa, affinché il ricordo di Don Sandro possa rimanere, non solo un sentimento astratto nel cuore di chi lo ha conosciuto ed apprezzato, ma anche un'entità tangibile -

(maurizio formento) – Sabato 31 agosto la Comunità di Chiesanuova ha voluto ricordare Don Giovanni Alessandro Giovannone, “Don Sandro”, per oltre 40 anni parroco del paese, nel primo anniversario della sua...

Fede e Amore, le due vie per arrivare a Gesù

AZEGLIO - La Festa patronale di San Deodato unisce nella concordia tutta la comunità - Grande partecipazione di popolo, in un clima di raccoglimento e di amicizia sincera - La processione si snoda lungo le vie del paese e raggiunge la Casa di Riposo, per manifestare -  come ha sottolineato il Parroco Don Silvio Faga - affetto e condivisione - IL VIDEO e la GALLERY

Liturgia animata dalla Corale interparrocchiale di Azeglio, Piverone e Settimo Rottaro - Ha accompagnato la processione la banda musicale di Piverone 

Fede e Amore, le due vie per raggiungere Gesù. I fedeli raccolti nella chiesa parrocchiale di Azeglio, oggi 25 agosto, per celebrare la festa patronale di San Deodato, hanno ascoltato con raccoglimento e partecipazione le parole...

OROPA – Parrocchie in cammino verso il Giubileo, per essere pellegrini di Speranza – IL VIDEO

E’ ormai una bella tradizione, il pellegrinaggio ad Oropa delle parrocchie affidate alla cura di Don Luca Meinardi, che abbraccia anche una comunità più vasta, ormai adusa a condividere nella letizia esperienze, percorsi e...

Per saperne di più
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Nel video il Sovvenire Day, ossia l'importanza di sostenere tutti insieme la missione della nostra Chiesa attraverso l'8xmille, celebrato a Vercelli nei giorni scorsi e nel quale sono riportati anche dati e
statistiche della nostra diocesi di Ivrea.

PAROLA DI DIO – “Dite agli smarriti di cuore…”

Is 35, 4-7
Dal libro del profeta Isaìa
Dite agli smarriti di cuore:
“Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi”.
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto,
perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso sorgenti d’acqua.
Sal.145
RIT: Loda il Signore, anima mia.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
  RIT: Loda il Signore, anima mia.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
  RIT: Loda il Signore, anima mia.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
  RIT: Loda il Signore, anima mia.
Gc 2, 1-5
Dalla lettera di san Giacomo apostolo.
Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali.
Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: “Tu siediti qui, comodamente”, e al povero dite: “Tu mettiti là, in piedi”, oppure: “Siediti qui ai piedi del mio sgabello”, non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?
Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: “Effatà”, cioè: “Apriti!”. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!”.
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
Partiti da Babilonia verso Gerusalemme (prima lettura), si eleva il grido del profeta Isaia: “Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete…il vostro Dio…viene a salvarvi”.
Dio consola e salva, guarisce occhi e orecchi, zoppie e infermità, lingue si scioglieranno e il creato sarà una casa accogliente per l’uomo.
L’armonia che viene dalla salvezza di Dio.
La “presenza” di Dio che consola, che fa fiorire, che “conferma”: Dio salva nella fede.
Dio salva. Non temete!
Senza timore. Il ritorno in patria così atteso: Dio non ci ha abbandonato!
Dio salva. Dio viene, non “verrà”, viene.
E Dio è “venuto”, è “passato”, si è “incarnato”, si è “svuotato”, si è “fatto uomo”.
Non temete!
“Dio salva” e in quel nome scompare ogni timore.
Quando Dio c’è non c’ è il deserto.
Quando Dio c’è anche il deserto fiorisce.
Quando Dio c’è nessuna lingua rimane muta, nessun orecchio è sordo, nessun occhio è cieco, nessuno zoppo non è in grado di saltare…
Un Dio in viaggio, un Dio uomo, un Dio verso l’uomo.
Gesù (Vangelo) viaggia nei territori della Decapoli (le “Dieci città” collocate alla frontiera dell’Impero Romano, dieci città solo per “comunanza” linguistica, culturale e politica, quasi “città-stato” indipendenti sui modelli greci e romani, sono indicate le località che ci “raccontano” i luoghi nei quali Gesù “passa” e si avventura senza preoccuparsi come quei farisei del puro-impuro e del “legalismo” esteriore) e va verso il mar di Galilea.
Lo sappiamo; Marco, sempre parco di parole, non lo è quanto a “precisione” geografica e logica.
Marco nel suo Vangelo, ci aveva già parlato della Decapoli: “Va’ nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato. Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.” (Mc 5,19-20).
Aveva stupito Gesù, “mandando” quell’uomo all’annuncio, non una missio ad gentes, ma  l’annuncio del Vangelo, dell’incontro con la misericordia del Signore da farsi “a casa propria”, dai suoi (dai pagani diremmo noi).
E qui Gesù viaggia, viaggia “in missione”.
Gesù non “evita” il passaggio in terra pagana, vi si reca.
La folla lo segue, gli porta un uomo.
Un altro uomo, sordomuto e Gesù lo porta “in disparte”, come quando si ritira a pregare. I suoi gesti non sono plateali, la sua Parola è per la folla, ma i gesti di guarigione sono “nel segreto”.
Compie gesti “in disparte” e “guarda verso il cielo”.
“In disparte” perché per essere guariti abbiamo bisogno di stare con Dio.
“In disparte”, “condotti”: portati e riportati.
Dalla “folla” al “luogo in disparte”, con Gesù.
Il “disparte” dell’intimità con Dio.
Relazione con Dio.
“Effatà, cioè: Apriti!”: ancora un resoconto preciso dell’evangelista; il linguaggio quotidiano di Gesù.
Effatà, per “aprire orecchi e bocca”.
Aprire occhi, bocca e cuore.
E sarà relazione con gli altri.
“Apriti”, per “spalancare” il silenzio nel quale fino ad ora sei stato.
“Effatà”: gesti e parole: relazione e Parola, vicinanza, contatto, gesti, preghiera.
In disparte, con gli occhi al cielo, Gesù si prende cura e guarisce e prega e “ringrazia quel Padre suo” che è nei cieli.
Gesù “emise un sospiro”: il sospiro, il respiro di Dio, la preghiera fiduciosa del Figlio che non staccherà mai gli occhi da quel Padre fino a quando “emise lo Spirito”.
Il sospiro per l’uomo. Il sospiro dell’Uomo.
Il sospiro della Salvezza.
Guarire dalle nostre sordità materiali e spirituali, per poter annunciare, per poter proclamare, per manifestare la conversione della vita, per annunciare.
Guarire la vita.
Sanare l’uomo.
Regalare la Relazione.
Qui Gesù non “manda” (a differenza della guarigione precedente), anzi proibisce, ma la folla non tace: “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti”.
Tra lo stupore e la “lingua sciolta”.
Riconoscono Gesù, quindi non possono tacere.
Occorre essere “portati in disparte” per poterci zittire e ascoltare, accogliere la Parola, farci “attenti” a porgere l’orecchio, senza farci sopraffarre da parole che non ci consentono di “fare spazio”.
Occorre zittirsi e andare “in disparte” per riconoscerci amati, per poter ascoltare, per far penetrare la Parola e “alzare gli occhi al cielo”, per accrescere la nostra fede.
Se non conosciamo la Parola non la possiamo comprendere e se non la comprendiamo non la possiamo annunciare.
Solo allora, non “potremmo tacere” e saremo come quella folla che raccontava non un prodigio, ma Il Prodigio: Dio “svuotato” per essere “innalzato” e “aprire” l’uomo al cielo.
La Rivelazione all’uomo affinchè l’uomo comprenda ed annunci: orecchi, bocca e cuore.
Non più sordi e muti ma coraggiosi e onesti, leali e “parlanti”, perché quelle “dita” e quella “saliva”, ci hanno toccato, Dio ha toccato la nostra vita, ci ha donato il suo Spirito affinchè la nostra vita fosse comunione con Lui e con gli altri.
In Lui e con gli altri (seconda lettura).
Tutti gli altri, soprattutto gli altri, non quelli “belli”, “ricchi”, “che contano” “quelli che hanno il potere” “quelli con l’anello al dito e vestiti lussuosi”… tutti.
Anzi meglio se poveri, bisognosi, ai margini, abbandonati, isolati…
Scegliamo di amare.
La “gloria” solo a Dio (nell’Antico Testamento la gloria è la manifestazione di Dio, la sua presenza in mezzo agli uomini, la sua “pesantezza”, il suo Mistero).
Ma facciamoci “gloria di Dio e per Dio” con le azioni, con le parole, con l’attenzione verso gli altri.
Scegliamo di “guardare” e di “agire”: ci ha aperto occhi, orecchi e cuore per vincere l’indifferenza, per “stare accanto”, per “far sedere accanto”, in silenzio, in disparte, con loro, noi e loro…
Perchè Dio “vede nel segreto”…

CHIESANUOVA – La comunità fa memoria di Don Sandro Giovannone – In VIDEO il ricordo di Don Alberto

(maurizio formento) – Sabato 31 agosto la Comunità di Chiesanuova ha voluto ricordare Don Giovanni Alessandro Giovannone, “Don Sandro“, per oltre 40 anni parroco del paese, nel primo anniversario della sua nascita al cielo.

Per rendere concreta tale memoria, un gruppo di persone attive nell’ambito della Parrocchia e precisamente Marchiando Giuseppe, Morgando Teresina, Gay Silvano e Luca e Formento Maurizio, ha pensato di far apporre, all’interno della chiesa parrocchiale, una lapide marmorea commemorativa, affinché il ricordo di Don Sandro possa rimanere, non solo un sentimento astratto nel cuore di chi lo ha conosciuto ed apprezzato, ma anche un’entità tangibile in quella che è stata, per quasi mezzo secolo, la sua chiesa.

 
 
 
 
 
 
 
 
La cerimonia ha avuto inizio alle ore 20,30, con la celebrazione della Santa Messa presieduta dall’amico Don Alberto Carlevato e concelebrata da Don Sheejan Kalathiparambil, attuale amministratore parrocchiale di Chiesanuova.
Hanno inoltre prestato servizio all’altare il diacono Chiesanuovese Roberto Ronchetto e due chierichetti.
La celebrazione liturgica è stata animata da un nutrito gruppo di cantori, provenienti da diversi paesi della Valle Sacra e non solo, accomunati dal fatto di avere, negli anni, “militato” in uno dei molteplici sodalizi canori che ha avuto come direttore Don Giovannone. I coristi sono stati accompagnati all’organo dal Maestro Sandro Frola e diretti dal Maestro Andrea Rolando.
Terminata la celebrazione eucaristica Don Alberto Carlevato ha esposto ai convenuti, in maniera brillante e coinvolgente, la figura di “Don Sandro Giovannone sacerdote”.
(Leggi qui i quattro nostri precedenti articoli sul Sacerdote scomparso).
Dal lontano 1962 quando per le mani dell’allora Vescovo di Ivrea, Sua Eccellenza Monsignor Albino Mensa, venne ordinato sacerdote, fino all’ultimo sofferto periodo della sua esistenza terrena, vissuto all’ombra della croce, che lo ha portato alla dipartita il 30 agosto 2023.
Non è mancato inoltre il ricordo del suo impegno nell’ambito sociale ed aggregativo.
Due esempi per tutti le iniziative da egli promosse in favore degli abitanti del paese Friulano di Osoppo, all’indomani del devastante terremoto che ha flagellato quelle terre nel maggio del 1976 e la sua grande e profonda passione per la musica ed il canto, sacro e profano, che lo ha portato ad adoperarsi attivamente nell’ambito delle cantorie parrocchiali (facendone sorgere o potenziando quelle esistenti) nonché a fondare la “Corale Valle Sacra“.
Sono seguiti i saluti ufficiali ed i ringraziamenti portati: dal Sindaco di Chiesanuova Piervanni Trucano; dal nipote Fabio Giovannone, che è intervenuto a nome della famiglia; del maestro del Coro Gran Paradiso di Pont C. se, Valter Balagna, sodalizio canoro diretto per alcuni anni da Don Sandro.
A questo punto si è proceduto, per mano di Edoardo Giovannone pronipote di Don Sandro, con lo scoprimento ufficiale della lapide e subito dopo con la sua benedizione, impartita da Don Alberto Carlevato.
La stele è stata posizionata dirimpetto a quella che proprio Don Sandro Giovannone, nel 1985 in occasione del cinquantesimo anniversario di fondazione della Parrocchia di Chiesanuova, aveva fatto collocare in memoria di Don Martino Chiarottino (suo predecessore e tenace fautore della parrocchia stessa) e solennemente benedetta dall’allora Vescovo di Ivrea Sua Eccellenza Mons. Luigi Bettazzi.
Dopo la benedizione il Coro Gran Paradiso, di cui come già accennato Don Sandro era stato per un lasso di tempo maestro, ha proposto alcuni brani del proprio repertorio.
La serata si è conclusa nella piazza antistante la chiesa parrocchiale, dove tutti i presenti hanno potuto gustare un lauto rinfresco, gentilmente offerto dalla locale Associazione “I Ginestrin”.
Per il contributo alla realizzazione del corredo iconografico si ringraziano in particolare: Antonietto Maurilio, Nigra Mirella, Marchiando Marco, Luciano Gai.
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Fa udire i sordi e fa parlare i muti. Commento al Vangelo di domenica 8 settembre (di Elisa Moro)

“Effatà!”- “Apriti!” (Mc. 7, 35): questa parola, riportata senza alcun filtro di traduzione, riassume perfettamente il messaggio e l’opera salvifica di Cristo. La pericope di questa domenica (Mc. 7, 31 – 37) attesta la venuta del Regno di Dio, in cui si realizzano le promesse messianiche enunciate da Isaia: “Si schiuderanno gli orecchi dei sordi… griderà di gioia la lingua del muto” (Is 35, 5-6).
“Gli portarono un sordomuto” (v. 32 -33): nonostante la tipica approssimazione geografica di Marco (“nella Decapoli”), è chiaro che il brano è ambientato nel cuore di un territorio abitato da pagani con i loro dei. Il sordomutismo: il tema centrale è l’incapacità di comunicare, una chiusura delle orecchie davanti alla voce di Dio (cfr. Beda il Venerabile, Homilia 2, 19), che anche oggi continua a chiamare ogni figlio attraverso la voce della Chiesa e dei suoi ministri.
“Effatà… E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua” (v. 35 – 36): Marco, nel descrivere la dinamica dell’evento miracolistico, registra con cura la sequenza con cui avviene: prima si schiudono le orecchie, che consentono di comunicare con la voce. Questa sequenza non è però rivolta solo a chi è affetto da una patologia fisica, ma anche ai “sordi – udenti”, quelli che, al pari degli idoli, “hanno orecchi ma non odono; hanno occhi ma non vedono” (Salmo 115, 5-6).
L’invito è quello di non chiudersi in se stessi, come sempre più spesso accade con le nuove tecnologie o con i nuovi “idoli”, ma di realizzare rapporti liberi, belli e costruttivi con le persone, e, in rapporto a Dio, ponendosi all’ascolto della Sua Parola: “Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta” (1 Samuele 3, 10).
Solo in questo atteggiamento si può diventare sordi al mondo per udire la voce di Cristo, che invita a spalancare gli orizzonti del cuore di ogni uomo, come ricorda il forte grido che San Giovanni Paolo II levò, all’inizio del suo pontificato: “Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo” (22/10/1978).
Mc 7,31-37
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!».
E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno.
Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

MADONNINA – La comunità di Borgo Revel anima la novena – Predica Padre Alessandro Codeluppi C.O.

(elisabetta acide) – Insieme al Santuario, per pregare, celebrare, lodare.
Questo l’ intento che ha mosso la Comunità parrocchiale di Borgo Revel, ad accettare l’ invito di don Valerio D’ Amico  cappellano del Santuario della Madonnina di Verolengo, per la partecipazione con i gruppi parrocchiali, alla novena 2024, in occasione della festa del Santuario.

Siamo abituati ad usare la parola “santuario”; nel nostro immaginario viene definito il luogo di culto e di pellegrinaggio legato per lo più , ad avvenimenti ritenuti prodigiosi, alla custodia di oggetti, o di avvenimenti particolari, alla tomba o memoria di personaggi, santi, martiri.
Il Codice di Diritto Canonico al can. 1230 definisce così il santuario: “… la chiesa o altro luogo sacro ove i fedeli per peculiare motivo di pietà, si recano numerosi in pellegrinaggio con l’approvazione dell’Ordinario del luogo “.
Quindi,  per il Codice di Diritto Canonico è santuario e nel nostro caso, santuario mariano, “una chiesa dove affluiscono numerosi fedeli (causa materiale); con l’intenzione di esprimere la loro pietà e devozione (causa finale); facendo un pellegrinaggio al luogo sacro, dove si offrono e si partecipano,  come dice il can. 1234 “con maggiore abbondanza i mezzi della salvezza”.
Nel Santuario dunque, il centro è la celebrazione di due sacramenti:  Eucaristia  e Riconciliazione (Causa formale).
Molti sono i santuari Mariani in Italia e nel mondo e anche il territorio del Comune di Verolengo, ospita il santuario della Madonna del Veuchio (conosciuta come Madonnina di Verolengo).
I santuari Mariani sono quella presenza di Maria che accoglie, come ai piedi di quella croce, i suoi figli in un affettuoso abbraccio.
Ancora oggi siamo affidati a Lei e lei è affidata a noi, per “portarla” nella nostra casa, nel nostro cuore e per essere portati da Lei a Cristo.

Settembre è il “mese” della “festa della Madonnina”, quando, alla seconda domenica del mese (si ricorda la festa liturgica del nome di Maria del 12 settembre), viene commemorato l’ evento tanto caro ai verolenghesi nel quale Maria viene ricordata ed invocata.

Proprio in occasione della festa, come da consuetudine consolidata del predecessore, don Giuseppe Boero, anche l’ attuale cappellano  ed anche  parroco di Verolengo e Borgo Revel, ha condiviso la preghiera della novena e l’animazione della Santa Messa,  con diverse parrocchie limitrofe al Santuario.
Alla parrocchia di Borgo Revel è stata affidata la preparazione della preghiera del giorno 5 settembre e l’ animazione della santa Messa presieduta da Padre Alessandro Codeluppi C.O., giovane sacerdote ordinato il 20 aprile scorso, nella diocesi di Ivrea.
La preghiera animata dal gruppo dei lettori della parrocchia, si è svolta a partire dalle ore 20.
I lettori hanno invocato Maria con la recita di una  “coroncina” che prevedeva la contemplazione di tutti i miseri del Santo Rosario in successione, per ricordare Maria e la sua presenza nella vita di Cristo e riflettere sugli avvenimenti importanti dei racconti del Vangelo.
Una preghiera devozionale sincera, di meditazione delle verità rivelate, nella quale si chiedeva  l’ intercessione di Maria, invocata regina del santuario, a favore di tutti i fedeli, di tutti coloro che fiduciosi si affidano a lei e la portano nel proprio cuore, nella propria vita.
Pregare Maria è invocarla e imitarla, perché come lei, sappiamo accrescere la nostra  fede,  ed affidarci fiduciosamente a Dio, secondo i disegni che ha per noi.
Sull’ esempio di Maria allora, in questo santuario della Madonnina, la comunità di Borgo Revel rinnova la sua devozione e la sua fiducia  per continuare il cammino di fede personale e comunitaria: “Maria mostra che compito dei credenti, della chiesa, è di dare lode al Signore che opera meraviglie nella storia. Maria appare dunque come “modello e immagine della Chiesa” (Lumen Gentium 63.68).
La santa Messa, animata dal gruppo dei cantori della parrocchia di Borgo Revel “Andar a Messa cantando” e dal gruppo dei lettori che hanno curato la proclamazione  delle letture e la preghiera dei fedeli, è stata occasione di preghiera comune.
Padre Alessandro, dopo i saluti del parroco e canonico del santuario don Valerio, ha espresso la sua gioia nel celebrare con i presenti e per i presenti la santa Messa nella “casa della mamma, Maria”.
Il santuario della Madonnina ha offerto l’ esperienza della preghiera dei fedeli pellegrini, dei fedeli che si “riuniscono a pregare”, che creano concordia ed unità di intenti intorno alla Mensa.
La bellezza della preghiera nel Santuario è proprio la sua “appartenenza” al popolo di Dio, non è parrocchia (eretta come chiesa per la cura delle anime affidate ad un “ pastore” dall’ Ordinario Diocesano), quindi accoglie con  spirito universale chi vi si reca.
Il Santuario è luogo dei pellegrini, è luogo di chi cerca, cammina, prega, invoca, condivide, si ferma, celebra, chiede perdono , si nutre del Pane della vita …
La partecipazione alla preghiera ed alla celebrazione della santa Messa  presso il santuario allora, diventa preziosa occasione di riflessione affinché la fede, che esprime chi vi si reca, divenga un atto sempre più maturo ed autentico.
E la partecipazione come comunità parrocchiale, è significativa, perché esprime la partecipazione dei fedeli, insieme, in cammino, verso Dio e verso i fratelli.
Durante la celebrazione, nell’ omelia, padre Alessandro, sottolinea, commentando le letture della Liturgia del giorno (1 Cor 3, 18-23; Sal 23; Lc 5, 1-11.) a partire dalla lettera di S Paolo ai Corinzi, l’ importanza della comunione, della concordia, del superamento delle divisioni e si addentra , seguendo in modo puntuale, la logica delle letture con il brano del Vangelo.
Leggendo i brani, appare la “ figura di Pietro”, della sua esperienza di fede, del suo seguire Cristo con umiltà.
Pietro il pescatore, ascolta, segue e fa risuonare le parole di Cristo in lui, perché non si è di uno o dell’ altro: si è di Cristo.
Conclude padre Alessandro, che come Pietro amato, perdonato, scelto, anche noi, nella Chiesa, legati al successore di Pietro, sentiamoci sempre amati, perdonati, scelti.
Il gruppo dei cantori, nella scelta dei brani , adatti alle letture del giorno e del luogo mariano, ha voluto esprimere con contenuti testuali e musicali di valore, la storia della madre di Dio in stretto rapporto al mistero custodito: il dono del Figlio, animando con questa particolare meditazione,  la partecipazione alla santa Messa.
La comunità ringrazia il cappellano per l’invito ricevuto, occasione per riunirsi a celebrare e pregare, e guardare al futuro con rinnovata fiducia.
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La vita va vissuta, non combattuta (di Filippo Ciantia)

Quelle della città eterna furono le olimpiadi di Livio Berruti, di Abebe Bikila, e di Cassius Clay. Ma i giochi olimpici di Roma 1960 vanno ricordati perché proprio a Roma si svolsero le prime Olimpiadi “Parallele”, dal 1980 conosciute come Giochi Paralimpici e allora chiamate Giochi internazionali per paraplegici.
La storia la fanno le persone e le grandi storie le fanno le persone geniali e generose.
Il dottor Ludwig Guttmann, ebreo originario della Slesia, neurologo di fama mondiale, nel 1944 dovette fuggire dalla Germania. Aveva tre grandi passioni: la medicina, lo sport e l’amore per Elsa, compagna della sua bella e avventurosa vita. In Gran Bretagna gli venne affidata la direzione della clinica Stoke Mandeville, vicino a Londra, per i feriti di guerra con lesioni spinali e tetraplegici.
“Abbiamo già troppi storpi qui”: quelle giovanissime vittime della guerra meritavano di più. “Dimezzò i sedativi e ordinò di tenerli seduti, mai sdraiati. Convinto che lo sport fosse un potente strumento di riabilitazione fisica e psichica, si inventò la partita di polo tra i suoi ragazzi sulle sedie a rotelle. Nel 1948, in concomitanza con le Olimpiadi di Londra, organizzò i “Giochi di Stoke Mandeville”: un unico sport (il tiro con l’arco) e soltanto 16 partecipanti. Non si fermò.
Il medico italiano Antonio Maglio, dopo aver visto la penosa sorte di decine di ragazzi resi paraplegici da infortuni sul lavoro, venne affascinato dalla sport-terapia di Guttmann. Nel 1957 aprì il Centro INAIL per Paraplegici di Ostia “Villa Marina”, che rapidamente divenne un laboratorio di nuovi modelli di riabilitazione. Poi si realizzò il suo sogno.
Il 18 settembre 1960, due settimane dopo la fine dei Giochi Olimpici, a Roma nello stadio dell’Acqua Acetosa, cinquemila spettatori applaudono 400 atleti in carrozzina provenienti da oltre 21 Paesi di tutti i cinque continenti. In questi giorni a Parigi gareggiano 4.400 atleti speciali da 185 paesi.
Maglio aveva perso un figlio per meningite a soli sei anni: Ora poteva essere padre per quei giovani feriti nel corpo e nell’anima. Li voleva felici.
“La vita non mi ha risparmiato nulla. Da judoka sordocieca dico che la vita va vissuta, non combattuta… La voglia di vivere mi ha regalato una seconda giovinezza” (Matilde Lauria)

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