Da alcuni giorni la stampa ci rimanda a notizie relative ad una difficile riconciliazione tra il re d’Inghilterra, Carlo III ed il figlio Harry. Approfittiamo della vicenda che riguarda i reali inglesi per accennare in forma più generale alle possibili riconciliazioni tra genitori e figli.
Sebbene i conflitti siano sempre presenti nel ciclo di vita di una persona e della famiglia in generale, e essi possano spesso assumere un’accezione positiva perché permettono al singolo ed al gruppo di crescere e di evolvere, anche in Italia sono molto frequenti interruzioni dei rapporti affettivi tra genitori e figli: rapporti in cui per varie circostanze il conflitto si esaspera e dove la rottura dei legami familiari perdura nel tempo con dolore da entrambe le parti.
I conflitti in famiglia emergono spesso per accadimenti lontani nel tempo: rancori per qualcosa che (non) si è detto o (non) si è fatto in passato, aspettative reciproche disattese, il convincimento state ipotetiche preferenze o disuguaglianze nei trattamenti e tanto altro….
Arriva però, nella vita di un genitore o di un figlio, il momento in cui si sente di dover mettere ordine, dare pace a sé stessi, soprattutto, per voltare pagina e avere una nuova opportunità di crescita psicologica. Ci sono eventi che portano a rivedere i rapporti e le crisi familiari: la costituzione di una propria famiglia, la nascita di un figlio, l’insorgere di una malattia…
Una riconciliazione è possibile se sottende alcuni presupposti essenziali: accogliere l’altro sgombrando la mente a pregiudizi e a considerazioni negative, offrire a sé stessi e all’altro una possibilità di cambiamento, porsi in un ascolto profondo del proprio mondo interno e del mondo dell’altro.
Quando ci si avvia ad un confronto costruttivo dopo una fase di profondo conflitto si deve tener presente che è passato probabilmente molto tempo e che oggi le persone (noi compresi) non sono più uguali a quelle del passato. Occorre accettare il fatto che il passato non si può cancellare ma che ricostruire un nuovo presente è possibile, sfruttando la maturità, scegliendo e impostando luoghi, tempi e modi diversi di relazione con l’altro, rispettosi e sostenibili, per poter accedere ad un’esperienza nuova.
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