(elisabetta acide) – Parlare di Chiesa è “difficile”.
E di “Chiesa” si parla molto: cronaca, discorsi, avvenimenti, articoli… ma anche “parole” quotidiane che vengo “dal di dentro”, dalla “soglia”, dai “detrattori”, dai “tiepidi”, dagli “indifferenti”, dai “consacrati”, dai “laici”.
Allora la Chiesa “interessa”, è “argomento interessante”.
Non ho mai amato i “sondaggi” ed in particolare quelli sulla Chiesa, salvo rendermi conto come, invece siano “strumenti” di cui si fa molto uso insieme, ovviamente a “questionari”, “statistiche”, “raccolta di dati rilevanti”…
Non che non sia convinta che le valutazioni e le opinioni siano tutte importanti e vadano “vagliate” con attenzione per avere il “polso della situazione”, ma credo che parlare di “Chiesa” con un sondaggio sia quanto meno riduttivo e banale.
Stiamo parlando di una “realtà” complessa e “spirituale”, non afferrabile.
Ma dei sondaggi mi incuriosiscono sempre i “titoli” (o lanci pubblicitari come li vogliamo definire): “qual è la Chiesa che vorrei”! (tre persone interpellate e almeno 5 idee diverse. Che poi chi “vuole” cose dalla Chiesa magari neppure è così assiduo “frequentatore”); “Religione, fede e Chiesa” (accidenti! pagine e pagine di studio in 40 domande!); “La Chiesa desidera mettersi in ascolto della tua voce” (Scusate ma la “voce”, passa attraverso una “crocetta”??? a me hanno spiegato altro sulla “croce” e sulla “voce”); “la mia parrocchia ideale” (fatemi sapere se esiste); “Chiesa e periferia”; “Perché e come vai a Messa”(Mi auguro nessuno abbia scelto l’aereo, la vedo problematica per il parcheggio)
Dunque, le mie riflessioni non hanno né la “pretesa” scientifica e neppure la presunzione dell’opinione “autorevole”, nascono semplicemente da alcune “conversazioni estive”, veramente da “ombrellone nell’ora più calda del giorno”, tra una lettura ed una domanda.
Laica, donna, che in spiaggia legge “di Chiesa”, “di Vangelo”, “di Bibbia”… almeno un po’ di interesse tutto questo lo desta.
Prima timide domande… poi si aprono dialoghi e conversazioni che coinvolgono anche altri vicini…
Sono “stupita”… tutti molto gentili e cortesi, ma soprattutto tutti “interessati”.
Il mio “personale” sondaggio, nulla di scientifico, solo “intuizione” verificata e sperimentata.
A me basta.
E questo un po’ mi colpisce e un po’ mi fa riflettere: sempre stando ai sondaggi, la Chiesa è “in crisi”, eppure, da queste conversazioni, mi pare che l’interesse per “la Chiesa” e le “cose di Chiesa” sia davvero tanto.
E dunque… se l’estate e, ancor più, la tranquillità e amenità del luogo, consentono queste “conversazioni di Chiesa e sulla Chiesa”, mi pare che l’anno sia lungo: dove è la Chiesa che deve rispondere a queste domande?
Qui, anche sulla spiaggia…
Perché “Chiesa” siamo tutti, lo ha affermato il Concilio Ecumenico Vaticano II… ancora molto da conoscere ed attuare, lo sta affermando il Sinodo sulla Sinodalità proprio su quella “scia”… ma dopo iniziali entusiasmi… tutto come prima, solo pochi e interessanti “passi avanti” di qualche singolo Vescovo o illuminato uomo di Chiesa…
La Chiesa è qui e “parla” e prova a “rispondere” alle attese, alle curiosità, alle “critiche”.
“La Chiesa non si critica, si ama”… non ricordo a chi appartenga questa frase, ma farei una “piccola” aggiunta:
“Proprio perché si ama la Chiesa, si può muovere qualche critica”.
Non è così amata la parola “critica”, o meglio, siamo “disponibili”, ma anche tutti molto sensibili alle “critiche”, anche se facciamo finta di apprezzare quelle “costruttive”, in fondo, a nessuno piace “sentire pareri” divergenti e contrastanti.
Eppure la parola ha in sé un significato importante: dal greco κριτική (τέχνη) è “arte del giudicare”, dunque secondo il dizionario Treccani: “Facoltà intellettuale che rende capaci di esaminare e valutare gli uomini nel loro operato e il risultato o i risultati della loro attività per scegliere, selezionare, distinguere il vero dal falso, il certo dal probabile, il bello dal meno bello o dal brutto, il buono dal cattivo o dal meno buono”.
Capacità di “vagliare” e “selezionare”, è un peccato non valorizzare la parola, penso che “accettare” o almeno “ascoltare” le critiche, sia davvero un atteggiamento di ricchezza e di apertura.
Non un “pensiero assoluto”, ma un “pensiero relativo”, che sa almeno “mettersi in discussione”, confrontando il proprio punto di vista, con quello degli altri.
Comunque, queste “critiche” alla Chiesa mi hanno fatto riflettere: allora alle persone, anche quelle che si definiscono “lontane”, “disinteressate”, “indifferenti”, “tiepide”, “deluse”… la Chiesa “interessa”.
E mi inducono a riflessioni, semplici, forse banali, scontate (non sono una teologa, né una esperta di ecclesiologia e non ho la pretesa di avere un parere autorevole da rendere, e neppure l’autorità che non mi compete: solo e umili pensieri e riflessioni):
“Chi ama la Chiesa, parla della Chiesa, vive nella Chiesa, soffre con la Chiesa, e vive la Chiesa”.
“Ama e taci per amore” (più o meno la sintesi del pensiero di S. Agostino), ma “parla con amore” alla persona che ti domanda ( anche se non lo fa proprio “con amore”).
E sollecitata, in quel dialogo, mi sono addentrata, ho provato a parlare “di Chiesa”, di “dubbi”, di “fede”, di “domande scomode”… e quella conversazione è diventata ricchezza.
In vacanza, neppure ci si conosce, eppure le “occasioni” creano dialogo, creano “compagni di viaggio”, anche solo “per qualche ora”, “per qualche giorno” anche solo “per qualche passo”, incerto o timido…
E mi sono ritrovata a parlare di Chiesa, di quella “Chiesa sinodo” e parlando mi rendevo sempre più conto che “amo” la Chiesa e “stare nella Chiesa”, con le sue fragilità, difficoltà, ma “luogo” nato dal costato di Cristo.
Forse la Chiesa è “realtà imperfetta”, “umana”, ma anche l’imperfezione è soggetta a “giudizio umano soggettivo”… ma, pur nella sua “imperfezione” e “fragilità”, ci porta Dio, ci porta Cristo.
Fondata da Cristo, ha però uno “stile terreno”, dunque, perché stupirci?
Ma la Chiesa è animata e rinnovata dallo Spirito Santo: nasce, vive agisce nello Spirito, dunque non è animata solo da “progetti umani”, è evento di comunione.
E se lo Spirito Santo guida la Chiesa, non dobbiamo temere.
Lo Spirito Santo rinnova la Chiesa con i carismi, con il Magistero, con la lettura attenta di quei “segni dei tempi”… e con le relazioni, con la comunione, con quei cammini che si intrecciano nella storia.
Non so se la “strategia giusta” della Chiesa sia il dialogo, so che come Chiesa dobbiamo “esserci” con l’ “umano”, con quegli uomini e quelle donne che camminano nel mondo, che percorrono strade diverse, alternative, viottoli in salita o sentieri in discesa, autostrade o strade secondarie…
Esserci per ascoltare, non per “risolvere”, magari solo per “accogliere” e “stare”, per offrire una parola o per comprendere, spiegare o offrire elementi di riflessione…
Esserci per non sottrarsi alle parole, alle domande, al dialogo, alle opinioni, ai commenti (anche se a volte “fanno male”).
Esserci come testimoni. Con la semplicità e l’amore di cui siamo capaci.
Esserci anche se imperfetti, ma capaci di accogliere.
Parlare di Chiesa oggi vuol dire “generare speranza”, “generare futuro”. Sempre preoccupati di “fare”, anche nella Chiesa, forse ci siamo “dimenticati” di “dire”.
“Dire Dio”, “Dire Cristo”, “Dire di quell’uomo-Dio”, “Dire di quel Dio incarnato”.
Forse abbiamo bisogno di parlare all’uomo e di raccontare Dio all’uomo, a quell’uomo di oggi, che è nel tempo, smarrito, sfiduciato, disinteressato, incredulo, inconsapevole, deluso…
Ascolto, dialogo… ma non basta…
Come Chiesa dobbiamo permettere “l’agire di Dio nella storia”.
Come Chiesa dobbiamo “vivere di Dio” e provare a “toccare le esistenze” e arrendersi a Lui e rimanere nel suo Amore per essere testimoni gioiosi dell’amore di Cristo.
Come Chiesa non possiamo essere una “agenzia di servizi”, ma dobbiamo sforzarci di “essere volto”, imperfetto, peccatore, ma Volto di Cristo che deriva dallo stare con Lui e vivere di Lui.
Come Chiesa abbiamo la responsabilità di essere “atto d’amore di Cristo”, con umiltà per essere camminatori nel mondo con le nostre difficoltà, ferite, peccati, sofferenze, ma anche “guidati” da quel Soffio che “anima”.
Come Chiesa dobbiamo ritrovare la gioia di “essere amati” per “amare”.
Come Chiesa dobbiamo “tutti insieme fare la Chiesa”, con impegno, rinnovandoci nella sequela di Cristo, centro della Chiesa.
Come Chiesa dobbiamo rinnovarci ogni giorno nella fede, per essere cristiani che “risplendono” della luce di Cristo.
Come Chiesa dobbiamo essere “ponti” ed “orizzonti” “essenza” ed “essenzialità” per l’ “Essenziale.
Amo la Chiesa anche se a volte non è compresa, amata, anche se a volte “ha i suoi tempi”, la Chiesa della Parola viva, la Chiesa del perdono di Cristo e della misericordia di Dio, dei doni dello Spirito e dell’operosità della carità.
Amo la Chiesa madre che ci “genera”, che ci “accompagna”, che “accoglie”, che “celebra”, che “comunica” che “crea comunione intorno a Cristo”.
Ti amo, Chiesa, come sei e come ti vorrei.
E ringrazio gli “sconosciuti” della spiaggia che con le loro conversazioni mi hanno offerto possibilità e spunti di riflessione, perché la Chiesa siamo noi, tutti noi cristiani che camminiamo nel mondo e con il mondo, insieme o distanti ed a diverse velocità, ma con Cristo e verso Cristo.
E ricordo un passaggio del discorso di Papa Benedetto XVI, allora cardinale: “Non è di una Chiesa più umana che abbiamo bisogno, bensì di una Chiesa più divina; solo allora essa sarà anche veramente umana” (J. Ratzinger).
La Chiesa ha bisogno di noi e noi della Chiesa. Dio ha bisogno di noi e della sua Chiesa.
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