Finalmente in vacanza! Tutti (o quasi) pronti a lasciare alle spalle la quotidianità per raggiungere luoghi di villeggiatura ed evadere dalla routine.

Desideriamo sempre qualcosa dalla vacanza: riposo, svago, buon cibo, sole, belle cose da fare e da vedere. Le aspettative sono sempre alte, mentre non capita spesso che ci si concentri su ciò che noi lasciamo alla vacanza.

Non intendo ciò che viene dimenticato qui e là nei luoghi di villeggiatura o nel tragitto per raggiungerli (divertenti statistiche dicono che c’è chi ha lasciato la protesi dentaria in albergo o un occhio di vetro in aereo). Non intendo neppure riferirmi in questa sede all’inciviltà di chi lascia rifiuti ovunque sul proprio passaggio.

Penso piuttosto a quello che di noi, della nostra personalità, cultura, o del nostro saper fare lasciamo nel luogo e nelle persone che incontriamo e in quelle che per qualche giorno si prendono cura del nostro star bene.

Riflettere su cosa possiamo lasciare di positivo, di buono, del nostro passaggio cambia immediatamente la nostra prospettiva sulla nostra esperienza. Se pensiamo a cosa metteremo in gioco di noi stessi e cosa lasceremo agli altri allora ci sintonizzeremo su un altro livello di ascolto, di percezione, di confronto e di scambio reciproco.

Lascerò un sorriso, una stretta di mano, una parola gentile, un commento positivo…? Sarebbe certamente innovativo leggere delle recensioni in cui, oltre a magnificare le bellezze di un posto, si raccontasse come ci si è resi utili, in che cosa ci siamo lasciati coinvolgere per apportare un cambiamento positivo. La vacanza assumerebbe tutto un altro valore!

E allora, prima di partire, diamo un’ultima occhiata alla nostra valigia: riapriamola, e con essa il nostro cuore e la nostra mente, domandandoci se contengono qualcosa che saremo disposti a mettere in gioco per lasciare un segno positivo del nostro passaggio? Semmai ci dovessimo rendere conto di aver pensato esclusivamente a noi stessi, c’è ancora il tempo per rimediare!