“Le società che smarriscono il senso del sacro sono destinate a morire”
José Saramago
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(Elisabetta Acide) – La parrocchia di Borgo Revel (parrocchia dal 1839), si prepara a festeggiare i santi Patroni S. Anna e S. Rocco, come ogni anno ormai da circa 100 anni, la cui “festa” è stata su concessione dell’autorità diocesana del passato “unificata” alla quarta domenica di agosto, anche se le ricorrenze dei santi cadono rispettivamente il 26 luglio (Ss. Gioacchino ed Anna) e il 16 agosto (S. Rocco).
La “festa patronale” è il “giorno dei Santi” è un giorno di festa, cessazione dalle attività lavorative per lasciare “spazio” a momenti di vita spirituale, familiare e sociale, come ricorda il Direttorio su pietà popolare e liturgia (nn. 230-232-233) e “partecipazione dell’uomo alla signoria di Dio sulla creazione e al suo riposo”.
Le processioni, le preghiere in preparazione e altre pratiche devozionali, arricchiscono la vita liturgica della comunità.
Le feste patronali, pur essendo momenti di gioia e festa, devono essere occasione per approfondire la fede e celebrare il santo patrono con decoro e partecipazione.
Queste le premesse che hanno “mosso”, dopo le riflessioni condotte con il C.P.P., il Parroco don Valerio D’Amico, a riservare una particolare preparazione alla celebrazione della festa.
Al centro vi è la S. Messa in onore dei santi patroni, seguita dalla processione per le vie della frazione (ricordiamo le indicazioni del Direttorio già citato ai numeri 246-247), con la partecipazione dei priori della festa che per questa occasione saranno i coniugi Ivan Cara e Raso Sabrina, domenica 24 agosto alle ore 10.30 in onore della patrona S. Anna e lunedì 25 agosto ore 10.30 in onore del co-patrono S. Rocco , per vivere in modo autentico e partecipato la devozione e il “senso religioso” della comunità.
Importante, dunque non “svuotare” il contenuto della festa, ma conservarne la gioia e il giubilo “autentici”, per ritornare al senso “originario” e non ridurla ad attività commerciale, ma “spazio” di incontri di comunità.
Allora in questo contesto, si inserisce la “dimensione religiosa” ed il “percorso pastorale” per un “itinerario di fede” parrocchiale e territoriale, per una “creatività” di cui la Chiesa ha bisogno e che non può limitarsi ad una ripetizione di “manifestazioni” di “intrattenimento”.
In “tempo sinodale”, ancora di più, nell’anno giubilare, la processione, segno dell’umanità cristiana in cammino, è segno di una Chiesa che “percorre le vie del mondo”, e “percorre le vie della fede”, verso quella meta a cui tutti siamo chiamati: il Regno di Dio. Eucaristia, preghiera, canti, salmi, Parola di Dio diventano il “Pane” della comunità che rinfranca e ristora il cammino.
Il triduo in preparazione ha preso avvio alle ore 20 del giorno martedì 19 agosto e terminerà giovedì 21 alle ore 20, ed ha visto la partecipazione comunitaria alla preghiera.
Una preghiera condotta a “più voci”, per sottolineare l’importanza dell’ essere cristiani che traggono nel tessuto comunitario la condivisione dell’esperienza di fede.
La “formula” scelta dalla comunità e sperimentata in questo anno, vuole essere l’impegno della “preghiera comune”: essere cristiano è far parte di un popolo, di una famiglia che si riconosce nella fraternità, figli di un unico Padre.
Con il Battesimo si è inseriti nella Chiesa che è una “comunità orante”, dono di Grazia immediato.
Si vive, si partecipa della preghiera degli altri e con gli altri, consapevoli di essere “figli e fratelli”, veniamo “nutriti” di quel Pane di Vita che è comunione, e cresciamo nella preghiera della comunità, nella fraternità, nella consapevolezza di essere “in cammino”.
Per vivere la “festa” il parroco ha dedicato, al termine della prima serata di preghiera, una meditazione sulla parola “Padre” (il Padre nostro sarà, accanto al brano di Vangelo di Mt 13,24-30 il “filo conduttore” dell’anno pastorale della comunità, declinato in attività diverse) inserita nella “logica” della “festa dei santi”, coloro che hanno vissuto la coerenza dei Figli di Dio con coraggio e perseveranza.
Importante “recuperare” il significato della festa dei Santi Patroni, che rappresentano elementi significativi del “tessuto religioso e culturale” del territorio, raccontano la “spiritualità” del tempo e le tradizioni dei territori, il “legame storico” tra territorio e comunità quale espressione di devozione popolare intercessori e modelli di vita cristiana.
A Borgo Revel non abbiamo “reliquie”, la Chiesa parrocchiale non è meta di pellegrinaggio, ma è frutto di quella autentica devozione dei “padri”, di quel dono generoso di un benefattore, il conte Tahon di Revel, che in accordo con il parroco don Giuseppe Actis, ha voluto “regalare” una Chiesa parrocchiale più grande nel 1894, in sostituzione di quella di S. Anna, per consentire alla comunità di riunirsi e pregare insieme.
Per la cultura contadina di oltre cento anni fa, la vita era segnata dai “ritmi della terra”, dalla incertezza del tempo e delle stagioni, dalle insidie dei fenomeni atmosferici… e i Santi Patroni, erano coloro che veniva invocati “intercessori” presso Cristo per la protezione di campi, animali, famiglie.
S.Rocco e S. Anna santi “del popolo”, invocati a protezione delle mamme, delle famiglie, degli ammalati, ma soprattutto punti di riferimento morali e spirituali, e la festa a loro dedicata, era un “ringraziamento” a Dio ed un momento di “rinnovamento” spirituale, atto di fede collettivo e comunitario.
Il parroco, durante la conversazione in preparazione alla festa, ha sottolineato come i Santi Patroni ci ricordano che tutti siamo soggetti all’azione dello Spirito Santo, chiamati alla santità, chiamati a “rendere” visibile la bontà di Dio con coraggio ed impegno, con il cuore generoso dei cristiani che vivono in fraternità.
I santi patroni sono coloro di cui Cristo ha detto: “L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene” (Lc 6,45).
La festa patronale ci esorta a vivere con impegno, il nostro essere cristiani:
”con il necessario aiuto della grazia divina sorgano uomini (aggiungo io e donne) veramente nuovi, artefici di una nuova umanità… capaci di trasmettere ragioni di vita e di speranza” (Gaudium et Spes 30-31).
La festa patronale vedrà le attività dei gruppi parrocchiali impegnati nell’animazione delle celebrazioni liturgiche, dei momenti di preghiera e delle processioni ( I gruppi Andar a Messa cantando, e il gruppo dei lettori parrocchiali cureranno la preparazione dei testi, dei canti e della liturgia con Il gruppo Compagnia della Madonna sempre presente alle preghiere comunitarie) e dei gruppi impegnati nella preparazione dei festeggiamenti (Gruppo Arcobaleno ed IMatot) con possibilità di cenare all’interno del padiglione allestito nel cortile parrocchiale e di danzare nel padiglione coperto, per i giorni dal 22 al 25 agosto.
L’invito è di “guardare” a S. Anna e S. Rocco, patroni della comunità parrocchiale, per essere operatori di pace, annunciatori e testimoni del Vangelo vissuto con la gioia di Cristo, per essere cristiani “vivi” e “desti”, in “cammino” ed “in piedi”, che non “delegano” ad altri il compito di “preparare” la festa, ma che con fede, vogliono vivere la carità come “forma umana” di quell’Amore che Dio ha insegnato.
E sull’invito del parroco, proviamo ad “essere figli e fratelli, per vivere con autenticità la parola Padre nostro, per una vita personale e comunitaria che supera l’individualismo e abbraccia la fraternità della chiamata alla santità”.
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