(gabriella franzino – edy guglielmetti) – Proseguono a Feletto le feste dell’estate tra fede e tradizione: San Bernardo festeggiato presso l’omonima Chiesa della Piccola Casa del Cottolengo e presso l’antica cappelletta di Strada dei Lotti.
Proprio qui, mercoledì 20 agosto, è stata celebrata dal nostro parroco Don Stefano Teisa, la S.Messa presso la piccola cappella: una tradizione molto sentita e partecipata che richiama ogni anno felettesi e non.
Il Parroco, definendo brevemente la figura del Santo, ne ha rimarcato soprattutto l’obbedienza, la sapienza (non a caso è un dottore della Chiesa) e la fermezza nel condannare le ingiustizie e il lusso.

Foto d’archivio
Anche il tempo clemente ha permesso che si svolgesse la funzione, oltre a una graditissima colazione offerta dai priori, senza che si dovessero aprire ombrelli.
Le devozioni sono proseguite nei giorni seguenti con le S. Messe di Triduo officiate da Don Roberto Provera prete cottolenghino e con la Messa solenne del sabato sera officiata da Don Stefano.
Durante l’omelia il Parroco, riprendendo il brano del Vangelo che ci offre la famosa immagine della porta stretta, ha sottolineato come Gesù ci abbia esortati a darci da fare per “centrare” quella porta, cioè la salvezza, cioè Lui stesso.
Se è vero che la porta è stata aperta da Gesù, è altrettanto vero che entrarci richiede uno sforzo, un impegno, una fatica; allo stesso modo è vero che c’è un tempo in cui il padrone di casa chiuderà questa porta: sfruttiamolo e comprendiamo la preziosità delle occasioni che ci sono offerte per varcare la porta della salvezza.
Occasioni per amare, per compiere il bene, per dedicarci alle persone care, per compiere atti di giustizia…
La successiva processione che dalla Chiesa si è snodata fino alla cappelletta antica è stata un’esperienza spirituale intensa e coinvolgente: i canti liturgici e le preghiere nel buio della notte rotta solo dalla tenue luce delle fiaccole e da rumori lontani e attutiti, sono stati espressione di devozione e comunione.

Foto d’archivio

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Anche la celebrazione della domenica officiata da Don Roberto è stata celebrata presso la chiesa della Piccola Casa.
Il prete cottolenghino, commentando il Vangelo del giorno, ha rimarcato che la proposta di salvezza è veramente rivolta a tutti, e non è importante sapere, come invece lo era negli ambienti giudaici del tempo, quale sarà il numero dei salvati, bensì essersi sforzati di entrare per la porta stretta.
“Sforzatevi” ci ammonisce Gesù e noi, se accetteremo questa offerta, diremo di sì a Lui, alla Sua parola.
Lunedì 25 agosto, memoria liturgica del beato Fratel Luigi Bordino, a 10 anni dalla sua beatificazione si è ricordato il Fratello cottolenghino: era il 2 maggio 2015 quando, presso il Parco Dora di Torino, il Cardinale Angelo Amato, in rappresentanza di Papa Francesco, durante la solenne celebrazione liturgica, promulgava ufficialmente il decreto con cui Fratel Luigi Andrea Bordino veniva riconosciuto Beato dalla Chiesa.
Nella S. Messa presso il Cottolengo di Feletto l’officiante, Padre Domenico Marsaglia O.P., concittadino di Fratel Luigi in quanto entrambi di Castellinaldo (CN), ha tracciato una sintesi della vita del Beato rimarcandone i tratti più incisivi, in particolare si è soffermato “sulla umiltà del Fratello vissuta come virtù della “pochezza”, dello scarso valore, della poca considerazione, di nessuna valutazione di sé. La sua “piccolezza” si è manifestata in ogni attività: dal lavoro faticoso della campagna, allora fatto veramente tutto a mano, alla vita di paese o di parrocchia, alle amicizie e relazioni umane…E’stata la sua “piccolezza” a farlo “grande”. L’umiltà vissuta in famiglia, nel servizio militare nell’Artiglieria Alpina nella Divisione Cuneense, nel corso della guerra nella Campagna di Russia, nelle enormi sofferenze della prigionia in Russa, dove fu sempre veramente “il più piccolo dei piccoli” e servo di tutti, e anche nella scelta che egli fece della più povera delle congregazioni religiose esistente nella Torino del suo tempo quando, rientrato dalla guerra, chiese di vivere tra i Fratelli cottolenghini. Umiltà espressa, inoltre, nella semplicità con cui il Beato Fratel Luigi ha dedicato la sua vita alle persone malate e sofferenti, ai poveri. Tutta la sua vita, in ogni fase del suo cammino, è testimonianza che la “grandezza” è solo di Dio”.
Al termine della funzione il Padre, ricordando ancora che “ogni giornata del Beato è stata un atto d’amore a Dio e ai fratelli, ne è prova l’amore che lo ha spinto a donare a 2 non vedenti, al termine della sua vita, le cornee dei propri occhi, unica parte sana del suo corpo”, ci ha esortati a pregare, a chiedere la sua intercessione e a divulgare la devozione per questo Beato che ci lascia in eredità il suo esempio fatto di umiltà, modestia, sacrificio, laboriosità…”.