(elisabetta acide) – L’occasione per l’attesa e graditissima visita del Vescovo di Ivrea, Mons. Daniele Salera alla comunità parrocchiale di Sant’Anna in Borgo Revel, di cui è Parroco Don Valerio D’Amico, lunedì 6 ottobre, è stata la festa della Madonna del Rosario.

Lo ricordiamo: l’origine risale al 1208 data dell’apparizione di Maria a san Domenico a Prouille, cui seguì una devozione crescente  tanto che nel 1479 papa Sisto IV, nella bolla  Ea quae ex fidelium, riconobbe l’alto valore spirituale della recita del Rosario.

La celebrazione della festività venne istituita da Papa Pio V con la bolla Salvatoris Domini del 5 marzo 1572 per commemorare la vittoria riportata a Lepanto contro la flotta turca il 7 ottobre 1572.

La devozione è  presente nella piccola parrocchia nella quale è attiva la “Compagnia della Madonna”, una associazione del paese, dedita alla pietà, alla devozione mariana, alle opere di carità.

La Compagnia della Madonna ogni anno, viene rappresentata dalla priora della solennità dell’Assunta che si prende cura, con gli altri priori delle feste patronali e delle festività della cura e addobbo della Chiesa parrocchiale.

La Compagnia formata per lo più da donne (ma anche qualche uomo è iscritto  e il loro numero cresce annualmente), si dedica alla recita quotidiana  del Santo Rosario, alla partecipazione dei momenti di preghiera, novene, tridui della comunità e partecipa attivamente con l’offerta annuale alle opere parrocchiali, in particolare al sostegno economico del contributo per il riscaldamento della Chiesa parrocchiale.

Certamente non è una “visita pastorale”, ma riveste, tuttavia un particolare momento di comunione e lo hanno “percepito” i numerosi presenti alla celebrazione della Santa Messa di questo lunedì 6 ottobre, in orario serale.

La presenza è una “Grazia” ed una “opportunità”, non è solo “novità” o “curiosità”, ma “segno” di una Chiesa che vuole vivere l’appartenenza diocesana, che vuole “camminare”, ed ha desiderio di “stare” con i suoi pastori come presenza e cura.

Aspetto questo, importante  e non trascurabile, vero che siamo in “tempi” di crisi vocazionali, di corresponsabilità a lungo richiesta e proclamata ma ancora da costruire, di “super-parroci”, “pastori di greggi sparsi”  a cui dobbiamo un po’ ancora prendere consapevolezza, ma il desiderio della presenza del Vescovo va considerato, nella sua preziosa importanza: è successore degli Apostoli, Colui che  assicura alla Chiesa l’apostolicità che comporta la responsabilità di custodire e trasmettere la Sacra Scrittura e la Tradizione ed averlo nella piccola borgata, in un giorno settimanale, ha il sapore antico, ma sempre nuovo, dell’idea di una  Chiesa – casa e scuola di comunione.

Stringersi intorno al Vescovo con affetto, è espressione di quella riconoscenza e “riconoscimento” di “vedere” il Pastore quale inviato di Cristo stesso che lo ha mandato a reggere la Diocesi di Ivrea come suo vicario e rappresentante per guidarla con la parola, l’esempio e l’autorità, per edificarla nella verità e nella carità cristiane.

Una occasione di preghiera mariana, dunque, arricchita dalla attesa presenza di Mons. Daniele Salera, a cui è stato rivolto, durante la celebrazione della santa Messa, un saluto da parte del Consiglio Pastorale Parrocchiale, a nome di tutta la parrocchia.

***

Ecco il testo del saluto:

Eccellenza, benvenuto e grazie per essere qui a fare comunione nella nostra  parrocchia. L’abbiamo attesa da subito appena appresa notizia della sua nomina a dicembre (16) 2024 e lo abbiamo fatto pregando come comunità.

Mesi di preghiera sincera quotidiana, letta su quei fogli che ogni giorno diventavano sempre più stropicciati e pieni di pieghe, ma  la voce saliva ferma a Dio per Lei.

Anche i bambini della catechesi integrale e integrata hanno dedicato un loro laboratorio  e il frutto del loro impegno, a Lei, con il taglia incolla che speriamo abbia apprezzato ma soprattutto che li abbia accarezzati anche se da lontano con la preghiera per loro.

Grazie della Sua presenza questa sera tra noi, attesa e desiderata.

A nome del CPP, costituito da qualche mese nella nostra parrocchia, ma a nome di tutta  la comunità parrocchiale giunga il nostro saluto affettuoso.

Siamo piccola comunità, ai confini ,ma animata da autentico entusiasmo. In questi anni con il nostro parroco abbiamo provato a percorrere il cammino che la Chiesa ci ha chiesto.

Siamo partiti con entusiasmo, abbiamo “corso”, ci siamo fermati, siamo ripartiti, qualcuno è rimasto indietro, qualcuno è andato troppo avanti ed ha dovuto fermarsi, guardarsi indietro, aspettare…qualcuno ha smarrito la via o ha preso vie parallele o scorciatoie… qualcuno ha lasciato il cammino, ma siamo qui.

Stiamo camminando. Siamo freschi da esperienze di cammini che ci hanno fatto assaporare la fatica del vivere insieme ma anche la gioia del condividere, come il nostro recente Musical e le attività degli anni precedenti che sempre hanno visto una grande partecipazione in parrocchia.

Siamo una comunità che ha imparato a vivere la sinodalità come impegno, considerando la parrocchia come “casa” e per la cura che ciascuno infonde per le cose che “stanno a cuore”,cosi lo facciamo per la nostra parrocchia. 

A turno ci impegniamo ad aprire e chiudere giornalmente la Chiesa parrocchiale, settimanalmente un gruppo di parrocchiani si dedica alla pulizia e manutenzione della Chiesa.

Il gruppo dei cantori e lettori prestano particolare cura nella preparazione delle celebrazioni e dei momenti di preghiera.

I priori delle solennità e feste dei santi patroni, come da lunga tradizione della borgata, si occupano settimanalmente del decoro della Chiesa e dell’addobbo per le liturgie. Un nutrito gruppo si adopera per organizzare momenti di aggregazione per tutto l’anno.

Vogliamo fare dono a lei ed alle suore missionarie che sono qui  con Lei questa sera ed a cui diamo il benvenuto nella nostra “zona”, i nostri bollettini parrocchiali: un modo per conoscerci reciprocamente attraverso parole e immagini.

Usiamo le Sue parole: vogliamo “vivere il tempo” con occhi nuovi, gli occhi degli uomini riconciliati, per discernere, e vivere da cristiani capaci di annunciare il Vangelo con uno “stile” sinodale. Vogliamo percorre, come Lei ci chiede, la “strada” della cura, dove il Vangelo di Cristo diventa vita, parole, azioni, relazioni nella logica della missione e della prossimità.

Grazie di cuore della sua presenza, assicuriamo a Lei la nostra preghiera e il nostro desiderio di comunione autentica anche con la Diocesi.

Faremo nostre le sue preziose indicazioni anche di cura del nostro parroco che sappiamo impegnato in altre realtà parrocchiali, per sostenerlo nel suo ministero presbiterale .

Sarà questo il nostro impegno: essere evangelizzatori, missionari, battezzati impegnati nella corresponsabilità come impegno per il Vangelo, attenti all’umano che c’è in ciascuno per una vita riconciliata con Dio e con i fratelli nel legame generativo della pace di Cristo.”

***

Una accoglienza semplice, che “racconta” l’ essere Chiesa che accoglie e vive la realtà intorno ai propri pastori, con la semplicità e lo sguardo di chi in cammino, vuole vivere, pur nella fatica dello stare insieme, la logica della prossimità, dell’ascolto, del dialogo, dell’incontro.

Durante la santa Messa, animata dal gruppo Andar a Messa cantando e dei Lettori e preparata dalla comunità parrocchiale, Mons. Salera ha ricordato nell’omelia la figura di Maria madre di preghiera con gli apostoli nel cenacolo e come, dalla paura, la preghiera doni la forza e rinvigorimento della fede.

Allo stesso modo anche noi, in preghiera, insieme, traiamo vigore dalla celebrazione dell’ Eucaristia, “Santa Meraviglia” e “Santa Trepidazione”, come ricordava san Tommaso d’Aquino:L’Eucaristia è la più grande di tutte le meraviglie operate da Cristo, è il documento del suo amore immenso per gli uomini”.

Mons. Salera poi, nel raccontare la sua esperienza e trepidazione per la responsabilità da assumere, in occasione della sua elezione episcopale, ha sottolineato l’importanza della preghiera del Rosario con le parole di san Giovanni XXIII:

una contemplazione pura, luminosa, rapida di ogni mistero, cioè di quelle verità della fede che ci parlano della missione redentrice di Gesù. Contemplando ci si trova. in una comunicazione intima di pensiero e di sentimento con la dottrina e con la vita di Gesù, figlio di Dio e figlio di Maria, vissuto sulla terra a redimere, a istruire, a santificare: — nel silenzio della vita nascosta, fatta di preghiera e di lavoro, — nei dolori della sua beata Passione, — nel trionfo della Resurrezione: come nella gloria dei cieli, ove siede alla destra del Padre, sempre in atto di assistere e di vivificare di Spirito Santo la Chiesa da Lui fondata, e progrediente nel suo cammino attraverso i secoli”.

Ed ancora, scriveva il Pontefice Santo:

“Il Rosario è una sintesi di tutta la Redenzione nei suoi 15 quadri. Non sono avvenimenti di ieri: risalgono a 2000 anni fa; eppure conservano tutto il loro valore, la loro potenza, l’attualità. Recitando bene il Rosario, se ne avrà pace per il cuore, sarà ravvivata la speranza, anzi la sicurezza che Maria ci ascolta, ci benedice, ci salva” .

Una “catechesi mariana” che ha aiutato i presenti  a riflettere sulla preghiera del Rosario come riflessione, preghiera personale e comunitaria, via di carità e meditazione, momento da “riservare” con attenzione in un “tempo” della giornata (come suggeriva il Pontefice Giovanni XXIII nel suo Diario spirituale), da contemplare e meditare non solo per se stessi, ma per farne preghiera di “intenzione” per altri.

Al termine, dopo l’orazione della Comunione, il saluto dei bambini, che hanno donato, a nome di tutta la comunità a S.E.R., alcuni semplici ma significativi oggetti, simbolo dell’unione della parrocchia con la Diocesi, segno di affetto autentico al Pastore e guida.

Ecco il testo letto dai bambini:    

Eccellenza, al suo arrivo, Le avevamo preparato ed inviato  un quadro, ora abbiamo preparato disegni e parole, le doniamo i nostri pensieri  (vengono donati: disegni e parole).

 “Questa è la pianta della Maranta. Viene chiamata anche “la pianta della preghiera”   ha la caratteristica di rialzare le foglie verso sera come le mani giunte.

Vogliamo farne dono a Lei come simbolo di quella preghiera che assicuriamo a Maria perché interceda per Lei ed a Lei chiediamo di ricordarsi di noi nella sua preghiera.(viene donata la  pianta Calathea Maranta Leuconeura)

Nei nostri laboratori di catechesi abbiamo imparato a recitare il rosario nel mese di maggio, con le signore che si riuniscono ogni giorno;  ne vogliamo donare uno a lei, insieme alla medaglia della Compagnia della Madonna a cui sono iscritte le nostre nonne, le nostre mamme e qualche uomo della nostra comunità.

A Maria Regina del Rosario, vogliamo chiedere di proteggere tutti noi come mamma del cielo e ci affidiamo all’abbraccio con fiducia. (vengono donati un rosario e la medaglia Compagnia Madonna).

Eccellenza, ha parlato di cura dei sacerdoti,  ce lo hanno detto le catechiste.

A lei  doniamo i dolci del nostro borgo, da accompagnare da una tazzina di buon caffè vogliamo avere  cura anche di lei, nostro Vescovo (donati canestrelli e tazzina)”.

Prima del momento conviviale, organizzato con l’apporto di molti presenti in segno di condivisione e comunione, Sua Eccellenza, ha “parlato” ai presenti.

Un momento di “formazione” sulla sua lettera pastorale “Vivere e annunciare la Riconciliazione”.

Con parole ferme ed appassionate, Mons. Salera ha percorso le linee del rinnovamento delle “comunità riconciliate”, capaci di “togliere la ruggine” dal cuore di ciascuno per giungere alla Grazia del Perdono “liberante”, che non si “ferma al male”, ma che, passando attraverso la preghiera e l’accettazione, giunge al “cambiamento”.

Parole di un “padre” che hanno toccato il cuore dei presenti: solo attraverso la riconciliazione possiamo tracciare strade di pace per ri-cucire, ri-animare le comunità, ri-costruire la comunione, per “togliere la ruggine” ed aprirci a “stili di vita” nuovi, guardando alla croce con una nuova “familiarità”, per scegliere ogni giorno Dio e il suo abbraccio di misericordia e “consegnarci” a Lui con fiducia.

Non dimentica Mons. Salera di ricordare l’impegno della “preghiera” e della “disponibilità” di tutti per la pastorale vocazionale come impegno diocesano di tutti.

L’impegno della comunità sarà quello di riflettere sulle parole del Vescovo, per vivere la riconciliazione come “spazio di missione”, per essere “ambasciatori” in una realtà “aperta” e “allargata”, di credenti che sono “riconosciuti” nel loro operare:

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35), perché la Parrocchia non sia solo un “circolo ricreativo, ma luogo dove Cristo mette la sua dimora”.

Al termine, nel salone parrocchiale, un piccolo momento conviviale, vissuto con semplicità ed autenticità, nello scambio vicendevole di parole e idee, quelle che aiutano a ri-cominciare.

***

Per restare sempre aggiornati sulla comunicazione pastorale proposta da www.risvegliopopolare.it, è possibile iscriversi al nostro

Canale di Whatsapp – cliccando qui –

Ciascuno di Voi (ogni persona, Parrocchia, gruppo, Ente, Istituto) può inviare corrispondenze, appunti, fotografie, brevi filmati, anche utilizzando la casella mail dedicata all’edizione web

risveglioweb@risvegliopopolare.it

 che sarà come sempre scaricata ogni giorno.

Tutti i Vostri contributi saranno subito esaminati.

 Chi preferisce potrà utilizzare whatsapp al numero

 335 8457447 

Grazie

***