Due giovani su tre credono ancora nel futuro. È questo il dato che colpisce di più dall’ottava e più recente rilevazione dell’Indice di Fiducia dei Giovani, curata dal Consiglio Nazionale dei Giovani con il supporto dell’Istituto Piepoli e pubblicata il 21 ottobre scorso.
A settembre 2025 l’indice complessivo raggiunge 66,2 punti, stabile nella fascia medio-alta di fiducia. Crescono i sentimenti positivi (+4%) e la speranza (+2%), con l’ottimismo che si attesta al 54% del campione. Anche la fiducia nell’economia segna un saldo positivo di +20 punti e l’equilibrio vita-lavoro raggiunge il livello più alto di sempre, al 41%. Sorprende il dato sull’intelligenza artificiale: +10 punti rispetto a giugno, segno che la paura della tecnologia sta lasciando spazio a curiosità e apertura verso le nuove possibilità di utilizzo. Il 71% dei giovani riconosce poi nella cultura un elemento chiave di benessere e coesione sociale.
In un Paese spesso dipinto come sfiduciato, questa fotografia restituisce l’immagine di una generazione che, pur tra precarietà e stipendi bassi, sceglie di non arrendersi e di guardare avanti. È un segnale vitale, quasi controcorrente, che vale la pena ascoltare.
Eppure, nelle ultime settimane, le piazze italiane hanno raccontato un clima diverso. Rabbia, parole forti, tensioni che esplodono più per esasperazione che per fiducia. Si protesta per il lavoro, per la scuola, per la politica che non ascolta, e spesso quella rabbia è un modo per difendersi da un futuro percepito come incerto.
Per ogni persona che scende in piazza, però, molte altre restano a casa, convinte che non serva più a nulla. È la disillusione silenziosa di chi si sente tagliato fuori, quella che pesa più di qualsiasi protesta. E forse è il momento in cui la mia generazione si fa portavoce della mancanza di fiducia di quella precedente: ci siamo talmente tanto fatti permeare da questo che ne siamo diventati portatori nostro malgrado.
E allora le parole della presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani, a commento dell’Indice di Fiducia, risuonano come una direzione possibile: “I giovani italiani guardano avanti con consapevolezza, aperti al cambiamento e pronti a costruire il proprio futuro con determinazione”. Consapevolezza significa capire i limiti senza farsene schiacciare, accettare la complessità e agire lo stesso. È da qui che può rinascere una fiducia vera, concreta, che non fa rumore ma muove le cose. Un’iniezione di fiducia, oggi, ci fa davvero bene.


