(elisabetta acide) Il nuovo Anno Liturgico prende avvio con il “Tempo di Avvento”.

Tempo di “attesa”, di “speranza” e di “vigilanza”.

Quattro domeniche, venti giorni…

Un cammino di comunità.

La parrocchia di “S. Anna” di Borgo Revel, si appresta a vivere comunitariamente il “tempo”, la “via” che ci invita a “riconoscere” e “vivere” i “segni” della Presenza di Dio.

“Avvento”: grandezza e desiderio, memoria della venuta del Figlio di Dio nel mondo, Incarnazione di Cristo che diventa “carne” nel grembo di Maria, e diventa storia e diventa salvezza.

La scelta di percorrere questo “cammino di speranza” come “passi comunitari”, è scaturita dalla riflessione del Parroco Don Valerio D’Amico con il  Consiglio Pastorale Parrocchiale, per connotare e “vivere” l’attesa in quella gioia fatta di preghiera, di carità, di azioni “essenziali” della vita cristiana; di quei “fondamenti” a cui nel ritiro diocesano, Mons. Daniele Salera, ha dato “voce” nella puntuale riflessione del brano di At 2 (cfr. At 2.42-47).

Un “desiderio” verso un Dio “incamminato” verso l’uomo.

Una comunità in cammino.

Un “cammino” non fatto di “eventi”, ma di preghiera ed incontri, di formazione e carità.

La vera “novità” è la proposta del “desiderio di attesa” insieme, in comunità.

Non una serie di passi vissuti individualmente, ma un “percorso” per “crescere”, per “avvicinarsi”, per azioni che “avvicinino” a Cristo ed ai fratelli.

Già da qualche anno la piccola, ma viva comunità, sta percorrendo i “passi della missione sinodale”, un cammino che vuole essere un percorso di uscita dall’autocompiacimento, per aprirsi al territorio, alla “soglia”, ai “vicini” ed ai “lontani”, senza categorizzare, ma caratterizzandosi come “parrocchia” aperta ed accogliente, in dialogo ed in ascolto.

Le proposte sono dunque “comunitarie”, come quell’attesa “condivisa” che ha caratterizzato da subito l’ “andare” di Maria verso la cugina Elisabetta.

Prima tappa: ritrovarsi insieme a collocare in Chiesa le candele di avvento, l’albero di Natale, il presepe, segni di quella speranza che ci fa attendere una “nuova vita”.

E la Chiesa parrocchiale, pur nella semplicità dell’allestimento per creare anche visivamente l’arredo liturgico adatto, vuole sottolineare le 4 domeniche: la prima, ad te levavi («A te elevo», Salmo 25); la seconda domenica è chiamata del  Populus Sion («Popolo di Sion», Isaia 30,19.30); la terza domenica è quella del  Gaudete («Rallegratevi», Filippesi 4,4.5); la quarta domenica è quella del  Rorate («Stillate», Isaia 45,8).

Il laboratorio di catechesi, in collaborazione con gli adulti della comunità, con il gruppo dei priori delle feste, è la prima “porta” che si apre, adulti della comunità e dei territori vicini si sono ritrovati per aiutare bambini, catechisti e parrocchiani, a “preparare” il cammino di Avvento.

Il presepe allestito ai piedi della balaustra vuole essere la raffigurazione semplice di quella “mangiatoia” di cui si racconta nei Vangeli di San Luca e San Matteo, elemento importante per  aiutare  a meditare sul Mistero dell’Incarnazione, tutta la comunità.

Preparare il presepe vuole essere un “segno” per sollecitare quella “preparazione del cuore”: è importante che bambini ed adulti abbiano la consapevolezza che il “presepe” è simbolo dell’Incarnazione, dono di Dio al mondo, simbolo di accoglienza, di perdono e di amore: il “presepe più bello” è quello che ha intorno una “comunità in preghiera”.

Sobrietà, solidarietà, sollecitudine, silenzio saranno le parole che accompagneranno le azioni per vivere insieme il “tempo” di avvicinamento al Natale.

“Insieme” è l’imperativo del cammino, senza lasciare “soli” o “indietro” nessuno.

Anche l’iniziativa che prevede per il secondo anno, l’allestimento dei “presepi” visibili dalle strade, vuole essere un “comunicare” l’itinerario di avvicinamento al Natale.

Un “cammino” fisico, tra le case ed un “cammino” di fede, per “trovare” il tempo di compiere i passi “verso gli altri”, come quel cammino “di casa in casa”, dove i “passi” non sono quelli delle “luci”, delle “decorazioni” o delle “idee fantasiose e originali”, ma sono quelli che portano dal rancore all’accettazione delle diversità e all’amore; dal dai risentimenti al perdono, dall’avversità alla riconciliazione, dall’ostilità all’amabilità.

La preghiera in preparazione alla solennità dell’Immacolata Concezione di Maria  prenderà avvio mercoledì 26 novembre alle ore 17,30 con le preghiere della comunità: un’altra “porta” che si apre nel cammino di avvento, in preghiera come Maria modello di attesa e di speranza.

Ed i momenti di preghiera comunitaria, caratterizzeranno il tempo liturgico dell’attesa: tutti i giorni presso la Cappellina allestita in Casa Parrocchiale alle ore 17,30 ci sarà la preghiera comunitaria dell’avvento ( dal 9 dicembre con testi di meditazione), che sarà sostituita dal giorno 16 dicembre con la Novena di Natale ed il canto delle profezie.

La “porta” della preghiera, per vivere il tempo che abbiamo davanti nella fiducia dei figli.

Preghiera giornaliera, con la “preghiera dell’Avvento” ed al giovedì, secondo la raccomandazione di Mons. Salera, Adorazione Eucaristica per le vocazioni, una preghiera per imparare ad “attendere” con fede.

Non basta accogliere: bisogna attendere. Accogliere può essere anche segno di “rassegnazione”; “attendere” è sempre segno di speranza.

Preghiera che diventa “voce” come quella di Giovanni Battista, per non farsi sopraffare dal “natale” dei regali e delle “luci”, dello scintillio e dell’ “atmosfera”, ma per ricordare il Natale di Gesù, per “consacrare” il Natale dell’Emmanuele, il Dio con noi.

La speranza che “muove” i passi di una comunità che non è “perfetta”, ma che nelle  sue umane  “imperfezioni” di uomini e donne, prova a “riunirsi celebrare e pregare”, per curare e confortare, per sorreggere e accompagnare.

Lunedì 3 alle ore 20 la comunità si troverà in Chiesa Parrocchiale per la “preghiera dell’attesa”, cui seguirà la formazione parrocchiale sulla Parola di Dio, ed il giorno 8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, sarò allestito in Casa Parrocchiale il “mercatino di Natale”, momento di solidarietà e condivisione delle “fatiche” della preparazione di oggetti, per la “gioia di condividere”.

Seguirà anche il secondo appuntamento di  formazione biblica nel mese di dicembre, quella Parola, Verbo che visita l’umanità, e con l’Incarnazione il Figlio diventa prossimo dell’uomo,  “fissa una tenda” con l’uomo: Dio sceglie di stare col popolo, di non ricevere posti d’onore ma condividere totalmente l’esperienza della fragilità, e diventa “nutrimento” per la vita del cristiano e ci fa immergere nella  contemplazione della celebrazione del Natale , di un bambino che è la Parola attesa, cercata, sperata, Parola che salva.

E il pomeriggio sarà dedicato all’allestimento dell’albero di Natale della comunità, allestito in Parrocchia, in particolare con il contributo dei parrocchiani “over 80” che hanno preparato addobbi e decori che adorneranno il grande albero che farà “da sfondo” a quella “parrocchia aperta” tutti i giorni  di avvento per la S. Messa, le attività parrocchiali, le preghiere, la catechesi di adulti e bambini.

Un cammino per  “vivere la riconciliazione”, a partire dalla gioia di comunicare Dio che si è Incarnato, a partire dalle relazioni parrocchiali, comunitarie, territoriali ed extra-territoriali, in un clima non di “eccezionalità”, ma di “perseveranza”, di quella “corresponsabilità” che deve vedere tutti impegni in un orizzonte missionario  nello stile della prossimità (non solo per il Natale).

La “vocazione missionaria” della comunità è stata ampiamente sperimentata in diverse occasioni e ne sono viva realtà le iniziative avviate che proseguiranno anche in occasione del Santo Natale: il 6 dicembre il gruppo parrocchiale “Musical Giubileo”, composto da parrocchiani, da amici di altre parrocchie limitrofe, simpatizzanti anche di territori extra-diocesani, parteciperanno al “concerto di Natale” che si terrà al Teatro “Cinico Angelini” a Crescentino, in Diocesi di Vercelli, segno di una collaborazione territoriale, di un’osmosi pastorale che prosegue da diversi anni.

Elemento significativo di questa esperienza è proprio la “condivisione”: luogo di ritrovo e scambio è proprio la parrocchia di Borgo Revel, la quale settimanalmente, si anima di persone che approdano da diverse realtà diocesane ed extra-diocesane, per condividere un cammino che ha come “finalità” la realizzazione di spettacoli e concerti sempre con un “tema” di riflessione che a partire dal Vangelo, prova a vivere la realtà cristiana (musical Vite e Tralci, musical Giubileo Experience, Concerto di Natale …) interrogandosi e provando a vivere la dimensione spirituale con la dimensione esistenziale di ciascuno, con uno scambio di doni ed esperienze.

Il “cammino verso il Natale” ancora una volta, aiuta la comunità a riflettere su se stessa, a non chiudersi nell’autoreferenzialità compiaciuta, ma ad aprirsi ed “attirare” anche le altre realtà del territorio, per essere “comunità feconde”, aperte alla missione.

E il 24 dicembre alle ore 20,30, presso il “Teatrino Mafalda”, ancora una “esperienza di comunità”: E’ Natale, un momento di condivisione nell’attesa della S. Messa della notte di Natale, per una “vigilia” che vuole essere uno “stare insieme” per “santificare” il giorno di Natale.

E in questo avvento comunitario parrocchiale risuonano quelle parole di Gesù che invitano a “posare lo sguardo sull’essenziale”: “Marta, Marta tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta” (Lc 10, 41 – 42).

Vogliamo vivere il tempo di Avvento come le “Maria”: la mamma di Gesù che ha atteso “nel silenzio la Parola” e la sorella di Marta che ha scelto “la parte migliore”,per “aprire le porte” a Cristo ed ai fratelli e sorelle, aprire le porte della condivisione e dell’accoglienza, dell’ascolto e del dialogo, della generosità e della solidarietà, della carità e del nostro “cuore riconciliato”, perché il Natale sia la consapevolezza del “Sì di Dio all’uomo”, per una conversione di speranza, di pace, di perdono.

L’Amore di Dio è passato attraverso l’ Incarnazione, il nostro può passare attraverso la “conversione” del cuore con gesti, parole, sguardi, impegno, preghiera, crescita nella fede, nella consapevolezza che il cammino si compie insieme, come Chiesa “incamminata”.

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