(Filippo Ciantia)

Ai compleanni non faccio più regali alla persona festeggiata, sia mio parente o amico, ma preferisco rendere omaggio alla mamma che quel giorno fu la vera protagonista, in tutti i sensi. Diventa quindi occasione, in famiglia, per un regalo a mia moglie, che se lo merita!

Nel secondo anniversario della nascita al cielo di un grandissimo amico, padre Tarcisio, penso alla sua mamma, che ho conosciuto grazie a questa lunga e avvincente frequentazione. Melania ebbe sei figli: il quarto, Andrea, e l’ultimo, Tarcisio, missionari comboniani. In famiglia vivevano come nel film di Olmi “L’albero degli zoccoli”.

Il papà, fiero del miele delle sue api, morì con la zappa in mano nell’orto che tanto amava, stroncato da un infarto. Tarcisio, sorridendo con una chiara vena di ironia, mi confessò che non passava giorno senza sentire sua mamma pregare la giaculatoria: “Signore, liberaci dalla morte improvvisa e repentina!”. Essere coscienti in punto di morte permette di prepararsi al passaggio decisivo della vita.

Il 10 dicembre 1962, Melania Pazzaglia moriva travolta da un’auto, uscendo dalla chiesa di Cristo Re, proprio nella festa della Madonna di Loreto. Era pronta, non c’era bisogno di tanta preparazione: portava in sé come ogni mattina il suo Gesù e, con Lui, tutti i figli e nipoti e amici e i poveri che aveva aiutato.

Ricordo perfettamente l’ultima telefonata di Tarcisio: addolorato per la morte prematura di un amico comune, mi dava appuntamento ai suoi funerali. Non ci siamo visti, perché proprio nella stessa giornata se ne andava lui pure. Aveva un rapporto tutto suo con l’altra Mamma, quella grande e di tutti noi, che dovremmo sempre omaggiare il giorno del nostro compleanno.

Una volta mi raccontò: “Durante la guerriglia sentivo sparare e i vetri cadere; cercavo di nascondermi in un angolo della nostra casa, dove pensavo che le pallottole non potessero arrivare. Così pregavo: Santa Maria, prega per noi adesso e sposta l’ora della nostra morte. Questo è successo una, due, tre, fino a sei volte.”

Caro amico, mi piace pensarti tra le tue due mamme, mentre ci segui nelle nostre vicende terrene, passo dopo passo. Finché rivedremo i volti gioiosi delle persone tanto amate e che per un breve tempo ci è parso di perdere.