(Cristina Terribili)

ROMA – L’Istat ha da poco divulgato il sua annuale rapporto sulla popolazione italiana, che ha confermato come nel 2020 si sia raggiunto in Italia l’ennesimo minimo storico delle nascite (7 neonati ogni 1000 abitanti) appesantito da una crescita percentuale dei decessi (13 ogni mille abitanti). È l’ennesima fotografia di un Paese segnato da un drammatico “inverno demografico”.

Ciò non toglie che maggio sia anche il mese in cui si festeggiano la mamma, la giornata internazionale delle ostetriche e la giornata internazionale delle famiglie. Lasciando ad altri di discutere sulle politiche a sostegno della maternità e della famiglia, vorremmo metter qui l’attenzione sulla salute della donna in gravidanza e della prevenzione possibile per garantire una maternità consapevole e serena.

Sappiamo che la mortalità e lo sviluppo di gravi patologie legate alla gravidanza, al travaglio e al parto, sono eventi sempre più rari in Italia e in tutti i Paesi industrializzati, ma sappiamo pure che l’ansia e la depressione colpiscono rispettivamente il 13% e il 12% delle donne incinte. I dati rivelano inoltre che le donne con una sofferenza psicologica maggiore, sono quelle che non hanno potuto far ricorso ad un aiuto specialistico tempestivo.

Capita di sottovalutare, normalizzare o addirittura banalizzare i sentimenti di una donna in gravidanza: si liquida troppo spesso tutto facendo riferimento agli scompensi ormonali o si rimanda al momento in cui nascerà il piccolo, per far sparire le angosce che accompagnano una fase tanto delicata della vita di una donna. Il lavoro delle ostetriche si focalizza anche su questi elementi, cercando di riconoscere i segni premonitori di difficoltà psicologiche e la messa in atto, laddove possibile, di protocolli in grado di avviare una rete a sostegno della maternità ma anche della paternità fragile. Sono poche le coppie che frequentano i corsi di preparazione al parto e spesso le donne in condizioni economiche e sociali precarie prendono meno parte a percorsi di informazione.

Da notare che se la donna è più consapevole e proattiva nella gestione della gravidanza, si ricorre meno al taglio cesareo e il parto si risolve con una pratica ostetrica meno invasiva.

L’arrivo di un bambino “sconvolge” la quotidianità della coppia con delle ripercussioni soprattutto dal punto di vista psicologico. Il percorso che porta ad essere papà e mamma mette in discussione il ruolo e la relazione che entrambi vivono nella coppia e anche nei confronti delle loro famiglie d’origine, affrontando le relazioni, i pensieri, il passato e pensando al genitore che desiderano essere. Il posto del bambino va preparato, non solo in senso fisico ma definendo il luogo mentale in cui dall’essere mera fantasia e desiderio si trasforma in bambino reale, con i propri bisogni e con la propria unicità.

Soprattutto le donne alla prima gravidanza sono particolarmente vulnerabili nel periodo che segue il parto e necessitano di un supporto emotivo.

Fare un figlio non è facile. Sembra che non sia mai giusto il tempo per avere un figlio; le cose della vita non sono mai completamente a posto e non esisterà mai un momento perfetto. Così come i dubbi sulla capacità di crescere un figlio mettono paura ad ogni futuro genitore. Se è chiaro che non esiste un libretto di istruzioni allegato al neonato, è vero che ci sono professionisti in grado di accogliere, informare, aiutare nel prendere delle decisioni e fugare i dubbi.

Solo se una futura mamma si sentirà protetta e amata sarà in grado di affrontare il lungo viaggio dentro se stessa e dentro una nuova vita, ed entrambi i genitori saranno capaci di rapportarsi in modo positivo al piccolo se saranno aiutati a svolgere con successo i compiti connessi al loro ruolo di genitori.