È piccola come la maggioranza delle settemila isole che compongono la sua patria, le Filippine. Nasce a Cebu, capitale dell’omonima isola. Alpha è minuta, ma decisa, vera discendente di Lapu-Lapu, il guerriero che uccise il grande Magellano.

La madre, specialista in sanità pubblica e tubercolosi, il padre, avvocato, difensore dei diritti delle persone vittime di abusi. Studia medicina e si specializza in psichiatria, dedicandosi allo sviluppo di servizi di salute mentale nelle comunità. Si trasferisce a Boston negli Stati Uniti. Purtroppo i suoi titoli non vengono riconosciuti. Stanca di studiare, cerca un lavoro.
“I Filippini sono maestri nel curare le persone”. Assunta in una casa di riposo, si appassiona a chi vi è ospitato. Un anziano ospite, percependo di essere vicino alla fine, le chiede di poter vedere l’oceano per l’ultima volta. Lei senza esitazioni lo porta: viene licenziata perché non aveva il permesso! Non si scoraggia e diventa la nanny nella famiglia Cattaneo. Maurizio, affermato ingegnere biomedico, originario di Piverone, emigrato in Canada con la famiglia, da anni gestiva la casa di accoglienza Monte Cassino, assieme alla moglie Giovanna. La Casa Monte Cassino era stata fondata nel 1987 da due emigrati italiani Virgilio e Ferdinando Vittiglio, per ospitare le famiglie dei bambini che dovevano essere operati negli ospedali di eccellenza di Boston. Una lunga storia di carità e dedizione ad ogni singolo ospite, che svolge il motto “una casa lontano da casa”.

Giovanna scompare prematuramente e Alpha, ormai una presenza in famiglia, inizia ad impegnarsi anche a Monte Cassino: “Una casa non è uno spazio dove vivere. Casa è il luogo dove le persone vivono insieme come una famiglia”. Ma non le basta. Fa anche visite domiciliari. Una signora affetta da Alzheimer rimane improvvisamente vedova: al marito sul letto di morte promette di prendersene cura. Oggi a casa di Alpha e Maurizio, che si sono sposati, è ospitata questa vedova che, come promesso, non è finita in un istituto, ma si trova in famiglia.

Nella piazza principale di Cebu, davanti all’arco che ricorda il navigatore Magellano, domina la statua di bronzo del suo vincitore, Lapu-Lapu, con un’enorme scimitarra, il suo vincitore. Occorrerebbe un altro monumento, più grande, dedicato ai Filippini, maestri nella cura.

Filippo Ciantia