(Cristina Terribili)

Lo sai che anche tu potresti “dimenticare” un bambino in auto?

Sono cominciate le scuole, riprende la quotidianità, le corse e per molti, quello stress mai sopito, aumenta ancora di più. La testa, quando si è sotto stress, fa strani scherzi, va per conto proprio, alcuni pensieri arrovellano la mente tanto da annebbiare tutto, anche che hai un bambino in auto, anche che ti stai dirigendo verso il luogo di lavoro senza passare per la scuola, tanto da causare una tragedia.

Com’è possibile dimenticarsi di un bambino? Il bambino in auto spesso si muove, gioca, ride, fa rumori… oppure si addormenta, perché l’ora è mattutina e il dondolio dell’auto concilia il sonno. Lo controlliamo dallo specchietto, magari c’è il cd delle canzoncine che gli piacciono.

Eppure è possibile dimenticare anche quanto di più prezioso abbiamo nella nostra vita se siamo sottoposti a situazioni talmente tanto stressanti da farci correre il rischio di andare verso una “amnesia dissociativa”. In un disturbo dissociativo non c’è più una corretta integrazione tra la coscienza, la memoria, l’identità e la percezione di sé e dei propri comportamenti. Chi ha un evento dissociativo, fa delle cose, ma non ne ha coscienza, non ne ha la piena consapevolezza.

Al di là delle statistiche, delle strumentalizzazioni politiche, dei dispositivi sonori sul seggiolino, forse è più opportuno fare una considerazione sui nostri stili di vita, su come gestiamo le situazioni di stress e che posto lasciamo ad una riflessione sul benessere fisico e psicologico.

Adattarsi alla vita quotidiana, non significa necessariamente correre dietro ad ogni evento, dimenticando ogni riflessione sul benessere personale. Eventi tragici, come dimenticare un bambino in auto, potrebbero, in linea di principio, colpire chiunque, manifestandosi in tanti modi diversi. C’è chi percorre una strada al posto di un’altra e se ne rende conto solo dopo un po’ di tempo; chi si ritrova a fare qualcosa senza riuscire a collegare una sequenza di fatti e di pensieri che hanno permesso di svolgere una determinata azione.

Sono piccoli campanelli d’allarme che dovrebbero indurci ad una considerazione, ad un esame su quello che ci sta capitando, sulla possibilità di chiedere aiuto ed attivare risorse esterne a noi, familiari o tecniche specifiche, per permetterci di superare un periodo che forse è diventato un po’ troppo complicato.

Il tempo che non ci basta mai in queste occasioni va fermato: in queste occasioni è più importante prendere del tempo per se stessi che rischiare di mettere a repentaglio la propria salute o quella di chi ci sta vicino. Ora la disperazione di quel padre non oso neanche immaginarla, un dolore così grande è difficile da accogliere, il pensiero di cosa è accaduto non lascerà spazio ad alcun raziocinio. Qualunque spiegazione sarà banale, superflua.

Dobbiamo fermarci prima, diventare consapevoli ora; facciamo in modo oggi stesso di chiudere gli occhi e analizzare il nostro presente. Proviamo anche con un disegno ad annotare gli elementi di fatica e cosa stiamo facendo per superarli, con chi li possiamo condividere, quali strategie attivare per essere più lucidi. Soprattutto parliamone, in famiglia, con chi ci sta vicino; proviamo a sorprenderci per i nostri comportamenti quando questi appaiono solo dei buffi aneddoti. Cerchiamo di capire che se abbiamo dormito male, che se abbiamo forti preoccupazioni, la nostra efficienza ed efficacia può essere allentata, che dobbiamo fare ricorso ad un bigliettino, ad una nota in più sull’agenda, ad una sveglia sul cellulare.

E se ci rendiamo conto di questo, se mettiamo in atto delle strategie utili a stare in equilibrio sulla giornata, già abbiamo fatto un passo avanti verso l’autoconsapevolezza che ciascuno dovrebbe avere in ogni istante della propria giornata, perché ognuno di noi ha responsabilità piccole o grandi che meritano la nostra considerazione.

Soprattutto ognuno merita di essere consapevole di sé, di avere chiara la propria posizione nel tempo e nello spazio, di avere la giusta lucidità per affrontare pienamente la giornata.