Roma, Seconda Guerra Mondiale. I rastrellamenti nazisti imperversano, violenti. Una donna, Pina, corre disperata verso la camionetta dei tedeschi, poiché stanno portando via il suo uomo, Francesco. Questo, in estrema sintesi, è il più celebre brano del film “Roma città aperta”. Ed è il simbolo di una guerra, di un popolo (quello italiano) che non si è addormentato, ma cova la ribellione sotto la cenere.
Monica Guerritore ha tentato un esperimento coraggioso, poiché si è posta per la prima volta dietro la macchina da presa e si è cimentata alla regia in un film-biografia dell’attrice più importante del nostro cinema, Anna Magnani. E, non contenta, ha interpretato lei stessa la protagonista.
La storia è quella di un giorno particolare: il 21 marzo 1956, nella notte degli Oscar è un film di Daniel Mann quello che fa parlare di sé, “La rosa tatuata”, e a vincere il premio come miglior interprete femminile è l’attrice Anna Magnani, passionale e intensa. In quella notte lei gira per i quartieri di Roma, quei vicoli rappresentano la sua memoria e la “sua gente”, e secondo Fellini lei è “il simbolo di questa città”. Poi, dopo aver sfamato i gatti girovaghi che abitano la Capitale, torna a casa dove l’attendono gli amici, tra cui Suso Cecchi D’Amico, che le danno la notizia e la festeggiano con entusiasmo.
L’immedesimazione di Guerritore è totale: in lei ritroviamo lo sguardo stanco, la rabbia mal celata, il volto un po’ corrucciato… è la lupa e la vestale nella grande città, come disse Federico Fellini. “Che so’ io?”, chiede in modo scontroso al regista.
La pellicola rappresenta un omaggio doveroso a una grande attrice, che forse non ha molte eredi: tuttavia è anche questa ricchezza di simboli e allegorie a segnare il limite del film. Nannarella era unica, e oggi, per voltare pagina, si è in attesa di volti nuovi (e adatti a quest’epoca difficile).
Anna
di Monica Guerritore
paese: Italia 2025
genere: drammatico
interpreti: Monica Guerritore
durata: 1 ora e 51 minuti
giudizio: interessante


