Foto di Nunes_Vais,_Mario_(1856-1932)_-_Anna_Kuliscioff_a_Firenze_(1908)
Letizia Moratti ha recentemente affermato: “Milano è sempre stata capace di accogliere [tramite] figure diverse, di estrazione liberale, cattolica, socialista, [capaci] di tenere assieme anime differenti della città. […]. I Martinitt, il Pio Albergo Trivulzio, o le iniziative sociali di Anna Kuliscioff. È questa l’anima che Milano deve ritrovare”.
Fondatrice del Partito Socialista Italiano, Anna Kuliseva (nata in realtà Anna Moseevna Rozenstejn) italianizzò il cognome in Kuliscioff per sfuggire alle ricerche della polizia russa, sulle sue tracce per le idee rivoluzionarie anarchiche. Il nome Kuliscioff viene da kules, cioè piatto di polenta o piatto dei poveri. Un nome per le persone senza identità, ma che rispecchiava anche il suo affetto per i diseredati. Donna bellissima, visse, da esiliata, grandi amori con i compagni di lotta Andrea Costa e Filippo Turati. Ginecologa, nelle periferie di Milano assisteva gratuitamente le donne indigenti. I milanesi la chiamarono “la dottora dei poveri” e gli studiosi la considerano il miglior cervello politico del socialismo italiano.
Dalla relazione con Costa nacque Andreina. Figlia di due rivoluzionari atei abbracciò la fede cristiana e sposò un imprenditore tessile, Luigi Gavazzi. Stupenda la corrispondenza di Anna con Andrea Costa, riguardo il genero: “Simpatico, operoso, lavoratore… e innamorato come vidi pochi giovani che siano capaci di esserlo, […] che però fa parte del parentorio più nero del conservatorismo milanese”.
E ancora: “Noi non siamo i nostri figli […] La malinconia non proviene da quel piccolo incidente di matrimonio religioso, ma dal fatto che nostra figlia non ha né l’anima ribelle, né il nostro temperamento di combattività… Essa non fu mai socialista né miscredente […]. È stato un fallimento il mio, come dici tu. Ninetta [Andreina] non è immagine nostra […] ma, se va incontro alla sua felicità, sia pur benedetta anche dal prete, ne sono contenta ugualmente. D’altronde come buoni e convinti socialisti dobbiamo rispettare anche la volontà e l’individualità dei nostri figli”.
Qualche anno dopo il matrimonio proprio Andreina Kuliscioff Gavazzi contribuì alla retta del seminario del giovane Luigi Giussani (anche lui aveva un padre socialista). Che mistero la profondità della coscienza e della libertà di un genitore e quali misteriose vie usa la Provvidenza!