(Editoriale)

Dalla tintarella di agosto alla batosta degli aumenti autunnali sono passate poche settimane. È stato breve il passo per spegnere le illusioni che “quasi” passata una crisi (quella pandemica) non ne saltasse fuori un’altra, di natura ben diversa, e toccasse il portafogli di famiglie e imprese. Sono passati sei mesi (era il 19 marzo scorso) da quando il presidente del Consiglio disse che il 2021 “è un anno in cui non si chiedono soldi, ma si danno soldi”, agli italiani ovviamente, per uscire dalla pandemia.

I rincari a catena annunciati sembrano andare nella direzione opposta. Le bollette – che aumenterebbero anche del 40% – trascineranno, secondo gli esperti, tutti i generi di consumo, dalla benzina all’alimentare.

Oltre agli esperti lo sa pure la massaia, che non è la prima volta che vede lievitare la bolletta e, parallelamente, il prezzo dei prodotti che mette nella borsa della spesa. Le associazioni dei consumatori hanno calcolato che ogni famiglia spenderà fino a 1500 euro annui in più. Senza dimenticare la riforma del catasto a cui sta lavorando il Governo Draghi. Una piccola modifica degli estimi catastali avrebbe effetti dirompenti sull’Imu e sulle tasche dei proprietari di case.

Il Governo cerca di mettere insieme le misure per evitare la stangata delle bollette; il Consiglio dei Ministri di oggi dovrebbe varare le norme per evitare i rincari tagliando gli oneri di sistema (costi di smantellamento delle centrali, incentivi alle industrie che consumano molto per produrre, sussidi agli impianti a fonte fossile…) e concedendo un bonus più sostanzioso per le famiglie in difficoltà. Un intervento che dai 3 miliardi iniziali potrebbe balzare a 4 miliardi, su un impatto da 9 miliardi degli aumenti in arrivo che colpiranno maggiormente famiglie e microimprese.

Il prezzo da pagare per la transizione ecologica è elevato e l’Europa punta in alto per tagliare le emissioni del 55% entro il 2030 e azzerarle entro il 2050.

Il costo è sulle spalle dei cittadini, come lo è anche l’attuale modello odierno, che non regge più. Cosa vogliamo pagare? C’è da fare una scelta!