Nato da vignaioli a Castellinaldo, diventò campione di pallone elastico.

Fu reclutato nella “Cuneese” e destinato al fronte russo. Prigioniero nei lager siberiani e in Mongolia si prende cura di infettivi e moribondi.

Sulla via del ritorno matura la sua vocazione. Bussa al Cottolengo di Torino e diventa fratel Luigi della Consolata.

Prega e serve i malati: ha grandi capacità professionali, una forte carica umana e apostolica. Il suo atteggiamento verso i malati è lo stesso che ha di fronte all’Eucaristia.

Muore di leucemia, da lui stesso diagnosticata, a 55 anni.