Un migliaio di diocesani di Ivrea si sono recati al Santuario di Oropa rispondendo all’invito del vescovo monsignor Edoardo Cerrato per il tradizionale pellegrinaggio di ogni primo sabato del mese di agosto.

Il 5 agosto scorso, infatti, con una decina di pullman organizzati dalle parrocchie, e tanti mezzi privati, i pellegrini sono saliti al Santuario maria[1]no, aggiungendosi al folto numero di coloro che da Andrate hanno camminato a piedi, chi nella giornata di venerdì 4 agosto e chi nella notte tra venerdì e sabato per approdare ad Oropa al mattino presto ed unirsi agli altri pellegrini.

La Messa delle 10 è stata presieduta dal vescovo di Ivrea monsignor Edoardo Cerrato, e concelebrata oltre che dai sacerdoti della diocesi presenti, anche dal vescovo emerito monsignor Luigi Bettazzi e dal vescovo di Biella monsignor Roberto Farinella.

I canti che hanno animato la Celebrazione Eucaristica sono stati eseguiti da diversi cantori provenienti da altrettante corali parrocchiali, sotto la guida di don Alberto Carlevato, all’organo Sandro Frola.

I pellegrini hanno gremito la grande Basilica Nuova, riaperta al pubblico già dal[1]l’anno scorso in occasione della solenne V Centenaria Incoronazione della Madonna Nera di Oropa dopo qualche anno dedicato al restauro e alla messa in sicurezza.

La statua della Madonna era stata traslata dalla Basilica Antica qualche domenica prima ed il Manto della Misericordia era sciolto in tutta la sua lunghezza affinché tutti i fedeli che durante l’estate salivano ad Oropa avessero la possibilità di meglio accostarsi all’effigie della Vergine (che sarà riportata nella basilica antica alla fine della stagione dei pellegrinaggi).

Monsignor Roberto Farinella ha rivolto i saluti da “padrone di casa” ai tanti amici e conoscenti venuti dalla diocesi di origine, esprimendo la sua rinnovata amicizia, vicinanza e preghiera, ricordando i suoi anni di ministero pastorale. Nella sua omelia (pubblicata integralmente sul sito della diocesi e in video sul sito del nostro giornale), il Vescovo Edoardo ha ricordato che “siamo qui a offrire alla Madre di Cristo e della Chiesa tutto ciò che abbiamo vissuto nell’anno pastorale ormai terminato e per affidare a Lei i passi che compiremo in quello che inizia, chiedendo alla Sua intercessione che sia davvero nuovo: non un altro anno, che automaticamente succede a quello passato, ma un anno che è nuovo se nuovi vogliamo diventare noi, nella consapevolezza che ciò che ci fa nuovi non sono i nostri programmi, le nostre iniziative, che pure non mancheranno, ma la fedeltà rinnovata di ognuno di noi, Pastori e Fedeli, a Gesù Cristo: fedeltà non in astratto, ma nel vivere e nell’operare, nel riconoscere a Lui il primo posto nella nostra vita di ogni giorno, nel nostro modo di pensare e di valutare la realtà; non in un vago ricordo di Lui, ma nella adesione al Signore nel vivere il nostro Battesimo, la S. Cresima che abbiamo ricevuto, l’Eucaristia celebrata nella S. Messa domenicale, il perdono dei peccati che riceviamo nel Sacramento della Confessione, i momenti della preghiera e dell’ascolto della Parola di Dio, il vivere relazioni fraterne tra noi, nelle nostre comunità, con lealtà e con la grande pazienza che esse richiedono”.

Nelle parole di monsignor Cerrato non è mancato il ricordo per il Santuario di Ozegna che il prossimo anno celebrerà i 400 anni dell’apparizione della Vergine Santa, il 21 giugno 1623, affermando che si tratta di “un momento grande e atteso”.

Il vescovo Edoardo ha poi tracciato alcuni passi del suo ministero pastorale in diocesi: “l’inizio del mio servizio alla Diocesi eporediese – a cui sono stato inviato in modo del tutto inatteso – coincise con l’inizio dell’Anno della Fede indetto da Papa Benedetto con la Lettera Apostolica ‘Porta fidei’. Questo evento è stato per me di incomparabile luce. Ho inteso che a questo la Chiesa ci chiamava e che questo doveva essere il mio fondamentale programma: non chissà quali iniziative nei vari campi del vivere diocesano, ma animare con la Parola e con i Sacramenti, una rinnovata consapevolezza che a fondamento di tutto sta la nostra adesione a Cristo, il nostro incontro con Lui, la nostra ‘trasfigurazione’ che non è uno strepitoso evento, come quello a cui gli Apostoli assistettero sul Tabor, ma il frutto di un cammino di conversione, un cammino quotidiano in cui anche i nostri peccati vengono perdonati e noi, poco a poco, sperimentiamo quello che ogni giorno diciamo nella S. Messa, dopo il Padre nostro: ‘sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento’. A questa luce non ho mai mancato di sottolineare, fin dall’inizio del mio servizio, il valore e l’importanza della S. Liturgia, in piena sintonia con il Concilio Vaticano II”. Ed infine un cenno al Sinodo che la Chiesa universale sta vivendo nel quale si è inserito il programma pastorale della nostra diocesi degli ultimi tre anni concentrato sull’Eucarestia, “celebrata nella S. Messa per cogliere da essa tutta la fondamentale impostazione del vivere cristiano dei singoli e della vita comunitaria”,  ha detto monsignor Edoardo, ricordando la “partecipazione di non poche comunità parrocchiali della nostra Diocesi agli incontri in cui siamo stati chiamati a ‘narrare’ la vita delle comunità stesse, il positivo e il problematico di esse… e che un buon numero di relazioni sono giunte al Vescovo attraverso il Gruppo di coordinamento”. Sulla base di questa relazione – che sarà oggetto di riflessione e di confronto in una Assemblea diocesana nei prossimi mesi, ha annunciato il vescovo, – proseguirà il “cammino sinodale” secondo le indicazioni date dalla Santa Sede e dalla Conferenza Episcopale.

Dopo la Messa, la recita dell’Angelus e dopo il pranzo la recita del Rosario e la Benedizione Eucaristica.

c.m.z