(e.a.) – Attesa ed aspettativa per il primo evento organizzato dai giovani dell’Oratorio, evento che non ha deluso i partecipanti: i figuranti erano pronti ed alle 14 di domenica scorsa il borgo è diventato “magico”.

Si è svolta Domenica 16 ottobre, in una giornata all’insegna del bel tempo, la caccia al tesoro organizzata dal Gruppo “IMatot” dell’ oratorio parrocchiale di Borgo Revel, che ha visto la partecipazione di oltre130 iscritti tra grandi e piccoli.

I “figuranti” che hanno animato la “gara” non hanno deluso le aspettative; c’ erano tutti: i briganti “piemontesi”, le suore del Cottolengo che per anni hanno accompagnato la borgata, don Dughera, figura importante della storia piemontese, il vescovo del 1670 Giacinto Trucchi (data di ambientazione della caccia al tesoro ), accanto a maga Lucrezia, Adriana La Soprana, il principe Flynn.

E non poteva mancare Crudelia DeMon insieme ai  personaggi “tipici“ della vita del Borgo di Calciavacca: fruttivendolo, contadini, osti, fabbri.

E poi un tocco di fantasia: Imperia, Canderella, Smeralda, Fiammetta,  Clippy, Ninfa Grifa…

Il risultato? Una bella occasione per incontrarsi e passare il giorno a superare prove e “cercare” di risolvere enigmi e indovinelli tra le vie della nostra parrocchia e in oratorio.

Tra i partecipanti ed i 34 figuranti, i componenti dei gruppi parrocchiali (gruppi lettori, gruppi cantori, gruppo chiesa aperta, gruppo priori, gruppo pulizie chiesa, gruppo via crucis e presepe, compagnia della Madonna) insomma una mobilitazione generale e una iniziativa condivisa che, dal  “Camminare insieme”, passa al “Cantiere di Betania”, e lo fa nel sostenere i giovani dell’ Oratorio, come propone il Parroco, Don Valerio D’Amico.

Un “cantiere” aperto ai giovani che guardano al futuro lontano e prossimo, giovani che hanno bisogno di fiducia, che manifestano apertura e disponibilità, ma anche desiderio di rapporti autentici e liberi.

Un “cantiere” che consente di fare esperienza “ecclesiale” una “casa” aperta, come quella di Betania, quella casa dove i tre fratelli sapevano accogliere l’amico.

 

L’avvio del gruppo neonato dei giovani dell’Oratorio di Borgo Revel ha mosso i primi passi… ora occorre proseguire domandandosi come il camminare insieme, che la parrocchia ha intrapreso con serietà nell’ultimo anno, può diventare un percorso fatto di strade che si incontrano, di spazi di dialogo, di momenti di sosta e di crescita…

Occorre essere consapevoli che l’evento è importante ma deve porsi al servizio dello “stile”, quello “stile sinodale” che ha insegnato Gesù, uno stile fatto di cammino, di incontri, di ascolto, non in solitaria, non rinchiusi, per una autentica “itineranza comunitaria” che si fonda sulla fraternità, sulla condivisione, sulla solidarietà, sulla missione, sull’annuncio…

Possiamo dire che stiamo imparando e sperimentando nuove modalità, più fraterne, più umili per imparare a vivere come cristiani nella quotidianità.

Un complimento speciale ai bambini con i loro genitori, che con gli adulti, ai meno “giovani”, ai giovani intervenuti ed ai giovani organizzatori, hanno partecipato camminando , con entusiasmo, non poco tra le vie della parrocchia e sotto il sole “determinati” a scoprire il tesoro.

Tesoro che è andato alla squadra rossa; a loro i complimenti degli organizzatori e dei partecipanti, che si sono “sfidati” con lealtà ed onestà, tipiche del gioco collaborativo, pur nello spirito della competizione.

Grazie anche a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dell’evento a diverso titolo, alle mamme ed amiche che hanno aiutato per la merenda conclusiva, ed ai sostenitori che hanno “creduto” nei giovani.

Da sempre “parrocchia viva”, Borgo Revel ha rinnovato, nell’ultimo anno il suo impegno:  formare e dare espressione visibile alla comunità cristiana  mediante la Parola, la liturgia, la comunione fraterna e il servizio alla comunità ; pur con comprensibili difficoltà e cammini ancora da percorrere, la direzione appare quella giusta: il  modello comunitario richiede che l’opzione “giovani” diventi obiettivo assunto, vissuto e perseguito da tutta la comunità cristiana: solo così il cantiere  “aperto” dove  il fermento fa vivere la sinodalità e fa sperimentare insieme la gioia  del Vangelo.