(elisabetta acide)  – 11 febbraio: data cara a tanti devoti di Maria, festa della memoria di Maria, venerata come Nostra Signora di Lourdes (o Nostra Signora del Rosario) .

Il 25 marzo 1858, nel corso della sedicesima apparizione alla Grotta di Massabielle, la Madre di Dio, si presenta a quella ragazzina francese dicendo di sé:

“Io sono l’ Immacolata Concezione”; proprio con l’appellativo che era stato dato dalla Chiesa cattolica a Maria, madre di Gesù, quando papa Pio IX l’8 dicembre 1854, promulgando la Bolla Ineffabilis Deus, quattro anni prima dell’ apparizione a Bernardette, proclamò uno una delle Verità di Fede mariane.

Nostra Signora di Lourdes, ricorda il nome della località che si riferisce al comune francese di Lourdes, nel cui territorio si trova la “Grotta di Massabielle” sulla riva del torrente Gave dove, tra l’11 febbraio e il 16 luglio 1858, la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne del luogo, disse di aver assistito a diciotto apparizioni di una “bella Signora” in una grotta poco distante dal piccolo sobborgo di Massabielle. “Io scorsi una signora vestita di bianco. Indossava un abito bianco, un velo bianco, una cintura blu ed una rosa gialla sui piedi”.

Questa immagine della Vergine, vestita di bianco e con una cintura azzurra che le cingeva la vita, è poi entrata nell’iconografia classica: anche a Borgo Revel è conservata una bella statua (è tra le immagini a corredo di questo articolo) in cui viene ritratta Maria con questi abiti: si trova situata nel cortile della Parrocchia, come dono di alcuni devoti parrocchiani, ed è collocata, in una grotta, una statua analoga proveniente proprio da Lourdes, portata qui dai pellegrini di ritorno da un pellegrinaggio.

Alle ore 20,30 si è celebrata la santa Messa officiata da don Davide Smiderle parroco della parrocchia del Duomo di Chivasso e vicario foraneo, che nell’ omelia, commento le letture domenicali invita a ripensare alle parole del libro del Siracide  15,17-18 “Davanti agli uomini stanno a vita e la morte: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Grande infatti è la sapienza del Signore; forte e potente, egli vede ogni cosa.”

Sono le vie della scelta, a volte anche radicale, e Maria è esempio di “scelta”.

Don Davide invita a non stare nel “tiepidume” della comodità della “via di mezzo” e invita a invocare Maria, esempio di SI a Dio, affinchè nella nostra vita, sappiamo sempre scegliere la strada del bene, anche se faticosa, perché Maria ci nsegna a “guardare in alto”, a leggere, come insegna San Paolo, la “sapienza di Dio”( 1Cor 2,6-10).

Al termine della Celebrazione eucaristica, in preghiera i parrocchiani, raccolti in preghiera, si sono recati presso la grotta del cortile parrocchiale, pregando con fede, con lo stile consueto delle processioni, in cui ascoltare la Parola, pregare, condividere, accompagnano la fede della comunità parrocchiale del Borgo.

La fiaccolata accompagnata da canti e preghiere corali: quella  fiaccola , la luce nella notte, simboleggia una fede viva e ben visibile, simbolo di quella luce dello Spirito Santo che passando attraverso Maria, permette l’Incarnazione, la venuta nel mondo della Luce vera “quella che illumina ogni uomo” (Gv).

A Lourdes il “centro” è proprio la “celebrazione eucaristica”, in Chiesa ed alla grotta , dove davanti ai piedi di Maria si pongono i desideri ed i bisogni di ogni uomo e  Maria li accoglie e rinnova ancora quella richiesta “conversione”.

L’Eucarestia che è  Presenza viva di Cristo, che guida,  come disse Maria a Bernardette:

”Io non vi prometto di rendervi felici in questo mondo, ma nell’altro” deve diventare il “centro” della nostra vita: l’Ostia Santa è  “Amore manifestata sulla Croce gloriosa.

L’Ostia Santa ci dice l’incredibile abbassamento di Colui che s’è fatto povero per farci ricchi di Sé, Colui che ha accettato di perdere tutto per guadagnarci al Padre suo. L’Ostia Santa è il Sacramento vivo ed efficace della presenza eterna del Salvatore degli uomini alla sua Chiesa.” (Benedetto XVI Lourdes, domenica 14 settembre 2008)

L’ 11 febbraio, per volere di San Giovanni Paolo II, si celebra ogni anno, la giornata del malato: ed a tutti coloro che soffrono Dio promette ristoro

“Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi darò ristoro” (Mt 11,28-29).

A Lourdes vediamo questo: davanti a quella grotta i pellegrini “fissano lo sguardo” su Maria che a sua volta invita a “guardare al Figlio”: tenere fisso lo sguardo su Gesù ci fa capire quanta strada dobbiamo fare ed   al tempo stesso ci infonde la gioia di sapere che stiamo camminando con Lui e non siamo mai soli, ci “apre il cuore” a Lui ed ai fratelli.

Il cuore: luogo presso il quale nascono le cose più belle della nostra vita: luogo dell’amore, delle scelte, della fede, ma nel cuore si nascondono anche le nostre prove, le fatiche e le delusioni, le sofferenze, ed anche nel cuore possiamo sentirci soli.

La festa della Madonna di Lourdes ci racconta oltre alle sofferenze del fisico, le sofferenze dello “ spirito” e la “sofferenza del cuore” che non si vede, eppure incide sui  cammini degli uomini.

Nel nostro cammino sinodale di questi anni in cui impariamo ad ascoltare, a dialogare, deve condurci anche a “leggere gli sguardi”, espressioni di parole non dette, di sorrisi, di sofferenze, di mani tese, di speranza o di solitudine.

Quest’anno, in occasione della festa della Madonna di Lourdes, vogliamo porre al centro dell’attenzione e della preghiera questa sofferenza del cuore oltre a quella del fisico, e invocare l’aiuto di Maria, Madre della consolazione. Maria, donna vera, che conosce bene cosa significhi gioire e cosa significhi attraversare il dolore, senza smarrire la Fiducia in Dio ci sia di esempio.

Anche il nostro quotidiano può essere il “santuario di Lourdes” a km 0: celebrazioni, fiaccolate, processioni, momenti dedicati alla preghiera personale, senza dimenticare la visita agli anziani ed agli ammalati, la visita in chiesa e la preghiera davanti al SS Sacramento, la carità e la solidarietà … per  imparare ad affidarci, con fede a Dio a lasciarci sorprendere da Lui, anche qui, ogni giorno.

I Santuari e i pellegrinaggi sono fenomeni religiosi antichi nello spazio e nel tempo. I santuari sono  luoghi sacri e l’ andare verso, il pellegrinaggio, è il cammino privilegiato che da sempre “muove L’ uomo” con motivazioni diverse . Certo, andare in pellegrinaggio ad un santuario esprime la relazione fra gli uomini e Dio, ma non dimentichiamo che questa relazione la dobbiamo vivere anche qui, soprattutto qui, nella nostra vita, nel nostro quotidiano .

Affidiamo a Maria la nostra comunità parrocchiale, gli anziani, i giovani , le famiglie, chi è solo e chi sembra restare lontano, i sofferenti e gli ammalati.

Maria, sarà il nostro esempio di speranza che viene da Dio e ci chiamerà alla speranza che con la fede e la carità sono le virtù della vita  cristiana .

I fedeli riuniti hanno ricordato nella fiaccolata, tutti gli ammalati, le popolazioni delle Nazioni in Guerre e quelle colpite dal recente terremoto, Maria, Colei che ascolta, sentirà le preghiere e le porterà a Dio.

“Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò…”

(Is 66,13)