(elisabetta acide) – Dire “integrale” e “integrata” vuol dire “essere sinodali”, vuol dire provare a rendere più “efficace” (non efficiente) la catechesi, la comunione, la partecipazione per la missione.
Non è semplice, non siamo ancora “arrivati”, ma ci “proviamo” e per il secondo anno consecutivo si avviano i “laboratori di catechesi” per bambini e ragazzi.
Cate-Lab è un “progetto pastorale” della comunità che parte dalla consapevolezza che la catechesi è compito di tutti i battezzati, dunque, impegno della comunità per la missione e l’evangelizzazione con la corresponsabilità e con doni e carismi di tutti.
Una “esperienza insieme” per conoscere, approfondire, sperimentare e vivere il cammino di fede.
Integrare la catechesi è indicare un “contesto”, quello parrocchiale e comunitario, è creare legami e aggiungere piccoli “tasselli” per costruire comunione, accompagnare nell’Iniziazione cristiana, bambini e ragazzi come Chiesa unita; è aiutare a vivere con la testimonianza e l’impegno di tutti, i “pilastri” della vita cristiana: Parola di Dio, Eucaristia, vita comunitaria e preghiera.
Lunedì 13 ottobre alle ore 17 ha preso avvio il percorso “laboratori” CateLab in casa parrocchiale a Borgo Revel nella parrocchia di “S. Anna”.
Primo laboratorio: “Tra grani e perline”, a cui seguiranno altri incontri ed attività (sono previsti laboratori di varie tipologie, ad esempio Laboratorio ri-conoscenza, Laboratorio di pace, Laboratorio piante per asciugare il pianto, Laboratorio di incontro, Laboratorio con le ali…) nella consapevolezza che “tutti siamo chiamati” a costruire comunità di fede, ad “accompagnare”, a camminare e lavorare insieme con gioia e serenità, per vivere il Vangelo, testimoniando.
Protagonisti bambini e ragazzi, catechisti e tutta la comunità (casalinghe, nonne, pensionati, commercianti, ragionieri, impiegati, genitori, insegnanti, consulenti, direttori di filiale, tornitori, autotrasportatori, membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale… ), in una “rete” che a partire dal “centro”, Cristo crea un fecondo dialogo missionario, perché di fede continua vive la parrocchia e si alimenta, e cresce e crea comunione.
Le “parole” di questo cammino, allora, saranno accompagnare, educare, guidare all’incontro con Cristo, per aiutare a vivere nella fede, a costruire esperienze che si intrecciano con vite, dubbi, domande, interrogativi gesti, riflessioni, incontri per camminare nella fede…
Teniamo “salde” le parole di Papa Francesco:
“Una fede che non ci mette in crisi è una fede in crisi; una fede che non ci fa crescere è una fede che deve crescere; una fede che non ci interroga è una fede sulla quale dobbiamo interrogarci; una fede che non ci anima è una fede che deve essere animata; una fede che non ci sconvolge è una fede che deve essere sconvolta” – (Francesco, Udienza alla Curia romana in occasione della presentazione degli auguri natalizi, 21 dicembre 2017), nella consapevolezza che la fede è un dono che presuppone “cammini”, che occorre “accompagnare” ma anche “rispettare” i passi che possono essere molto diversi di comunità, di famiglie, di singoli uomini e donne, che occorrono esperienze efficaci all’interno della comunità che possano coinvolgere davvero tutti come occasione anche di “ricerca” e “rinnovamento” degli adulti nel loro prezioso ruolo di educatori.
Siamo consapevoli che “sperimentiamo” percorsi nuovi, nell’ottica di quella che vogliamo raccogliere come “sfida”: una catechesi che ha il sapore del cammino comunitario sinodale con quei passi fatti di segni, Parola, legami, relazione, testimonianza.
Da qualche anno, si è scelto di “non iniziare e non finire” il catechismo, ma che la catechesi è un cammino di adulti, giovani, bambini, ragazzi, che deve essere vissuto come esperienza ecclesiale autentica e continua, percorso che rigenera la comunità, e che la sospinge ad aiuta a crescere nella fede e nella fraternità.
Vogliamo “investire” in quello che crediamo possa essere una “carta vincente”, il “coinvolgimento”, perché il cammino di iniziazione cristiana possa essere arricchito dalla pluralità ed apporto di ciò che la comunità di “adulti nella fede”, possa vivere, sperimentare ed accompagnare nelle dimensioni della vita cristiana.
Non dobbiamo dimenticare che una delle definizioni di catechesi, è l’ etimologia greca katḗkhēsis, der. di katēkhéō , cioè “insegno a viva voce”: cioè “faccio risuonare”, “produco eco”, dunque la Catechesi è far “risuonare” la Parola di Dio nella vita e nelle relazioni, nelle parole umane perché nella catechesi Dio parla.
Il percorso, sicuramente un po’ “ambizioso” è quello di essere “Chiesa in uscita”, come comunità di “discepoli missionari” che in corresponsabilità “prendono l’iniziativa”, coinvolgono e si coinvolgono, accompagnano (Evangelii Gaudium 24) come comunità “evangelizzatrice” che “sperimenta” che il Signore ha preso l’iniziativa (cfr 1 Gv 4,10) e prova a vivere il Vangelo nella vita quotidiana, nelle fatiche e nelle gioie dell’umanità.
La catechesi diventa azione educativa che “tocca” la vita comunitaria della Chiesa nella logica del Concilio Vaticano II° che prevede che i percorsi per bambini e ragazzi siano coerenti con la vita perchè : “… Siano convenientemente iniziati al mistero della salvezza ed alla pratica delle norme evangeliche, e mediante dei riti sacri, da celebrare successivamente, siano introdotti nella vita religiosa, liturgica e caritativa del Popolo di Dio” (Ad Gentes14) nella consapevolezza che “il vero soggetto della catechesi è la Chiesa, che, continuatrice della missione di Gesù Maestro e animata dallo Spirito, è stata inviata per essere maestra della fede” (Lumen Gentium 64).