Finalmente è tornata la mia festa!

Per la verità è stata doppia, perché la comunità bosconerese ha voluto festeggiare il suo patrono (cioè…me!) con due distinti appuntamenti religiosi.

Il primo è stata la Santa Messa della sera del 24 giugno per ricordare la mia nascita (come per nessun altro nella storia della Chiesa, fatta eccezione per la Madonna e per Gesù).

San Giovanni Battista, precursore di Cristo, ha avuto questo privilegio, e il parroco don Mario certamente non ha mancato di commemorarlo con la solita solennità, diventata la caratteristica del suo stile liturgico.

Ma la vera festa patronale è stata celebrata domenica 26 con la Santa Messa delle 10.

Alla presenza dei priori cinquantenni della leva 1972, delle autorità civili e religiose, dei rappresentanti di tutte le associazioni con i loro gagliardetti e di un folto pubblico, uno scatenato don Mario ha voluto attribuirmi gli onori che spettano ai Santi patroni, e ha posizionato ben in vista la mia statua, che durante la funzione ha cosparso dei profumi dell’incenso.

Per la verità non ero molto uso ad essere “incensato”, abituato a vivere da solo nel deserto col vento che sferza il mio volto, nutrendomi di miele selvatico e cavallette abbrustolite (mai avrei predetto che queste sarebbero diventate un piatto stimato ai giorni nostri da grandi chef).

Ho conservato un fisico asciutto e abbronzato, sotto una barba incolta che lo scultore che mi ha riprodotto ha scolpito benissimo. Sono contento che il parroco abbia ricordato la lungimiranza degli antichi bosconeresi nell’aver scelto come loro patrono proprio me. Da parte mia ho cercato di ricambiare con tutto il mio affetto la loro stima, cercando di concedere le grazie che i devoti mi chiedono.

Al termine della solenne cerimonia è cominciata la processione: era ora.

Già invidiavo i colleghi che il parroco ha riscoperto tra armadi e nicchie e fatti sfilare per le vie del paese.

Ora toccava finalmente a me e non potevo certamente deludere i tanti fedeli.

Ad aprire la processione c’era la Filarmonica Bosconerese, che ha eseguito pezzi musicali adeguati.

Non posso scordare i favolosi concerti d’estate dietro la chiesa, che ascoltavo volentieri nella penombra della mia posizione all’interno dello stesso edificio.

La cantoria mi è stata sempre vicina, partecipando con la sua bravura a tutte le funzioni, ora aiutata dagli altoparlanti piazzati tra la folla: ha dato anch’essa il suo contributo al successo della manifestazione.

Su tutto prevaleva la voce stentorea di don Mario (magari l’avessi avuto vicino quando incitavo le folle nel deserto, invitandole a convertirsi…).

Anche oggi ci sono le stesse esigenze e durante il tragitto si è pregato quindi molto per aumentare la fede di tutti i bosconeresi.

Al termine è stata impartita la benedizione con alcune mie reliquie e prima del rinfresco offerto dal Comune sono state scattate le varie foto con i coscritti del 1972, priori della festa, che mi hanno accompagnato nella processione spingendo la portantina su cui era collocata la mia statua.

Infine anche una foto con i chierichetti (come abbia fatto il nuovo parroco a reclutare così tanti ragazzi in così poco tempo, resta un mistero… gaudioso): ora collaborano a tutte le funzioni religiose dando un tocco di vivacità che piace alla gente… e soprattutto a nostro Signore.

(“intervista” a cura di Guglielmo Duretto)