Oggi, domenica 2 luglio alle 18 il festival “Antiqua” dell’Accademia del Ricercare approda alla chiesa di Santo Stefano del Monte – grazie alla collaborazione con l’associazione Amici della chiesa di Santo Stefano e della Parrocchia di Candia –, dove il Cenacolo Musicale (Patrizio La Placa basso, Gabriele Politi e Leonardo Bellesini violini, Giancarlo Trimboli violoncello, Fabiano Merlante tiorba e Donatella Busetto organo) dell’associazione Barocco Europeo proporrà “Crudo mar di fiamme orribili – Stradella e la Cantata italiana”.

Ingresso a offerta libera.

Il concerto sarà preceduto alle 16 dalla Festa delle Guide, in programma il 21 maggio e rimandata per il maltempo.

Verranno ringraziate le guide dell’associazione con l’omaggio per il loro impegno e si brinderà insieme sotto la grande quercia di Santo Stefano.

La chiesa sarà aperta dalle 15.

Informazioni: info@chiesasantostefano.it, 377/12.14.584.

Della figura di Alessandro Stradella sono sempre stati messi in rilievo i capricci amorosi, spesso ponendo in secondo piano il suo ruolo di primaria importanza nello sviluppare il più complesso e ardito stile italiano, sia sul fronte teatrale che su quello cantatistico e ancora più propriamente in quello strumentale (suo è il primo “Concerto grosso” datato 1670, precedente di parecchi anni la ben nota op. VI di Corelli).

Il programma mira a metter in luce la magnificenza del suo stile attraverso cantate e mottetti e nell’accostamento ad autori a lui coevi, come Arcangelo Corelli appunto, e Giuseppe Valentini.

Il tema della fuga da un mare di afflizioni verso un porto salvifico fa da sfondo alla cantata profana “Dalle sponde del Tebro”, elaborata in più arie e recitativi, da eseguirsi senza soluzione di continuità.

Il testo riporta le parole di un misterioso personaggio fuggito dai lidi latini (Tebro è il nome antico del Tevere) che trova asilo e scampo alle proprie sventure presso un re germanico al quale rivolge lodi e grati apprezzamenti.

Nell’ambito della produzione vocale di Stradella, il tema del Purgatorio ricorre in più occasioni: “Crudo mar di fiamme orribili” è il soliloquio di un’anima che descrive la sua sofferenza dalla quale teme di non essere mai più sollevata.

Solo quando è alla fine della sua resistenza si ricorda che la sua presenza in Purgatorio è dovuta alla volontà di Dio e decide di essere fiduciosa che il Cielo la porterà in salvo.

Nello stesso climax emotivo, quello della salvezza, si colloca pure il mottetto “Exultate in Deo fideles”: un testo non mutuato dalle Sacre Scritture, bensì composto dallo stesso Stradella: nelle tre arie e recitativo, il poeta chiama in soccorso la Fede perché sia argine contro il Male, invoca i Doni Celesti come aiuto contro gli infedeli e invoca con una preghiera la distruzione del demonio per il trionfo di pace e Luce per tutti i giusti.

Redazione Web