Gli archivi costituiscono spesso le fonti più antiche che abbiamo a disposizione, una miniera di atti che documentano la vita di una comunità. In merito a ciò, possiamo dire che Giovanni Aldighieri, sindaco plurieletto di Carema, ha realizzato uno dei suoi sogni nel cassetto: lo scorso giovedì, nell’ambito delle manifestazioni culturali collegate alla 66a Festa dell’Uva e del Vino, ha potuto presentare al pubblico i lavori di restyling sugli antichi volumi dell’archivio storico comunale. “Sono molto contento – ha spiegato un emozionato Aldighieri – di essere riuscito a portare a compimento questo lavoro di recupero, che è stato fatto con la testa e con il cuore.

I volumi erano in uno stato conservativo pietoso: ammucchiati sul pavimento, in preda all’umidità e alle muffe… documenti che rappresentano la storia della nostra comunità e che finalmente sono tornati agli antichi splendori!”. “Per noi è stato un onore toccare con mano registri di notevole pregio – hanno commentato le restauratrici del laboratorio di legatoria e restauro “Littera Antiqua” di Torino, Giovanna Marchetti e Bianca Maria Bordone -. Va detto che il restauro è stato piuttosto complesso”. Il primo volume, il “Libro Campagnolo figurato di tutto il territorio di Carema”, datato 1802, è composto da 96 tavole e, prima degli interventi, versava in pessime condizioni conservative. “Alcune tavole sono state addirittura tagliate per fare fotocopie – hanno aggiunto le restauratrici -, i danni erano diversi: dagli strappi alle lacerazioni con lacune. Abbiamo provveduto prima allo smontaggio e alla scucitura dei fascicoli, poi alla spolveratura con pennello morbido, alla sgommatura di tutte le pagine, alla rimozione dell’umidità e alla sutura degli strappi con velo giapponese”.

Il secondo volume, “Cattastro della molto magnifica comunità di Carema”, datato 1745, presentava 356 carte in discrete condizioni: la copertina in cuoio, invece, era piuttosto malmessa. “I danni maggiori sono stati provocati dalle muffe, dalle tracce di acidità degli inchiostri e dalla sovrapposizione di carta da giornale – hanno concluso le restauratrici -: gli interventi sono stati simili a quelli del primo volume, con qualche operazione in più”. Entrambi i libri sono protetti in una custodia di notevoli dimensioni, in cartone conservativo rivestito in tela.

Le operazioni di restauro, certosine, hanno permesso di fermare il processo di degrado e di restituire la sua originaria identità a quello che è un importantissimo patrimonio documentario.

sara martinetti