(g.guidetti) – Castellamonte –  “Per mano di Angelo”: è il titolo della interessante iniziativa, davvero degna di grande evidenza,  proposta da don Angelo Bottali, da fine aprile viceparroco presso la nostra parrocchia.

Un “Corso di Iconografia” quale esperienza Artistica e Spirituale atta a scoprire ed approfondire tecnica e spiritualità dell’arte sacra bizantina.

Il 62enne sacerdote di origine bresciana è proveniente da La Spezia, dove ha prestato servizio e dove, già nell’ ottobre scorso fu promotore, presso quel Museo Diocesano, di una mostra di circa 40 icone contemporanee realizzate alla scuola di maestri italiani e stranieri. L’iniziativa – l’inaugurazione alla presenza del Vescovo di La Spezia, Mons. Luigi Ernesto Palletti – ha suggellato l’attività di un decennio condotta dal Sacerdote e da Rita e Pier Carlo Mostarda.

Va detto che l’ icona non è un prodotto adatto ai musei  in quanto  realtà viva e dinamica che richiede un proprio spazio…sacro…finalizzato alla preghiera, alla venerazione e al culto.

Il titolo “Per mano di angelo” evidenzia che all’icona è estraneo il concetto di autore.

L’ iconografia “scrive” l’icona, ma non la firma, essendo mero strumento.

Non esprime se stesso, né il suo punto di vista, ma manifesta l’ Altro ricorrendo alla tradizione di immagini e simboli ben veicolate nel messaggio cristiano.

Le figure sono dipinte all’interno di tavole in legno, solitamente in tiglio, scavate in modo da lasciare una ” cornice”, denominata “culla” o “arca” ha lo scopo di rappresentare lo stacco tra il piano terrestre ordinario e lo spazio ultraterreno divino, solitamente reso con l’oro, dove è collocata la raffigurazione.

Corpi, abiti e oggetti non ricevono luce dall’esterno ma, trasfigurati da una luce soprannaturale, sono essi stessi fonte di luce.

Le figure non hanno volume. Non c’è tridimensionalità. La prospettiva viene invertita, rovesciata.

L’ icona funge così da “finestra” su una dimensione altra nella persona che la contempla.

Siamo alla presenza di una realtà di fede da introiettare per via contemplativa, per assimilazione al modello, più che a immagini da guardare.

C’è bisogno di uno sguardo più intenso del cuore e della mente. Dovrebbe essere letta come un testo, dove guardare è leggere attraverso i segni il suo significato simbolico, perché “l’uomo carnale può conoscere e parlare del mondo divino solo attraverso segni e simboli.

La lettura di questi segni del linguaggio iconografico sono ritmo, forma, luci, colori, spazio, numero.

Attraverso questi significati simbolici possiamo tentare di leggere l’icona. Un iconografo per apprendere il linguaggio dell’icona ha tutto un repertorio di immagini che vanno dai primi secoli dell’era cristiana fino ai giorni nostri.

Il cammino dell’ iconografo è molto lungo e la manualità deve essere accompagnata da un continuo studio e approfondimento, tecnico, teologico, storico, spirituale.

Procedendo nello studio diventa prioritario comprendere che percorso iconografico e cammino di fede vanno avanti insieme, crescono congiuntamente stimolandosi l’uno con l’altro.

L’ icona mostra che la luce di Dio penetra nel mondo e lo trasfigura, la nostra fede alimentata dalla preghiera, dall’ascolto della Parola e dai Sacramenti, trova nell’icona una conferma.

Un passaggio della Lettera apostolica “Duodecimum Saeculum” di San Giovanni Paolo II per il XII Centenario del Concilio di Nicea cita:

“L’ autentica arte cristiana è quella che mediante la percezione sensibile, consente di intuire che il Signore è presente nella sua Chiesa, che gli eventi della Storia della Salvezza danno senso e orientamento alla nostra vita, e che la gloria la  quale ci è promessa, trasforma già la nostra vita”.

Tutti coloro che desiderano maggiori informazioni e intraprendere questo cammino possono contattare Don Angelo Bottali al numero telefonico 371 1867494 oppure via mail: angelobottali@yahoo.it