di Chiara Genisio,  vicepresidente FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici),

direttrice AGD (Agenzia Giornali Diocesani)

 

Siamo tanti tasselli di #Territorio Italia. Tutti insieme produciamo oltre 100mila notizie ogni settimana, sono più di un milione le persone a cui settimanalmente diamo voce e rappresentanza. Abbiamo milioni di lettori su carta e web.

I settimanali diocesani, 190 testate, oltre 600 operatori: parte viva della nostra democrazia. Anche perché la democrazia si nutre proprio delle voci del territorio.
Siamo giornali che raccontano una comunità, un’area ben definita del nostro Paese, con storie eccezionali e scandali. Il bello e il brutto di questo Paese che si sviluppa attraverso tanti campanili. Molte di queste vicende non arrivano mai alla ribalta nazionale. Sono le voci locali, quelle dei nostri giornali che le raccontano. Senza di noi sparirebbe una parte d’Italia.

Molte delle nostre testate hanno una storia ultracentenaria, altre sono nate di recente ma tutte hanno come metodo di lavoro quello che nel dicembre scorso ci ha ricordato papa Francesco “La vostra voce, libera e responsabile, è fondamentale per la crescita di qualunque società che voglia dirsi democratica, perché sia assicurato il continuo scambio delle idee e un proficuo dibattito basato su dati reali e correttamente riportati”. La nostra missione è quella di informare correttamente, il nostro obiettivo è quello di rendere accessibili a un vasto pubblico problematiche complesse. Il nostro è un giornalismo strettamente connesso alle dinamiche locali, agli interessi e alle sensibilità delle realtà intermedie che non trovano facilmente canali per potersi adeguatamente esprimere.

Siamo impegnati davanti all’urgente bisogno di garantire notizie comunicate con serenità, precisione e completezza, con un linguaggio pacato, in modo da favorire una proficua riflessione. Sentiamo la responsabilità di essere presidio di un autentico pluralismo e di dare voce alla ricchezza delle diverse comunità locali e dei nostri territori, con continuità, anche dove ci sono poche persone.
Per rientrare nei parametri della nuova legge che ha istituito il Fondo per il pluralismo dell’editoria, non poche testate hanno investito e hanno ristrutturato per affrontare il nuovo contesto massmediale che tutti ci coinvolge. Intorno alle imprese giornalistiche ruotano molte professionalità, tanti posti di lavoro. Il contributo dello Stato ai giornali locali diventa così anche un moltiplicatore di lavoro e di opportunità, come di restituzione alla collettività. La forza della nostra diffusione locale, è anche la debolezza per la sostenibilità economica. Siamo consapevoli che il giornalismo non si misura solo con il tornaconto economico, perché crediamo nella sua missione culturale e di coscienza civica.

Per essere liberi e indipendenti da ogni condizionamento il contributo dello Stato è importante. Come lo è nel sostenere le eccellenze locali che offre il nostro Paese.