Da tempo infuriano le polemiche a proposito della creazione del Parco dei Cinque Laghi, sostenuta dalle Amministrazioni comunali di Chiaverano, Cascinette, Montalto Dora, Borgofranco e Ivrea.

A questa iniziativa si oppongono, com’è noto, vari esponenti della Coldiretti, secondo i quali l’istituzione del Parco porrebbe limiti alle attività degli agricoltori e difficoltà all’abbattimento dei cinghiali che devastano le coltivazioni.

Le altre principali associazioni degli agricoltori approvano, invece l’istituzione del Parco, come ci conferma Maurizio Fiorentini, sindaco di Chiaverano.

Solo la Coldiretti si oppone – aggiunge – e non vedo alcun motivo valido. Il Parco, in realtà, porterà benefici di carattere ambientale e turistico, senza causare alcuna difficoltà agli agricoltori, né nell’abbattimento dei cinghiali, che sarà gestito in modo più oculato nell’ambito delle attività della Città metropolitana di Torino”.

Il sindaco ricorda, inoltre, che ristoratori e albergatori hanno approvato la creazione del Parco dei Cinque Laghi, mentre l’opposizione a questo progetto è sostenuta da alcuni cacciatori i quali temono, probabilmente, di non poter più gestire l’abbattimento dei cinghiali secondo i loro sistemi.

La caccia a questi ungulati sembra essere, infatti, il vero nocciolo della questione che alimenta i contrasti sorti tra Coldiretti e autorità locali.

Fiorentini sottolinea, al riguardo, che l’abbattimento dei cinghiali dovrebbe comprendere anche le femmine, al fine di limitare la procreazione, invece di riguardare solo i maschi, come finora accaduto, senza che si risolvesse il problema delle coltivazioni devastate.

Ora il progetto per la creazione del Parco dev’essere sottoposto al parere del Consiglio regionale: in ogni caso pare certo che la questione dei cinghiali farà ancora discutere.

È doveroso ricordare al riguardo che la diffusione dei cinghiali nella nostra regione non è un fenomeno naturale recente, dovuto al caso, come talvolta si cerca di far credere.

In realtà questi animali sono stati importati nel Canavese almeno fin dagli anni ’70: all’epoca si sentiva parlare di cinghiali scaricati da furgoni arrivati nelle ore notturne, soprattutto nelle campagne alle pendici la Serra.

Si trattava di cinghiali molto prolifici, presi probabilmente in allevamenti, tanto è vero che si comportavano come animali domestici.

Le devastazioni causate alle coltivazioni sono dovute, quindi, almeno in parte alla mano dell’uomo: come spesso avviene in tanti disastri ambientali.

Roberto Damilano