Nella mattinata di venerdì scorso se n’è andato Mario Regis, classe 1932, storico commerciante cittadino.

Originario di Moncrivello, aveva gestito negli anni ‘60 un negozio di alimentari al Belvedere, rione ad est di Chivasso.

Poi, lasciato il settore alimentare, iniziò a occuparsi della distribuzione di giornali.

Inizialmente il deposito era in via Demetrio Cosola; poi, dopo aver acquistato il palazzo di fronte alla stazione ferroviaria, aveva trasferito lì la sua attività.

Non era un lavoro semplice: si iniziava presto al mattino, verso le quattro, quando i corrieri portavano i pacchi con le copie dei quotidiani e li lasciavano fuori dal portone.

Si dovevano poi spostare e preparare le varie copie per le edicole, non solo le cittadine, ma anche quelle dei paesi limitrofi.

La distribuzione dei giornali non avveniva come oggi con l’invio diretto dagli stabilimenti delle rotative, ma attraverso il passaggio dei corrieri e i giornali che arrivavano, giorno dopo giorno, erano molti.

Ora ci sono i quotidiani on-line e sono diminuiti i lettori della carta stampata, ma fino a vent’anni fa le edicole erano molto frequentate, specialmente al mattino prima di salire sui mezzi pubblici per recarsi al lavoro.

Quando era finita la distribuzione dei quotidiani, iniziava quella di settimanali, mensili e via di seguito; tornavano gli edicolanti per il rifornimento dell’altra merce e alla sera si provvedeva al recupero delle copie invendute dei quotidiani, che andavano restituite all’editore.

Era, quindi, un lavoro a ciclo continuo e non esistevano domeniche o feste: d’altra parte in due soli giorni all’anno non esce alcun quotidiano.

Mario era persona gentile, bonaria e molto disponibile.

Lo ricordo – dopo che aveva lasciato l’attività, perché erano cambiate le modalità di gestione dei giornali – sul portone di casa, al mattino, a pulire il pezzo di marciapiede antistante l’ingresso dell’abitazione o a innaffiare le due piante nei grandi vasi a lato dell’ingresso; e ricordo il suo “ciao!” che veniva dal cuore.

Conosceva tantissimi chivassesi e intratteneva rapporti amichevoli con tutti.

Una malattia degenerativa lo ha sottratto agli affetti familiari e a tutti i suoi amici.

Franca Sarasso

Redazione Web