Come aiutare famiglie povere e persone fragili che vivono nelle nostre comunità?

Risposte e soluzioni non facili che si sono sempre cercate, negli anni, e si continuano a cercare.

Fra le iniziative proposte da alcune associazioni, di cui venerdì sera (20 gennaio), si è fatto portavoce il dottor Antonio Barillà, presidente del Ciss, il Consorzio intercomunale per i servizio socio sanitari, c’è quella di realizzare una sorta di anagrafe delle persone in difficoltà: per evitare “doppioni” e stoppare i “professionisti” degli aiuti, chi fa il giro delle associazioni accedendo a diversi sussidi. Quegli aiuti, invece, potrebbero essere distribuiti in modo più equo, supportando un numero maggiore di persone.

Ma non tutte le associazioni si sono dette d’accordo su questa proposta, perché violerebbe la privacy delle persone.

Barillà ha replicato che si possono trovare metodi alternativi di segnalazione, senza che la privacy sia lesa.

E un’attenzione speciale, ha fatto presente, meriterebbero anche quelle persone fragili che non chiedono aiuto, spesso perché si vergognano: una tipologia di poveri cui bisogna prestare la massima attenzione proprio perché, non denunciando lo stato di bisogno in cui versano, possono essere ancor più in difficoltà di altri.

Redazione Web