Gabriele Vacis ha presentato in anteprima, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli nell’ambito del terzo festival di teatro diffuso “Arterie”, il suo ultimo lavoro, “Meditazione sulle strategie di Antigone“.

Una lezione-spettacolo, una meditazione sulla guerra (anche quella che coinvolge russi e ucraini), partendo dal capolavoro del tragediografo greco Sofocle “Edipo re”, per narrare gli antefatti dell’altra tragedia del ciclo tebano, “Antigone”.

Laio, re di Tebe, e Giocasta, sua moglie, non hanno figli; si rivolgono all’oracolo perorando il loro desiderio; gli dei concedono loro un figlio che, però, porterà disgrazia: divenuto adulto ucciderà il padre e sposerà la madre. Nasce Edipo e il padre, memore delle parole dell’oracolo, porta il figlio sul monte Citerone e lo incatena forandogli le caviglie.

Ma un pastore lo raccoglie e lo alleva e il ragazzo va a Corinto dal re Polibo, che lo accoglie e lo vuole dare in sposa alla figlia.

Edipo parte per Delfi e qui incontra Laio, senza sapere che è suo padre, lo uccide e va a Tebe, sconfigge la Sfinge, un mostro che perseguita i tebani, sposa Giocasta, sua madre, e dal loro matrimonio nascono quattro figli: Eteocle, Polinice, Antigone e Ismene.

Quando Edipo verrà a conoscenza, dall’indovino cieco Tiresia, dei suoi misfatti, si acceca.

I figli Eteocle e Polinice stabiliscono di governare Tebe un anno ciascuno, ma la sete di potere spinge Eteocle a combattere contro Polinice.

I due si uccidono a vicenda.

Al fratello di Giocasta, Creonte, è chiesto di sacrificare il figlio Meneceo perché la pace trionfi.

Gli attori del Pem (Potenziali evocati multimediali) hanno impersonato con grande pathos i vari personaggi coinvolgendo gli spettatori, molto attenti ai dialoghi.

Vacis ha sottolineato, in diversi interventi, i momenti salienti della recitazione.

Giocasta prova con un confronto dialettico a fare ragionare i figli, ma, dice il regista, il confronto non porta da nessuna parte: e lo si tocca con mano anche ai giorni nostri, nella crisi ucraina.

Il coro di fanciulle propone altre strategie, ma queste ragazze non avranno un destino felice, proprio perché donne.

Emerge la necessità di raccontare e pregare perché tutto si appiani e la pace trionfi.

Ma a quale prezzo si persegue la pace? Quanti Meneceo dovranno essere sacrificati?

Spettacolo molto interessante e coinvolgente per un (purtroppo) esiguo numero di spettatori, tuttavia attentissimi e molto generosi negli applausi a fine recitazione.

I prossimi appuntamenti: mercoledì 7 dicembre alle 9, al Teatrino Civico, per quattro classi dell’Istituto “Ubertini” sarà allestito “Alla ricerca di Kaidara” con Amandine Delclos, drammaturgia e regia di Giordano Amato de Il Mutamento Zona Castalia, inserito nel progetto “Station to station”.

Giovedì 8 doppio evento: alle 17 nell’aula didattica di Palazzo Einaudi il professor Massimo Voghera dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino terrà la conferenza “Effimera-Storia di un’arte segreta e nascosta”; alle 21, al Teatrino, Eliana Cantone porterà in scena “La favola di un’altra giovinezza”, drammaturgia di Giordano Amato (altra produzione de Il Mutamento Zona Castalia).

Franca Sarasso

Redazione Web