Domenica 28 maggio si sarebbe dovuta tenere la tornata annuale della Confraternita del Sambajon e dij Noasett: purtroppo, per un intoppo burocratico, la festa è stata rinviata a domenica 18 giugno con altro programma.

Però il Magistero, cioè il consiglio direttivo dell’associazione, aveva a suo tempo stabilito che la settimana dal 28 maggio al 4 giugno sarebbe stata dedicata alle eccellenze in campo gastronomico: trattandosi della prima esperienza in questa attività, per quest’anno ci si è limitati a due serate, una dedicata al cioccolato, l’altra a un concerto.

Il 31 maggio, al Teatrino Civico, si è tenuto un incontro, aperto alla popolazione, con Giorgio Perini, sommelier e idrosommelier, nuova figura professionale che non assaggia solo il vino, ma valuta anche le acque oligominerali e minerali di cui è ricca la nostra penisola; e con Giacomo Boidi, imprenditore di Castellazzo Bormida, titolare della ditta Giraudi, produttrice di cioccolato ed affini.

Perini, nel suo intervento, ha elaborato una storia del cioccolato, partendo da 3500 anni avanti Cristo e dagli indigeni dell’America Centrale che conoscevano il cacao e se ne cibavano.

In Europa arrivò nel 1502 portato da Colombo che lo aveva assaggiato senza diventarne un fanatico.

L’imperatore Montezuma regalò a Cortes una piantagione di cacao che aveva un’estensione di 6000 mq: nonostante il preziosissimo dono, lo spagnolo lo tradì e lo uccise.

Nel 1580 in Spagna fu aperta la prima cioccolateria e anche in Italia il cioccolato arrivò a fine ‘500, in Toscana.

A Torino nel 1663 la Madama Cristina favorì l’apertura di un locale dove si serviva la “Bevareisa”, bevanda a base di cacao, antenata dell’attuale “Bicerin”.

Poi il cacao ebbe la sua espansione in altri stati europei.

Nel 1802 fu inventata una pressa idraulica per amalgamare il cioccolato.

Il cacao era molto pregiato e veniva contrabbandato, ma nel 1852 ci fu un embargo del prezioso alimento e il torinese Prochet, per produrre i suoi cioccolatini, diminuì la percentuale di cacao e lo sostituì con la nocciola tonda trilobata di origine piemontese.

Ecco quindi come è nato il nostro gianduiotto.

Giacomo Boidi, pasticcere prima, cioccolatiere ora, dirige una ditta artigiana che produce gianduiotti, famosi in tutto il mondo, una crema che ha fatto brevettare e che si chiama “Giacometta”, e dei cremini.

La sua performance sul cioccolato è stata interessantissima, poiché l’esposizione è stata fluida e coinvolgente.

Egli infatti ha evidenziato i tipi di cacao che sono in commercio e che sono usati per la produzione di cioccolato, e l’importanza del burro di cacao, che è un ingrediente fondamentale.

Ha parlato anche delle sperimentazioni che il mercato impone e degli abbinamenti a volte azzardati che si trovano in commercio; ha spiegato la differenza fra cacao magro e grasso, voci che troviamo sugli ingredienti di alcuni alimenti.

Infine Giorgio Perini ha presentato alcuni abbinamenti fra cioccolato e vini, ma anche fra cioccolato e acqua. Peccato che altre riunioni – non ultimo il Consiglio comunale –, abbiano sottratto spettatori alla splendida serata…

Franca Sarasso

Redazione Web