(di Filippo Ciantia)

Ci lega una lunga amicizia, iniziata durante gli studi all’università e continuata attraverso una discreta, ma regolare frequentazione. Dopo la specializzazione in pediatria e diventata medico di base nella sua Rescaldina, Maria Pia era anche venuta a trovarci durante i nostri anni in Uganda.

Era nata così una frequentazione familiare, che ci ha portati a conoscere i suoi genitori, sin da quando gestivano un bar frequentatissimo nel paese. Mi ero molto legato a Ermenegildo, nome e tempra di un’epoca fatta di fede e sacrifici, di duro lavoro nelle campagne e partecipazione all’ultimo conflitto mondiale, di dolori e prigionia. Quando ci incontravamo mi affascinava con le sue storie di guerra, di coraggio e di una intelligenza vivace che gli aveva fatto superare pericoli gravi e scampare la morte più volte. Rimanevo rapito al pensiero di quanto ci possa essere in una persona, di memorie, di idee, di esperienze preziose, di sentimenti e emozioni. Allora a Natale gli avevo regalato un registratore perché tutto quel patrimonio potesse essere conservato. Invano.

Gli piaceva raccontare le sue storie a qualcuno, specialmente a me, ma non ne volle sapere di registrare le sue parole. Se ne andò in pace come un patriarca, amato e onorato, con lacrime miste a sorrisi di tutta la sua bella e numerosa famiglia e di tanti amici.

Elda, più schiva e dolce, semplice e riservata, grande cuoca e attenta ai minimi particolari in tutto, soprattutto negli affetti. Gli anni sono tanti e gli acciacchi non mancano, anche gravi, tanto da portarla in ospedale in terapia intensiva. Ma la mente rimane sempre lucida e pura.

“Ho 93 anni, ma mi sento giovane: qui, in ospedale, mi trovo bene. So che sono malata, ma se i dottori sono bravi e mi fanno star bene ancora, rimarrei con voi ancora un poco.” Un dolce sorriso illumina il viso provato, ma che pare quello di una bambina, con occhi luminosi e acuti. Dopo un breve silenzio, aggiunge, con voce flebile: “Ma se il Signore mi vuole, sono pronta!”. Poi stanca si assopisce, serena come un bimbo in braccio al suo papà. Chissà se sta sognando il suo Gildo e ricordando le sue avventure.

Vorrei anch’io tornare, come loro, un bambino, in ogni incontro quotidiano e accogliere tutto dalle Sue mani.