III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A) – GAUDETE

(f.z.) Nel brano di oggi, come e più che in altri passi evangelici, il linguaggio adoperato da Gesù fa ricorso ad efficaci figure retoriche. La comunicazione con Giovanni, attraverso i discepoli di quest’ultimo, avviene in circostanze particolari, poiché il Battista è in carcere, e verte su un tema di vitale importanza: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Gesù risponde molto chiaramente impiegando l’esempio, che è un procedimento induttivo: si ricorre a un fatto particolare che può essere generalizzato.

Un esempio può servire sia a dare fondamento a una regola (pensiamo alle regole matematiche o grammaticali), sia ad illustrare con casi particolari il valore di un principio: basta che sappia attirare l’attenzione e fissare nella mente il concetto illustrato. Se ogni persona che ha una menomazione o un bisogno viene sanata, allora i discepoli di Giovanni, attraverso questi esempi, possono tornare con una risposta generale convincente e chiara.

Rivolgendosi poi alle folle, Gesù impiega una serie di domande retoriche, così qualificate perché non attendono altra risposta se non la conferma di ciò intorno a cui ci si interroga. Il Maestro ricorre a una metafora «Una canna sbattuta dal vento?» e perfino a un’antifrasi «Un uomo vestito con abiti di lusso?» per arrivare a spiegare, oltre ogni possibile fraintendimento, che Giovanni Battista è più di un profeta: è colui al quale le Scritture si riferiscono come messaggero e precursore.

Anche la conclusione di questo brano è basata su una figura retorica, fondamentale negli insegnamenti del Vangelo: la parabola. Si tratta di un paragone impostato in termini predicativi, affine alla similitudine (similitudo è il corrispondente latino del greco parabolé). Gesù, come in altre circostanze, si esprime in questo modo per parlare del regno dei cieli e far capire a tutti le giuste proporzioni del suo messaggio: “In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”.