(Elisa Moro)

“Che io ne beva e non abbia più sete, come un giorno la donna di Samaria, se tu mi inondi della tua stessa vita” (Andrea di Creta, 2): con il Vangelo della Samaritana al Pozzo di Sicar (Gv. 4, 5-42), la tematica sacramentale legata al Battesimo diviene più accentuata, ma emerge soprattutto l’essenza di cosa vuol dire essere cristiano: “non c’è una decisione etica o una grande idea alla base, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (Deus Caritas est, 1).

“Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: «Dammi da bere!», tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva” (v. 10): Cristo, seduto sopra il pozzo – per Origene immagine del “nuovo Isacco” che svela il senso pieno delle Scritture – introduce nella novità di vita la Samaritana, facendole compiere un cammino, dal senso materiale verso quello spirituale, verso la luce della fede. Sono i passi di ogni cristiano, assetato nell’anima

(Sal. 62), introdotto, con il Battesimo “nella passione, morte, risurrezione e ascensione di Cristo”, verso “il primo incontro con la Sua Pasqua” (D.D n 12), che diventa la
personale vittoria sul peccato.

“La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «…Che sia lui il Cristo?»” (v. 28-29): anticipando la corsa gioiosa dei discepoli di Emmaus, reduci dell’incontro decisivo con il Risorto (Lc. 24, 13-53), merita focalizzare l’attenzione sulla donna del Vangelo, chiamata dagli ortodossi Aghia Photina, Santa Illuminata (illuminati erano definiti i neo battezzati). La donna di Samaria incontra Gesù al pozzo, luogo di sponsalità; Sant’Agostino, commentando questo brano, rilegge nella Samaritana l’immagine stessa della Chiesa, chiamata ad testimoniare Cristo: “(Essa) verrà come sposa del Libano e proseguirà il suo cammino nella fede” (Omelia 15) e nella storia.

Anche oggi, nella Liturgia, nella Pasqua della settimana, lo Sposo Cristo incontra l’umanità Chiesa, Suo Corpo, e le offre la luce della fede nella sua
“ora”, quella della sete del Crocifisso (Gv. 19, 28).

Anche oggi Cristo invita alla fonte zampillante dello Spirito ogni assetato: “a colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte di vita” (Ap. 21, 6).

 

Gv 4, 5-15.19b-26.39a.40-42 (forma breve)

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere».
I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi.
Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva».
Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe,
che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».

Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».
«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. Vedo che tu sei un profeta!
I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».
Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».
Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui. E quando giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».