(Elisa Moro)

“Chi ama lo Spirito Santo merita di averlo con maggiore abbondanza, e, avendolo con maggiore abbondanza, riesce ad amare di più” (Sant’Agostino, Omelia 74): l’annuncio del dono dello Spirito Santo è il tema dominante di questa pagina del Vangelo di Giovanni (Gv. 14, 15-21).

Dopo aver annunciato la “via” da percorrere, il Signore apre uno spiraglio di luce sul mistero d’amore che unisce ogni battezzato al Padre.

“Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito…lo Spirito della verità” (v. 16-17): con il termine Paraclito (Consolatore) si tocca il vertice della rivelazione; egli è “l’avvocato nell’esilio della vita presente, il consolatore, la forza nelle avversità… È lui che insegna a pregare come si deve, che fa aderire l’uomo a Dio” (Guglielmo di S.Thierry, 100), è quel “Qualcuno” che diventa compagno inseparabile e guida della Chiesa.

Tuttavia il Signore ricorda che tale Spirito è fonte di verità, della Parola stessa di Dio, trasmetta e custodita dalla Tradizione della Chiesa, a volte anche a costo di persecuzioni e incomprensioni da parte del mondo. Di fronte al rischio, presente in ogni epoca storica, ma anche in quella attuale, “di falsificare le parole di Cristo o di togliere dal Vangelo le parole troppo scomode… La Chiesa non deve tacere lo Spirito di Verità” (Benedetto XVI, 26/05/2006), annunciando con coraggio e fedeltà la salvezza dell’uomo, che scaturisce proprio dall’aderire a Cristo, alla Sua morte e risurrezione.

“In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi” (v. 20): si entra nelle profondità del mistero trinitario, nell’armonia “del vincolo d’amore perfetto tra il Padre e il Figlio” (Evangelii Gaudium 117), che rende “concittadini dei santi e familiari di Dio” (Ef. 18, 21).

Solo nell’incontro con la persona di Gesù risorto si diventa capaci di “farsi paracliti” (1Ts. 5, 11), consolandosi nelle vicende della vita, affrontando con coraggio e fermezza la testimonianza alla verità richiesta ogni giorno; solo così “saremo”, usando le parole di San John Henry Newman, “a misura delle nostre capacità, consolatori, a immagine del Paraclito, avvocati, assistenti, apportatori di conforto; le nostre parole, i nostri consigli, il nostro modo di fare, la nostra voce, il nostro sguardo, saranno gentili e tranquillizzanti” (Parochial Sermons, p. 300).

 

Gv 14,15-21

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».