Egli doveva risuscitare dai morti

(Elisa Moro)

“Dic nobis Maria, quid vidisti in via?” (Raccontaci Maria, cosa hai visto sulla via?); “Surrexit Christus, spes mea” (Cristo, mia speranza, è risorto).

Mantiene intatta la sua bellezza cristallina il concitato dialogo tra Maria e gli Apostoli, incastonato nell’antica Sequenza pasquale del Victimae Paschali Laudes.

Un annuncio, quello narrato da Luca (Lc. 24, 1-12), portato dalle donne accorse al sepolcro, quando ancora era buio, e che ha inaugurato “il giorno che non è simile agli altri giorni” (S. Gregorio di Nissa).

“Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo”: (v. 4): l’annuncio della Risurrezione prende avvio dalle gambe dei testimoni, ma ancor più dal cuore assetato di verità, anelito ultimo di ogni uomo: “Dal profondo grido a te…” (Sal. 129). Nella notte del dolore ancora bruciante per la morte cruenta del Maestro, le donne non rimangono nascoste nel Cenacolo, ma cercano la luce, il senso autentico del vivere, oltre alle dense tenebre di quei giorni. È l’invito a cercare la Luce vera nella reale situazione dell’esistenza, senza farsi ingannare “dalle false luci”, che spesso contornano il quotidiano.

L’uomo di oggi, come già denunciava Papa Benedetto, è spesso attratto “dalle cose materiali, ma non vede dove vada e da dove venga… Se Dio e i valori, la differenza tra il bene e il male restano nel buio, allora tutte le altre illuminazioni, che ci danno un potere così incredibile, non sono solo progressi, ma anche minacce” (Omelia Veglia Pasqua 2012).

“Ed esse si ricordarono delle sue parole” (v. 9). Come una sorgente, dal cuore di quelle donne, ancora imbarazzate per quella nuova Annunciazione, sgorga un canto nuovo e giubilante: “Alleluia”. Come ricorda Sant’Agostino, è un’esplosione di gioia incontenibile, di esultanza, che invita tutti a diventare “Christicole” – usando le parole del tropo medievale “Quem Qaeritis” – veri adoratori di Cristo, nel giubilo del cuore e nella testimonianza della vita, dicendo, con le parole di Don Giussani: “è bella la nostra vita perché è una promessa fatta da Dio con la vittoria di Cristo sulla morte”.
Ecco la vera rinascita, ecco il vero nuovo inizio.

(Gv 20,1-9) Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.