(f.z.) Quando il codice di Hammurabi fu scolpito su una stele, nel XVIII secolo a.C., rappresentò una grande novità nella storia dell’umanità per almeno tre motivi. Anzitutto, l’innovazione politica costituita dal tentativo di imporre una sola legge (e l’ideologia imperiale) in tutta la Mesopotamia. In secondo luogo, il criterio di proporzionalità tra delitto e punizioni fisiche stabilito dalla “legge del taglione” metteva un freno alla vendetta indiscriminata e aveva un concreto impatto sulle relazioni. Infine, incideva letteralmente nella pietra un’idea di giustizia fondata sulla differenza sociale tra schiavi, uomini inferiori e uomini superiori. In questo contesto, si tenga presente che Hammurabi era considerato interprete della volontà divina.

Ben altra concezione della giustizia è quella portata da Gesù e spiegata nel Vangelo di questa domenica. La logica dell’uso della forza viene completamente superata e ribaltata: non c’è più necessità di fissare una legge umana quando viene svelata la legge divina, che è il conformarsi alla perfezione del Padre celeste. Sono contrastate le ideologie che intendono stabilire un unico codice su un determinato

territorio, magari per controllarne meglio gli abitanti e decidere che chi non obbedisce è un nemico; poiché, nella visione cristiana, il nemico è qualcuno per cui pregare.
La corretta proporzione tra danno inferto e pena comminata è utile per fermare la violenza, ma il Vangelo ci insegna che amare come Gesù è qualcosa di sproporzionato.

Tra i figli del Padre che è nei cieli non può esistere alcuna differenza sociale stabilità per legge, poiché 1800 anni dopo il codice di Hammurabi è sorto il vero interprete della volontà di Dio.

Mt 5,38-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».