Questo brano di Luca è estremamente concreto nel parlarci di uno dei temi più cari all’evangelista: la misericordia di Dio, con immagini immediate e commoventi. L’episodio del buon ladrone, sul quale la tradizione popolare cristiana ha fantasticato a più non posso, è uno dei brani più iconici di questo vangelo. Il suo messaggio, immediato e chiarissimo, è di indicibile sollievo per ogni cristiano: rappresenta la vittoria della misericordia di Dio su qualunque cosa, anche sulla morte, con una frase pronunciata da Gesù che è di una forza unica.

L’importanza teologica di questo racconto è tale che esso sarebbe validissimo anche se fosse solo un “midrash”, cioè un racconto non pensato per essere storico ma unicamente per trasmettere un messaggio. In effetti, sulla storicità di questo avvenimento si è a lungo discusso, soprattutto in ragione di presunte sottili contraddizioni con gli altri evangeli. È chiaro però che tutti vorremmo che questo brano fosse storico, e ci riesce molto difficile arrenderci a relegarlo nella metafora.

In realtà, davanti ad un’analisi ponderata dei vari vangeli e ai contesti in cui sono stati scritti, sembra ragionevole ammettere la validità di una testimonianza particolare dello stesso Luca, che solo fra gli evangelisti ha attinto dal deposito di tradizioni orali questo racconto. Se anche non potessimo ammettere l’esattezza letterale di questa testimonianza, non sembra esistere alcuna critica seria alla verità fondamentale del brano, che ci svela quanto è avvenuto nel cuore del ladrone e l’atteggiamento di Gesù nei suoi confronti.

Quanto esposto è naturalmente un’opinione personale nell’ottica di una visione di fede: il discorso filologico sarebbe molto più complesso… Ma questo basta a confortare la mia Fede, e a tenermi stretto il pieno significato di uno dei brani più belli del vangelo di Luca, dal quale molti padri spirituali consigliano di attingere le proprie preghiere quotidiane: da quel “Gesù, ricordati di me quanto entrerai nel Tuo Regno”.

Questa è stata per lungo tempo una mia preghiera quotidiana, soprattutto nell’ottica di quel “pregare sempre” che ogni cristiano dovrebbe fare tramite le litanie, cioè quelle brevi preghiere che possono essere ripetute sempre nel contesto della giornata.

Lo sguardo al Gesù morente pieno di misericordia, con in bocca queste parole – “Gesù ricordati di me” –, è una preghiera molto potente e molto consolante, che ci avvicina enormemente al cuore di Cristo. Mi sento personalmente di consigliarla.

un giovane della diocesi

 

(Lc 23,35-43)In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».