“Ancora non credevano, ma parlavano di lui” (San Greogrio Magno, Omelia XXIII): la nota pagina del Vangelo di Luca (Lc. 24, 13-35), conosciuta come “i discepoli di Emmaus”, denota un percorso spirituale, proprio di ogni credente, che è chiamato a riconoscere il Signore nel proprio contesto di vita.

“Due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus” (v.13): la località di Emmaus, dal punto di vista storico, non è stata identificata con precisione. Questo lascia spazio alla suggestione che essa “rappresenti in realtà ogni luogo: la strada che vi conduce è il cammino di ogni cristiano, anzi di ogni uomo” (Benedetto XVI, 6/04/2008).

Cristo, come pedagogo, si accosta, facendosi prossimo in una situazione di profonda delusione – “speravamo” (v.21) – dicono i due in cammino, adoperando un verbo al passato, indicando il dramma proprio di molti cristiani di oggi: il fallimento della speranza della fede. La tomba vuota non basta più, serve un’autentica omelia del Maestro (homiléo è il verbo usato), che illumini i cuori raffreddati e mesti: “proprio l’uomo malinconico”, osservava Romano Guardini, “è in rapporto con la pienezza dell’esistenza. […] La malinconia è espressione del fatto che noi siamo

creature limitate, ma viviamo accanto all’assoluto di Dio” (Ritratto della malinconia, p.29-30), che non disdegna di essere vicino ad ogni Sua creatura.

“Allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero… Partirono senza indugio” (v. 31.33): come per Adamo ed Eva (Gen. 3, 7), anche ad Emmaus gli occhi si aprirono mentre mangiavano, in questo caso, però, per un passaggio dal buio della morte alla luce di Cristo, che apre al ritorno al vero cibo che nutre in eterno e che rende “come Dio” (Gen. 3, 4). Solo incontrandoLo nell’Eucarestia, possono cadere le squame dell’incredulità dagli occhi, come magistralmente ha dipinto Caravaggio. I due si alzano (anastantes – verbo di risurrezione), vincono il buio della notte, tornando a Gerusalemme.

Dall’incontro con il Risorto anche essi sono risorti, capaci di annunciare il Vangelo, a partire dall’amicizia con la persona di Cristo: “il mandato missionario del Signore comprende l’appello alla crescita della fede, ad un cammino di formazione e di maturazione” (Evangelii Gaudium, 160), nel dono dell’Eucarestia, che diventa gioia incontenibile, suscitando “in ciascun cristiano l’urgenza di evangelizzare” (Giovanni Paolo II, Mane nobiscum Domine, n° 24).

Lc 24,13-35

Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro.
Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?».
Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?».
Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.
Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto».
Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.
Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista.
Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.