L’Uomo proprio perché tale – scritto con la “U” maiuscola, e quindi anche Donna, semmai qualcuno si ponesse la domanda di chi veramente intendiamo scrivere – deve essere trattato come tale e non c’è nessuna giustificazione dietro alla quale coprirsi per trattarlo diversamente rispetto alla condizione di dignità che gli spetta. E non c’è ragione per appoggiare chi non lo fa.

Se lo riconosciamo e lo pretendiamo per noi non possiamo negarlo e rifiutarlo per gli altri. Gli uomini (“u” minuscola) sono diversi tra loro per mille ragioni e per qualcuno queste ragioni danno il diritto di calpestare gli altri e seminare odio. E’ il principio della guerra, dei genocidi. L’uomo sa che deve andare oltre e trovare le origini e le ragioni della propria esistenza approdando a essere “Uomo” – e a considerare gli altri come tali -, nella sua essenza, libertà e dignità. Potremmo evocare testi sacri e profani, filosofi e antropologi, santi e peccatori, costituzioni e leggi e passare attraverso le maglie della storia; l’Uomo non può mai essere usato come ostaggio per ottenere qualcosa e neppure come baratto per aggiustare una qualche situazione.

Ammesso che l’idea di svegliare l’Unione Europea sul problema dei migranti sia una “buona idea” il metodo usato nella “vicenda ultima”, che purtroppo “non sarà l’ultima vicenda”, della nave Diciotti, non è il metodo giusto per farlo. E lo sanno. Gli osservatori più attenti ormai non credono più neanche che ci sia la volontà politica di svegliare l’Europa, quanto piuttosto che tutto sia cadenzato da una prolungata campagna elettorale che attecchisce oltre ogni ragionevole pensiero, a dimostrazione di come la pancia funzioni più della testa.

Sui social c’è chi si rallegra per la morte per collasso cardiaco di un emigrato perché “è uno in meno da sfamare”. Cose che non si augurano neanche a un cane, mi pare usassero dire i nostri vecchi nelle loro espressioni sempre molto crude e concrete dei tempi andati. Anche la legge, quando deve far sentire il suo peso nelle situazioni che le competono e con le pene che ne scaturiscono, non elude il discorso sulla dignità della persona accusata e condannata. Ma oggi il primato della persona umana non è più un “primato” ed è retrocesso di troppe posizioni nella graduatoria della convivenza civile. Non c’è predica che tenga, informazione che sia sufficiente, statistica che argini questo fiume in piena, questa deriva di cui è ormai chiara l’origine ma di cui ci sfuggono tempi e modi di come andrà a finire.

C’è da preoccuparsi? Si. Noi proviamo a tenere desto questo pensiero, a proporre riflessioni, testimonianze e argomenti utili a ritrovare la via maestra della comprensione chiara e netta che all’Uomo così non si fa e non si può fare. Ieri la Germania ha restituito 19 teschi e alcune ossa di membri delle tribù Herero e Nama sterminati durante il genocidio commesso in Namibia a partire dal 1904, in pieno periodo coloniale. Non chiederà scusa, e per questo, il gesto seppur come tentativo di riconciliazione è giudicato dai discendenti come insufficiente. Perché dalla storia l’uomo continua a non imparare nulla?