(Editoriale)

Avremmo voluto parlare d’altro, invece ancora Covid-19. Non se ne può proprio fare a meno, cercando di non essere banali e ripetitivi in un momento in cui tutto e tutti ne parlano.

Non nello stesso modo però; chi allarma, chi approfondisce, chi vuol essere rassicurante e misurato nelle espressioni, chi ci mette dentro la politica pro o contro, chi esalta i progressi delle guarigioni e chi quelli dell’epidemia.

Tutti hanno un fondo – ma c’è chi l’ha più in fondo d’altri – di ragione; il nostro difficile è stare in equilibrio. Difficile, certo. Pena, correre a svuotare i supermercati e le farmacie, distruggersi la quotidianità con fantasie, tramutare un’emergenza sanitaria in emergenza economica e sociale.

Consumiamo tonnellate di paura ogni giorno annaffiate da valanghe di notizie senza distinguere quelle vere dalle bufale e acquistiamo molto di più di quanto è necessario per essere salvi e salvati nelle avversità. Nella lentezza con la quale sembra scorrere il tempo in questi giorni ovattati in un’atmosfera surreale, rallentati forzatamente nelle mosse quotidiane al lavoro, a casa, nei divertimenti, nel tempo lasciato libero dalle scuole chiuse… c’è – volendo – lo spazio per pensare, per leggere, per dialogare, per pregare, per ritrovare quella dimensione che ci è stata rapinata dalla modernità che sembra averci messo tutto in mano, quando in mano non abbiamo nulla.

Le limitazioni di questi giorni ci devono far pensare a quanto siamo con le mani nude, grandi ma fragili, ricchi di effimero, paurosi e poveri. Perché forza e ricchezza stanno altrove e, guarda un po’, questo momento critico arriva proprio all’inizio della Quaresima, con un Mercoledì delle Ceneri che è stato più virtuale che reale, come lo è normalmente in tante parti del mondo dove le condizioni di vita, politiche, di libertà, sociali sono ben diverse dalle nostre; eppur si muove.

Siamo così poveri da meritarci uno spot di 36 secondi del leader di Sanremo 2020 che ci dice come combattere il coronavirus; lavati spesso le mani, tossisci e starnutisci in modo contenuto, non toccarti gli occhi. Cose che uno dovrebbe fare tutti i giorni perché un genitore glielo ha insegnato fin da piccolo e poi ritrasmesso all’infinito per il buon vivere personale e comune.

Non ci resta che ridere di tristezza, corroborati da quelle tante vignette che girano su whatsapp mostrando l’indole ironica e sarcastica tutta italiana in tempi di stress, con i piedi per terra e capace di esorcizzare i troppi isterismi da Covid-19.