(Filippo Ciantia)
Grazie all’esperienza nella lotta al Covid-19, Regione Lombardia ha lanciato una campagna di vaccinazioni contro l’Herpes Zoster, virus responsabile della malattia meglio nota come “Fuoco di Sant’Antonio”.
Sono diffuse in tutta Italia le feste popolari in onore del santo “con la barba bianca”, che prevedono grandi falò, perché la leggenda vuole che il santo, padre degli eremiti cristiani, riuscì a visitare l’inferno e portare in dono agli uomini il fuoco! D’altra parte i poteri taumaturgici del santo venivano invocati proprio per vincere i dolori brucianti di questa malattia virale, tanto simili a quelli delle ustioni.
Colpisce che la venerazione del santo Antonio abate sia così diffusa in tutta l’Europa. Infatti, visse in eremitaggio e nei deserti della Tebaide in Egitto. Eppure la devozione invase anche le nostre terre. Un vero varesino non può mancare al falò di Sant’Antonio il 17 gennaio presso la piccola chiesa barocca a lui dedicata. Qui, con Antonio, si onorano altri santi eremiti egiziani: Ilario, Onofrio, Paolo, Macario.
L’altra grande chiesa di Varese è la Basilica di San Vittore martire: il santo, detto “il moro”, era un soldato mauritano di stanza a Milano che, nel III secolo, rifiutò di adorare gli dei pagani e subì il martirio come i suoi compagni Nabore e Felice. Poi troviamo San Zeno patrono di Verona, anch’egli originario dell’Africa; e Santa Restituta da Biserta, in Tunisia, le cui reliquie sono conservate nel duomo di Orvieto. Egitto, Mauritania, Etiopia: qui si sviluppò il cristianesimo apostolico, qui fiorì la prima Chiesa poi, in gran parte, spazzata via dalle invasioni mussulmane del VII secolo.
E che influsso fondamentale ebbe l’africano Agostino, dopo l’incontro con Ambrogio, sulla vita della chiesa tutta! E fu anche grazie alla madre Monica!
Senza scomodare la dottrina di Tertulliano sull’anima naturaliter cristiana, la gloriosa storia della Chiesa in Africa, ci porta a guardare al dramma dei grandi movimenti dei popoli con più serenità e speranza negli strani piani di Dio. Come non pensare all’Anatolia e Patmo, da dove ci giunsero le lettere di Paolo e l’Apocalisse.
La nostra è una vera Chiesa nata dalle genti e da tanti popoli.
“Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono da te” (Isaia)