L’esser casualmente venuto a conoscenza del fatto che esiste il “Bistecca day” – giornata nazionale della bistecca, celebrata il 15 giugno scorso – mi ha spronato a scrivere di quella del 12 giugno: la “Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile”. Una scelta andava d’altra parte fatta, condivisa, discussa.Alzi la mano chi ha letto qualcosa in merito, ha saputo e partecipato a qualche iniziativa, ne ha sentito parlare alla radio o alla televisione, ha chattato sui social. Voglio sperare che qualcuno alzi la mano. Ma sarete in pochi. La ragione, tra le altre, è che il problema è percepito come lontano, non ci tocca, c’è solo in quei “poveri Paesi” che non siamo noi. E’ vero solo in parte. E l’altra parte ci deve interessare. Eccome. Sbaglieremmo se pensassimo che il lavoro minorile è un dramma che interessa solo i paesi poveri. Il lavoro minorile è una questione che ci riguarda, e molto da vicino, perché in Italia si contano oltre 340 mila lavoratori minori, bambine bambini e adolescenti, di cui a quanto ci dicono i dati, circa 28 mila coinvolti in attività nocive per la salute e la sicurezza, ai limiti dello sfruttamento. Lo dichiarava il sottosegretario Teresa Bellanova già qualche anno fa, in occasione di questa ricorrenza.