La Milano del post Expo, con splendide mostre d’arte e musei, monumenti antichi e moderne realizzazioni, si pone tra le città più attrattive e dinamiche al mondo. Nel suo centrale quartiere Brera si può trovare una delle sue chiese più belle, San Marco. La chiesa gotica a tre navate che una volta si specchiava nei Navigli, si avvia compiere i 900 anni. In questa tempio, ha operato e predicato come parroco per 31 anni, dal 1974 al 2005, don Giovanni Marcandalli che ci ha appena lasciati. Nei suoi ultimi giorni ha vissuto il suo programma di vita, che fino all’ultima ha ripetuto, anche a fatica: “Non mi è dato di capire, mi è chiesto di accettare fidandomi e affidandomi ad un Mistero che è mistero d’Amore”.

Uomo di straordinaria cultura e capacità organizzative, ci ha lasciato molti scritti. Ha vissuto tormentato da un interrogativo radicale, come scrive nella sua opera principale “Sogni e follie di un parroco”. La sua “passione incontenibile per il vangelo” dava vita alla sua testimonianza che era continuamente provocata dalla domanda: “ma noi cristiani che ne abbiamo fatto di Cristo e del Vangelo?”

Il suo sogno di una chiesa dove ci fosse “solo Vangelo, il nudo Vangelo, il Vangelo allo stato puro” lo portò, appunto, a ideare e realizzare molte follie. Tra le tante, la chiesa, dotata di una straordinaria acustica, divenne sede di concerti affollatissimi e di grande livello artistico. Marcandalli, alla sequela di San Marco, apostolo del Medio Oriente, curò la nascita della fondazione internazionale Redemptoris Mater, basata a Beirut, che prepara sacerdoti al dialogo con l’Islam.

Un grande uomo e un autorevole sacerdote se ne è andato, in silenzio, nella umiltà di una piccola residenza socio assistenziale.

Ha vissuto gli ultimi anni in una piccola chiesa, non fatta di ardite architetture o meta di visitatori e fedeli numerosi, ma costituita di mattoni vivi: altri sacerdoti anziani come lui, la famiglia naturale ed ecclesiale, medici e infermieri che gli hanno voluto bene e lo hanno accompagnato al compimento del suo sogno.

“È sufficiente alla Verità apparire una sola volta in uno spirito perché nulla possa mai più impedirle di invadere tutto e tutto infiammare” (Teilhard de Chardin).

Filippo Ciantia