Esiste uno spot televisivo realizzato dalla Rai che pubblicizza la 79ª Mostra cinematografica di Venezia e recita: “Il cinema è senza fine”… Non si tratta soltanto di una celebrazione, ma di un augurio per il futuro prossimo.
Ogni giorno ascoltiamo le notizie che giungono dal fronte bellico in Ucraina, ma esiste un conflitto che perdura da decenni e non accenna a fermarsi: questa settimana il film della nostra rubrica riguarda la storia di una famiglia sul confine tra Israele e Palestina.

Il giovane regista arabo Ameen Nayfeh ha scritto e diretto questa sua opera prima, prendendo spunto anche dalle proprie vicende autobiografiche. Siamo in Cisgiordania: Mustafa e sua moglie Salwa vivono in due case separate, ma qui non c’entra il loro amore e il desiderio di restare uniti: a dividerli è la cosiddetta “barriera di separazione israeliana”, vero e proprio muro di cemento costruito a più riprese dal 2002.

I due protagonisti riescono a comunicare poiché la distanza tra le abitazioni in linea retta è di circa 200 metri: possono addirittura vedersi e di notte si scambiano segnali luminosi. Mustafa si rifiuta di richiedere il visto israeliano per poter lavorare in quella che ritiene la sua terra, e deve superare la barriera due volte al giorno, mentre i tre figli della coppia risiedono con la madre.

Quando Mustafa viene a sapere che il figlio maggiore ha avuto un incidente ed è ricoverato all’ospedale si precipita al checkpoint israeliano, ma lì scopre che il suo documento lasciapassare è scaduto. Con vera disperazione cerca il modo per superare la barriera, chiede aiuto a un contrabbandiere e con altri passeggeri clandestini percorre un tragitto di molti chilometri per poter superare una reale distanza di 200 metri.

La pellicola ha vinto il Premio del pubblico Bnl, a Venezia nel 2020.

200 METRI
di Ameen Nayfeh
paese: Palestina, Giordania, Qatar, Italia, Svezia 2020
genere: drammatico
interpreti: Ali Suliman, Anna Unterberger, Motaz Malhees, Lana Zreik, Mahmoud Abu Eita
durata: 1 ora e 36 minuti
giudizio Cei: consigliabile, problematico, per dibattiti