Elvis vive. È stato uno slogan, il nome di diverse associazioni, un movimento, forse qualcosa in cui credere. Ancora oggi, periodicamente, qualcuno dice di aver “avvistato” Elvis Presley come accade per gli extraterrestri. Difficile descrivere e sintetizzare un personaggio simile, il re del rock a tutti gli effetti: ma vediamo come se l’è cavata Baz Luhrmann. La voce narrante è quella del colonnello Tom Parker, il manager di origine olandese, interpretato da un sempre eccellente Tom Hanks.
Parker è stato lo scopritore, il padre adottivo di Presley in un certo senso: e lo sguardo luciferino di Hanks ci rivela il fatto che non si tratti sempre di una persona buona, ma di qualcuno che pensa soprattutto al proprio interesse.
Parker narra di un ragazzino musicalmente molto dotato che segue la cultura nera (soprattutto B.B. King e Arthur Crudup) e impara la musica e i movimenti afroamericani con una certa abilità: il nome del giovanotto è Elvis Aaron Presley, proveniente da una famiglia piuttosto povera del sud, un ragazzo che sbarca il lunario facendo il camionista e paga un dollaro i Sun Studios di Memphis, per incidere un disco.
Ma all’Overton Park Shell una sera del 1954, potendo esibirsi dal vivo, Elvis può dimostrare le sue potenzialità e il suo talento: quando canta possiede un timbro molto particolare di voce, e poi muove il bacino e le gambe in modo sensuale, i ragazzi e le ragazze presenti sono in delirio.
Il successo è travolgente, mentre la vita prosegue nella propria complessità. Presley è profondamente colpito dalle morti violente dei progressisti dell’epoca, anche se nella pellicola vengono soltanto accennate: le vicende dei fratelli Kennedy e di Martin Luther King segnano la fine di un periodo storico.
È una regia multicolore quella di Luhrmann, mentre l’interpretazione di Butler è buona, anche se siamo stati abituati a sosia molto più somiglianti.
ELVIS
di Baz Luhrmann
paese: Usa 2022
genere: biografico
interpreti: RAustin Butler, Tom Hanks,
Helen Thomson, Richard Roxburgh
durata: 2 ore e 39 minuti
giudizio Cei: consigliabile, problematico, per dibattiti