(Cristina Terribili)
Il “Comitato 162 Piemonte” è formato da oltre 200 famiglie che al loro interno hanno persone con disabilità, con l’obiettivo di promuovere l’applicazione della Legge 162/98, l’attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità divenuta legge dello Stato italiano dal 2009. Alcune di queste 200 famiglie risiedono anche nel territorio eporediese e nei giorni scorsi il Comitato ha indirizzato una lettera aperta alla Ministra per le disabilità Erika Stefani, affinché la recente “Legge delega al Governo in materia di disabilità” (n.227), venga compiutamente recepita dai decreti attuativi in fase di stesura nelle apposite commissioni redigenti e non ne venga disatteso lo spirito fortemente innovatore, ispirato alla Convenzione ONU, affinché tutti abbiano gli stessi diritti di scelta e di possibilità per vivere la propria vita.
Per saperne di più abbiamo fatto una chiacchierata di approfondimento con Claudio Gilardi, presidente del “Comitato 162 Piemonte”, per saperne qualcosa di più. “Facile essere d’accordo sul fatto che le persone disabili abbiano gli stessi diritti degli altri – ci dice Gilardi -: quello che è difficile è progettare e personalizzare un percorso di vita indipendente secondo i desideri e l’autodeterminazione della persona disabile”. La persona disabile sembra esonerata dalla possibilità di scegliere, e non riesce, nella maggioranza dei casi, a poter autodeterminare i suoi bisogni. C’è sempre qualcuno che decide al suo posto, che opera delle scelte leggendo con il proprio metro di riferimento i bisogni dell’altro.
Permettere ad un figlio disabile di determinare il proprio futuro, secondo i propri desideri, le proprie inclinazioni e collaborare con tutte le istituzioni per permettergli di mettere in pratica le proprie volontà è impresa che può mettere paura, può far nascere il timore che non ce la possa fare, che corra un rischio… ma Gilardi, pacatamente ci ricorda che “la vita è pericolosa potenzialmente per tutti quanti”: ogni genitore si assume necessariamente e inevitabilmente il rischio di vedere il proprio figlio commettere degli errori, incorrere nelle frustrazioni della vita e lo stesso vale per un genitore di un figlio disabile. Però bisogna correrlo questo rischio, perché la crescita è possibile anche e soprattutto grazie agli incontri, alle opportunità, alle cadute ma anche alle risorse che una persona intraprende nel cammino della propria vita.
Perché è stato necessario creare un comitato? Perché le leggi in merito ai progetti di vita indipendente della persona disabile sono molte, ma spesso a favore di percorsi istituzionalizzanti. “Molti di noi non vorrebbero passare la maggior parte del proprio tempo all’interno di un centro diurno, eppure pensiamo che a tutti i ragazzi e le ragazze disabili questo possa andare bene”, ci invita a riflettere il Presidente Gilardi. Sicuramente ci sono casi in cui gli istituti, i gruppi appartamento, le comunità sono luoghi indispensabili e salvifici per le famiglie e per alcuni ragazzi. Ci sono però ragazzi che aspirano a vivere una vita indipendente, che desiderano sposarsi, scegliere cosa comperare per pranzo o andare a cena fuori con la fidanzata o gli amici senza per questo essere sotto stretta sorveglianza di un qualche tipo di accompagnatore (genitore o educatore che sia).
A tutti questi ragazzi va data l’opportunità di poter creare, con l’aiuto di tutti i servizi territoriali, con le scuole e le università, con la comunità di riferimento, i vicini di casa, i negozianti, percorsi di vita indipendente. E Claudio Gilardi ha degli esempi concreti per illustrarci quelle situazioni in cui è stato possibile attivare percorsi di vita indipendente, ribadendo la disponibilità delle famiglie del Comitato per altre famiglie che (ancora) non ne fanno parte, che vogliono saperne di più, accogliendo i desideri dei propri figli senza distinzione tra chi è disabile e chi no.
D’altro canto, la Convenzione dei diritti delle persone disabili precisa con grande chiarezza che queste devono godere di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali; diritto al lavoro, a poter costituire e costruire una propria famiglia, il diritto di poter scegliere, di essere protetto dalla legge e ogni altro diritto come chiunque.
Sono attualmente cinque le famiglie del territorio eporediese che fanno già parte del Comitato 162 Piemonte, contattabile su www.comitato162piemonte.org, oppure la pagina Facebook, o scrivendo a comitato162piemonte@gmail.com.