Il “nostro” Mario Berardi nel suo sempre acuto e puntuale intervento nel consueto spazio alla pagina 2, analizzando una tra le questioni più spinose di questi ultimi giorni – quella dell’immigrazione – pone due domande d’attualità; una, “quali sono i confini in pericolo?” e ci porta a guardare ad est dell’Europa dove infuria una guerra di cui non si vede la fine.

E l’altra domanda è “come si può parlare di invasione straniera?” e ci segnala la XVII edizione del Rapporto degli Italiani nel mondo presentato martedì dalla Fondazione Migrantes della Cei; 5 milioni 200 mila immigrati nel nostro Paese e 5 milioni 800 mila italiani emigrati all’estero. Il filo rosso di Berardi, che unisce confini e immigrazione, conduce ad un’altra domanda: “c’è un’Italia fuori dall’Italia”? Parrebbe di sì.

Non da oggi si dice che l’Italia non è un Paese per i giovani e questi, spulciando qua e là il Rapporto Migrantes e i commenti, si legge che non si sentono ben voluti e sempre più spinti a cercar fortuna altrove. La via per l’estero si presenta come unica scelta per trovare soluzioni ai problemi di studio, formazione, lavoro, famiglia, socialità, ecc… Facile quindi trovarsi di fronte a una Italia demograficamente in caduta libera, più interculturale se risiede e opera all’interno dei confini nazionali e un’altra Italia, sempre più attiva, dinamica e transnazionale, che però guarda quegli stessi confini da lontano.

Al 1° gennaio 2022 i cittadini italiani iscritti all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) erano 5.806.068, cioè il 9,8% degli oltre 58,9 milioni di italiani residenti in Italia. Non c’è nessuna eccezione: tutte le regioni italiane – si legge nel testo – perdono residenti aumentando, però, la loro presenza all’estero. La crescita, in generale, dell’Italia residente nel mondo è stata, nell’ultimo anno, più contenuta rispetto agli anni precedenti. La pandemia ha frenato la mobilità nostrana che comunque dal 2006 al 2022 ha registrato un aumento degli italiani all’estero dell’87% passando da 3,1 milioni a oltre 5,8 milioni. A questo quadro ufficiale sfuggono coloro che non hanno ottemperato all’obbligo di legge di iscriversi all’Aire, e che quindi potrebbero far lievitare i numeri degli “espatriati”.

Per i nostri giovani e giovanissimi il futuro è altrove, allontanarsi dall’Italia è un “andare verso” e la dinamica è quella di essere sempre più globali e “cittadini del mondo”. Gente che va e, per contro, gente che viene.